Quando nasce la seduzione? Rispondere a questa domanda da un punto di vista storico ha poco senso: semplicemente, c’è sempre stata; è più antica rispetto alla nostra stessa specie. Anche gli animali la utilizzano, con tecniche che generalmente sono molto più strutturate e rigide delle nostre. La seduzione è prima di tutto una necessità naturale: serve a garantire la prosecuzione della specie.
Nella nostra lingua, ereditata dai romani, e nella nostra cultura, ereditata attraverso la Bibbia dagli ebrei, la seduzione non è un concetto neutro: porta in sé una sfumatura negativa difficile da eliminare. Seduzione, infatti, fa rima con inganno. I romani la designavano col verbo se-ducere, condurre a sé, trarre in disparte, in una parola “deviare”. Anche l’Eva biblica seduce Adamo inducendolo a commettere un peccato. Perché quest’aura negativa? Perché chi seduce qualcuno lo fa infatuare, e in qualche modo lo fa impazzire. Sappiamo tutti che quando ci si innamora si è inclini a commettere le peggiori follie.
Sigmund Freud sosteneva addirittura che alla base delle nevrosi ci fosse il ricordo di scene di seduzione subite nell’infanzia, nel momento in cui non si disponeva ancora dell’attrezzatura mentale e della maturità sessuale per goderne o per opporsi.
Molti esperti distinguono la seduzione mentale da quella fisica: i due aspetti possono essere entrambi presenti, ma generalmente l’appeal della mente è molto più elevato e duraturo. Questo spiega anche la possibilità di una seduzione online, come quella che è possibile sui siti di incontri. Qui l’aspetto mentale è privilegiato, e in alcune statistiche si calcola che circa il 20% degli incontri dopo una “seduzione in chat” diano come risultato la formazione di una coppia vera e propria. Non è poco.
La seduzione, come la definisce la psicologa Roberta Manca, è un “gioco vitale” ed è dominata da un’energia molto potente e profonda. Si tratta allo stesso tempo di un istinto e di una tecnica: tutti i bambini hanno capacità più o meno elevate di se-ducere, ossia di portare gli adulti ad agire come vogliono loro piangendo, tenendo il muso, ecc. La seduzione negli adulti, però, è il risultato di un processo: il linguista J.C. Hagège diceva che “diventare seducenti rappresenta una conquista personale che ha inizio con l’audacia di essere se stessi”.
Quando nel percorso per raggiungere la vera capacità di seduzione, quella autentica e matura, può accadere che qualcosa vada storto e si creino degli eccessi. Alcune persone, infatti, sono caratterizzate da un bisogno compulsivo di agire o subire la seduzione, senza riuscire a raggiungere l’equilibrio. Chi ha un carattere dipendente, ad esempio, è sempre disperatamente in cerca di una guida (un seduttore) che agisca e addirittura pensi al posto suo; il problema opposto è di chi ha la cosiddetta sindrome del Don Giovanni e non si dà pace finché non è assolutamente certo di avere affascinato tutti coloro che ha intorno. Cosa caratterizza entrambe le devianze? L’insicurezza, cioè la mancanza di una vera “audacia di essere se stessi” come direbbe Hagège.
Quindi, per riassumere:
Infine, questo “gioco vitale” non può che essere un “gioco pulito”, altrimenti è probabile che una delle due parti soffra di insicurezza e travisi il vero significato della seduzione, andando piuttosto in cerca di compensazioni per le proprie mancanze.