La validazione è un concetto chiave in psicologia e ha molto a che fare con la vita di tutti i giorni. Validare significa dare valore e riconoscimento a qualcosa o a qualcuno. Se validiamo una persona, non significa necessariamente che siamo d’accordo con lei, ma semplicemente che riconosciamo il suo diritto di essere come è e di pensare come pensa. In poche parole, non perdiamo mai di vista il suo valore in quanto essere umano, che è intrinseco e inalienabile.
A volte le persone fanno delle cose che ci sembrano strane, incomprensibili, anche moralmente discutibili, ma validarle significa comprendere che dietro queste “stramberie” c’è un significato, magari anche una storia, che può non giustificarle ma contribuisce a dar loro senso.
Certo, non tutto si può validare: è il caso delle azioni lesive per gli altri, che sono punite dalla legge con rimedi come la reclusione. Eppure, anche se si può invalidare un’azione (ad esempio un omicidio) è più difficile invalidare la persona (ossia l’omicida, che nella maggior parte dei casi viene inserito in un percorso di riabilitazione e dopo una pena di venti o trent’anni può tornare in società).
Dovremmo proprio arrivare a gesti estremi per giungere all’invalidazione, al rifiuto inorridito di qualcosa o peggio di qualcuno. Invece chissà come mai, nella nostra vita quotidiana invalidiamo gli altri o noi stessi per molto, molto meno, per una parola fuori posto, per un risultato non ottenuto, per una torta bruciata, per una dimenticanza… Quando stiamo dicendo, anche con una venatura di scherzo, che una persona non vale nulla la stiamo invalidando e questo atteggiamento è molto dannoso.
L’autoinvalidazione, caratteristica tipica di disturbi psichiatrici come la personalità borderline, è in realtà qualcosa che può riguardare tutti, come abbiamo detto. Chi pensa di non valere nulla, o che le sue parole o azioni non siano degne di considerazione, o che tutto ciò che fa è sbagliato, si sta invalidando profondamente.
Al contrario, validare se stessi significa riconoscersi, e ripetersi, di avere un valore e di operare con un criterio. Non importa se questo criterio è dato dall’ansia o dalla paura di non farcela, ha pur sempre una ragione e va compreso e “abbracciato”. Non è invalidando i nostri comportamenti più odiati, o addirittura noi stessi per averli agiti, che saremo in grado di superarli. È invece riconoscendo che tutto, nelle vicende umane, ha un suo complicato intreccio di cause che saremo in grado di dare alla nostra vita la direzione che vogliamo.
“Va bene, è andata così e c’è un motivo, ma perché non provare un’altra strada, tanto più che ho in me la capacità di tentarla”? Questo dovrebbe essere il mantra che tu, quando provi la tentazione di toglierti valore, dovresti ripetere a te stesso.
L’autovalidazione è un vero superpotere, perché dal momento che una persona riconosce il proprio valore è in grado di fare dei progressi incredibili. E meritati, per di più.