Louis Vuitton, l'imprenditore visionario che rivoluzionò il mondo del viaggio, ha trasformato la valigia nell'accessorio per eccellenza e l'oggetto del desiderio di tutte le donne, dalla Francia napoleonica ai nostri giorni. A pochi giorni dalla ricorrenza dei 200 anni dalla sua nascita, avvenuta il 4 agosto 1821, vogliamo ripercorrere la sua storia per conoscere più da vicino l'uomo che da un piccolo paesino dello Jura, a est della Francia, riuscì a diffondere il suo nome e le sue idee in tutto il mondo.
Louis Vuitton nacque ad Anchay, al confine con la Svizzera, in una famiglia di mugnai e carpentieri. Ad appena 14 anni, senza un soldo in tasca, partì a piedi alla volta di Parigi: più di 400 km da percorrere. Impiegò due anni, perché di volta in volta si fermò a lavorare da diversi artigiani, affinando le sue capacità sul faggio e il pioppo, che si riveleranno utilissimi per il suo successivo apprendistato.
Arrivato in città nel 1837, all'età di 16 anni, Louis entrò nella bottega di Romain Maréchal, noto artigiano famoso per la costruzione di bauli e valigie. All’epoca questo tipo di laboratori si occupava di tutto, non solo della fabbricazione dei contenitori, ma anche della preparazione dei bagagli, che dovevano essere di dimensioni sufficienti per contenere gli abiti femminili e le loro voluminose crinoline. Con il tempo Louis acquisì esperienza e dimestichezza al punto da diventare emballeur ufficiale dell'imperatrice Eugénie e decidere nel 1954, dopo il matrimonio con la diciassettenne Clemence-Emilie Parriaux, di aprire il proprio atelier in 4 rue Neuve-des-Capucines.
Il laboratorio Vuitton, la cui insegna originariamente recitava "Confeziona in modo sicuro gli oggetti più fragili, specializzato in imballaggi di moda", accrebbe la sua fama anche grazie al forte legame con Charles Frederick Worth, fondatore della haute couture parigina. Vedendo che gli abiti femminili si stavano semplificando e rimpicciolendo rispetto alle volumetrie di primo Ottocento, Louis intuì che sarebbe stato necessario adattare bauli e bagagli alle nuove silhouette e così ne appiattì i coperchi, fino ad allora bombati, per poterli sovrapporre.
Dopo aver fatto costruire un laboratorio a nord-ovest di Parigi, sulle rive della Senna, da dove poteva fare arrivare agilmente le materie prime, incluso il legno di pioppo, indispensabile per la fabbricazione dei suoi bauli Vuitton, per rivestire i suoi bagagli inventò il Gris Trianon, un nuovo materiale cerato, impermeabile e al tempo stesso leggero e resistente.
Nel 1888 iniziò a utilizzare la tela Damier, che riportava per la prima volta la firma Louis Vuitton: rimpiazzò così quella a righe che aveva ideato nel 1872, ma che ormai era stata copiata e ricopiata. Cominciò la battaglia alla contraffazione. Negli ultimi anni della sua vita, con il primogenito Georges-Louis Vuitton, iniziò a concepire il Monogram, che il figlio lancerà nel 1896, due anni dopo che Louis se ne era andato. Si trattava delle sue iniziali intrecciate, il fiore circolare e quello di quattro petali racchiuso in un diamante: di lì a poco sarebbe diventato un’icona di lusso ed eleganza, uno dei loghi più celebri al mondo.
Nel 1901 il gruppo lanciò la prima Steamer Bag e pochi anni dopo, nel 1913 venne aperta la storica boutique negli Avenue des Champs-Élysées di Parigi. All'inizio della Prima guerra mondiale Louis Vuitton aveva negozi a New York, Bombay, Washington, Londra, Alessandria d'Egitto e Buenos Aires. Negli anni successivi furono introdotte la Keepall Bag (1930) e la Noè (1932), creata originariamente con lo scopo di trasportare bottiglie di champagne, ma soprattutto uno dei modelli più venduti dalla griffe francese, la Speedy.
Nel 1936 Georges Vuitton morì e suo figlio, Gaston-Louis Vuitton, assunse il controllo dell'azienda di famiglia. Oggi, Louis Vuitton è una delle case leader nel mondo della moda internazionale e i suoi prodotti comprendono, oltre alle valigie di lusso, scarpe, orologi, gioielli, accessori, occhiali da sole e libri, con un volume d'affari da capogiro. Il 15 gennaio 2020, l'azienda ha acquisito, tra l’altro, il diamante Sewelô, il secondo diamante grezzo più grande mai trovato nella storia, da Lucara Diamond che l'hanno estratto dalla loro miniera in Botswana.
Per celebrare questo incredibile talento a duecento anni dalla nascita del suo fondatore, la maison ha lanciato 200 Louis, un'iniziativa che ha coinvolto le più importanti boutique al mondo, svelando le opere di 200 artisti che con ingegno e creatività hanno reinterpretato l'iconico bauletto della label, trasformandolo ora in una magica scatola illuminata da un montaggio di produzione artistica, ora in un oggetto simile a un robot, composto da scatole sovrapposte, che accenna al modo in cui Louis impilava i bauli nelle sue vetrine.
Per ogni opera prodotta Louis Vuitton si è impegnata a donare 10.000 euro, per un totale di 2 milioni di euro, devoluti a quindici organizzazioni senza scopo di lucro scelte per il loro impegno nel consentire l'accesso e la scoperta delle arti e della creatività tra i giovani provenienti da comunità svantaggiate del mondo.
Tra le iniziative in onore del fondatore, la maison ha rilasciato anche Louis The Game, il nuovo videogioco dedicato a Vuitton, dove un'introduzione invita i giocatori a scegliere tra due zaini Louis Vuitton, mentre un tutorial mostra i movimenti della piccola mascotte Vivienne, in cammino per raggiungere la festa di compleanno di Louis. Ognuna delle 200 candele sblocca una cartolina che rivela un aneddoto o una curiosità sulle collaborazioni della maison, gli ordini speciali, le informazioni tecniche, la storia della famiglia e i momenti salienti delle sfilate, per conoscere più da vicino la storia del brand di uno degli imprenditori più visionari di sempre.