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    Superare una rottura sentimentale: la scienza rivela quanto tempo serve davvero
    Un nuovo studio dell’Università dell’Illinois ha stabilito quanto tempo impiega il cuore a guarire da una rottura.

    Quando viviamo una rottura sentimentale, la prima cosa che vorremmo è dimenticarci dell’ex e proseguire serenamente con la nostra vita. Vorremmo riprendere i contatti con gli amici, dedicarci con più fervore a ciò che ci piace, valorizzare il nostro lavoro e – cosa più importante- spianare la strada per una nuova relazione.

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    Tutti questi desideri li realizziamo: trascorriamo dei weekend fuori porta con gli amici, magari facciamo un viaggio in solitaria alla scoperta di noi stessi, ci iscriviamo in palestra, riprendiamo a dipingere, cambiamo lavoro o facciamo gli straordinari. Ci iscriviamo a un sito di incontri, ci lasciamo stuzzicare da contatti interessanti, organizziamo aperitivi. Tutto questo però non basta: il nostro cuore continua a sanguinare. Ci chiediamo allora, quando cala la sera e la casa sembra così vuota, se davvero riusciremo a dimenticare, e quando.

    La scienza, finalmente, ha dato una risposta alla nostra domanda, e non è tanto confortante. In circa quattro anni sparisce il dolore, ma solo dopo otto anni l’ex smette di essere importante per noi.

    Lo studio che ha stabilito questi limiti temporali è stato condotto da Jia Chong e Chris Fraley, dell’Università dell’Illinois. La ricerca ha coinvolto 328 volontari, per lo più trentenni, che avevano concluso negli ultimi cinque anni una relazione durata almeno due anni. Gli studiosi li hanno sottoposti a un questionario che valutava il livello di connessione emotiva residua verso l’ex partner, confrontandolo con quello nutrito verso persone sconosciute. Il risultato è quello esposto in precedenza: solo dopo otto anni l’attaccamento verso l’ex torna simile a quello che si prova per uno sconosciuto.

    Questo tempo può sembrare eterno, ma non è uguale per tutti: fattori caratteriali e personali possono allungare o accorciare il processo di distacco.

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    A guarire prima, secondo gli studiosi, sono le persone con una buona autostima e sicure di sé. Al contrario le persone ansiose, che tendono ad aggrapparsi maggiormente ai ricordi, hanno bisogno di più tempo per elaborare la perdita. Anche il modo in cui la relazione si è conclusa può influire: le rotture traumatiche richiedono un tempo di ripresa maggiore. Infine, a contare è la presenza o meno di figli. Sorprendentemente, le coppie con bambini affrontano la separazione con minore fatica rispetto a quelle che non condividono responsabilità familiari. Secondo i ricercatori, questo avviene perché chi ha figli si trova costretto, in un modo o nell’altro, ad avere un pensiero più pratico e concreto nel ricostruire la propria vita.

    La ricerca ha anche sfatato alcuni miti, ad esempio quello del chiodo scaccia chiodo. Purtroppo, anche se si intraprende una nuova relazione, questa non basta a cancellare il ricordo del legame precedente. Inoltre, la scienza ha confermato che gli uomini mantengono un ricordo più positivo delle loro ex, ma questo non influisce sul tempo di ripresa.

    Cosa possiamo fare per accelerare i tempi di guarigione? La prima cosa è lavorare su noi stessi. Aumentando la nostra autostima e la nostra sicurezza aumenterà anche la serenità. Inoltre è importante tagliare il più possibile i contatti con l’ex, evitando di sentirlo e di incontrarlo ed eliminando foto e oggetti che possono ricordarlo.

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