Alcune delle opere più famose nel campo della musica, dell’arte figurativa, dell’architettura e della letteratura sono in realtà degli incompiuti. In alcuni casi è proprio la loro mancanza di completezza a risultare così dirompente. Parliamo oggi di sette opere d’arte famosissime che i loro autori non sono riusciti a completare.
La sinfonia è un brano musicale che si sviluppa in diverse fasi, dette movimenti. Shubert scrisse la sua Ottava a venticinque anni, orchestrando completamente soltanto i primi due movimenti e abbozzando il terzo. Poi abbandonò il progetto e non riuscì più a riprenderlo. Sei anni dopo morì. Per fortuna aveva affidato gli spartiti a un amico perché li conservasse, e grazie a ciò l’opera è giunta fino a noi. Secondo i musicologi è un capolavoro nonostante sia incompleta, anzi, forse proprio per questo: i primi due movimenti sono così belli che non c’è bisogno di altro. Probabilmente anche Shubert aveva sentito, dentro di sé, che non occorreva aggiungere nulla a questa splendida opera.
Questo Requiem è leggendario e su di esso circolano molte storie inquietanti. Stendhal, ad esempio, sosteneva che un misterioso committente avesse chiesto a Mozart già malato e debole un’impresa difficilissima: comporre un’intera messa da requiem in un solo mese. Questo lavoro non fu finito perché Mozart, nonostante avesse lottato contro la malattia per portarlo a termine, morì prima di scrivere le ultime note. Il committente senza volto si potrebbe identificare allora, letterariamente, con la Morte stessa. Secondo altri il requiem fu scritto dal musicista proprio per sé stesso, in quanto si sentiva prossimo alla fine. E questa creazione è proprio un capolavoro.
Questo libro, a leggerlo oggi, non sembra un incompiuto. Ma la sua apparente coerenza è frutto di un grande lavoro da parte degli editor di Einaudi, la casa editrice che pubblicò postumo il romanzo. In realtà Fenoglio, morto a soli 40 anni, aveva scritto molto, ma non aveva ancora dato “l’ultima vernice” all’opera. In ogni caso Il Partigiano Jonny ha fatto la storia della letteratura italiana.
Questo quadro è un evidente incompiuto: in oltre la metà della tela è ancora visibile il disegno preparatorio. Il soggetto principale è la Vergine con in braccio il bambino Gesù, ma anch’essa è soltanto un abbozzo. Questo dipinto, lasciato dall’autore a uno stadio così primitivo, ha comunque un grande interesse artistico perché mostra come era solito lavorare: uno sguardo ravvicinato sul “cantiere” di Leonardo.
Questo dipinto è assai interessante: proprio l’incompiutezza gli conferisce un’estetica meravigliosa, decisamente contemporanea. Il volto del primo presidente degli Stati Uniti è completo e dettagliato, mentre tutta l’area della tela dove doveva trovarsi il busto è bianca. Stuart realizzò oltre un centinaio di ritratti di Washington, eppure per ironia della sorte quest’unico incompiuto divenne un’icona. Il volto che ancor oggi compare sul dollaro americano è ripreso proprio da questo ritratto.
Un altro incompiuto celeberrimo, adorato da generazioni di lettori. Bulgakov ci lavorò a più riprese, interrompendosi anche per lunghi periodi. Sono noti i problemi dello scrittore con la censura sovietica, i quali furono uno dei motivi per cui esitò così tanto nel dare alla luce il libro. Nel 1931, Bulgakov diede addirittura fuoco al manoscritto, per poi pentirsene e risciverlo. Nel testo che leggiamo oggi si avverte chiaramente l’incompiutezza, anche se la moglie di Bulgakov lavorò per completarlo dopo la sua morte.
Dal 2011 la Sagrada Famiia è entrata nelle statistiche come il monumento più visitato dell’intera Spagna. Purtroppo il suo architetto, Antoni Gaudì, morì prima di vederla compiuta.