A volte il corteggiamento e l’ossessione si confondono. È normale infatti, nelle prime fasi di una relazione, sentirsi totalmente investiti dalla passione nei confronti del partner, pensare a lui o lei continuamente, scrivergli o scriverle molti messaggi. Ci sono alcuni aspetti che, però, normali non lo sono affatto e possono nascondere un’ossessione di ben altra natura, prodromo di atteggiamenti di possesso o gelosia e probabile anticipazione di quella che sarà una relazione tossica. Il confine è sottile, ma si può percepire: quando si ha l’impressione che tutto sia “un po’ troppo” si è di fronte a un campanello d’allarme. Vediamo insieme quali sono i segnali che il corteggiamento sta sfociando in ossessione:
Il corteggiamento sano si fonda su segnali reciproci. L’interesse viene manifestato con delicatezza, nel rispetto dei tempi e delle risposte dell’altra persona. Se c’è apertura e disponibilità, la relazione può progredire.
L’ossessione, invece, ignora o forza il consenso. Una persona ossessionata non accetta un "no" e tende a inseguire anche in assenza di interesse altrui. Inoltre, può idealizzare l'altro al punto da non vedere la realtà.
Nel corteggiamento, l’altro viene visto come un individuo autonomo, con libertà di scelta. Si rispettano i suoi impegni, i suoi ritmi e i suoi confini. Non si pretende una risposta immediata o totale.
L’ossessione, al contrario, riduce lo spazio personale: messaggi continui, richieste costanti di attenzione, gelosia immotivata o controllo. Il bisogno dell’altro diventa talmente forte da annullarne la libertà.
Un corteggiamento sano comporta una comunicazione aperta e bilanciata: entrambe le parti sentono di potersi esprimere e ascoltare.
Nel comportamento ossessivo, invece, la comunicazione è spesso sbilanciata. Una persona parla sempre, invade la privacy altrui, invia messaggi o fa telefonate nonostante il silenzio o la distanza dell’altra parte. Non si tratta più di cercare una connessione, ma di imporsi.
Chi corteggia è mosso da un desiderio autentico di conoscere l’altro, accettandolo per com’è.
Chi è ossessionato spesso cerca nell’altro una proiezione di sé, un’idea ideale da conquistare, più che una persona reale da amare. La relazione diventa un bisogno da soddisfare, non un legame da costruire.
Uno dei segnali più chiari: il mancato rispetto del rifiuto. Se una persona dice "non sono interessata", chi corteggia può sentirsi dispiaciuto, ma accetta e si ritira con rispetto.
L’ossessionato, invece, insiste, interpreta il rifiuto come un gioco, un ostacolo da superare, o si convince che l’altra persona “non ha capito” o “cambierà idea”. Questo è un campanello d’allarme serio.
Come abbiamo visto, il corteggiamento e l’ossessione possono essere confusi all’inizio, ma a ben guardare sono profondamente distanti. La consapevolezza è la chiave per evitare di cadere in trappola intraprendendo una relazione squilibrata sin dal suo inizio.