Chi di noi non ha mai provato gli effetti di una delusione amorosa o dello sfumare di un’occasione sentimentale importante, sulla quale si sono investite energie e speranze? Bene, il dolore che si prova sembra avere delle basi scientifiche in quanto è inversamente proporzionale agli effetti meravigliosamente benefici che si provano con l’innamoramento. In quest’ultima fase, infatti, il nostro corpo produce gli ormoni della felicità, ovvero dopamina e serotonina, mentre nella situazione opposta della perdita, molte volte senza preavviso, produciamo cortisolo che viene definito l’ormone dello stress.
Esso è chiamato in questo modo perché si collega ad una reazione del nostro organismo, denominata anche “risposta di attacco o fuga”, prodotta dalle ghiandole surrenali che reagiscono allo stress rilasciando cortisolo. Ciò avviene quando la situazione di stress persiste nel tempo e mantiene costantemente elevati i valori del cortisolo i quale a sua volta produce fenomeni di ansia e insonnia fino al rischio di manifestazioni depressive.
In questo quadro diventa perciò calzante l’espressione “cuore spezzato”: sembra addirittura che il cuore subisca degli effetti simili all’infarto, con una sorta di paralisi del ventricolo sinistro. In parole povere, le forti tensioni emotive hanno una ripercussione diretta sul fisico. Il nome clinico dato al fenomeno è di cardiomiopatia takotsubo, che possiamo appunto tradurre come sindrome del cuore spezzato.
L’angoscia e la disperazione per la perdita di un amore lasciano smarrita la persona che ha la sensazione di precipitare in un tunnel senza via d’uscita, soprattutto quando ci si lascia all’improvviso e si subisce ha uno shock emotivo devastante.
Oltre ai malesseri già illustrati, si va incontro a mal di testa, problemi di memoria e di concentrazione, difficoltà digestive collegate spesso ad un aumento di peso, causato dal lasciarsi andare nel consumo di cibo o di alcol.
Ma se questo non è un quadro felice della situazione, le risorse che ognuno di noi possiede per uscire dal malessere sono molte, si tratta soltanto di individuarle e metterle in pratica, anche se potrebbe volerci del tempo. La parola d’ordine in queste situazioni è quindi pazienza.
Non isolarsi: se il primo pensiero è di starsene soli per sfogare il dolore lontano dagli sguardi altrui, ciò deve avere un tempo limitato per impedire alla persona di richiudersi su sé stessa in una sorta di rifiuto dei rapporti sociali. È quindi necessario uscire, coltivare le amicizie pregresse o trovarne di nuove perché la vita continua, sia lato individuale che collettivo
Prendersi cura di se stessi: fare sport, cambiare taglio di capelli o rinnovare il guardaroba aiuta a vedersi diversi, nuovi e in grado di attirare nuovamente l’interesse di qualcuno. Avere una bella immagine di se stessi aiuta psicologicamente a trasferire questa stessa immagine all’esterno.
Non rimanere ancorati al passato: guardare indietro non aiuta a stare bene ma rappresenta una zavorra che ci trascina nell’infelicità. La strada verso il benessere ha due nomi: speranza e futuro.