Chanel era di umili origini: nata il 19 agosto del 1883 a Saumur, nella Francia meridionale, all’età di dodici anni perse la madre cui seguì, a breve, l’abbandono del padre.
Trascorse la sua adolescenza in un orfanotrofio e, successivamente, presso alcune zie che le insegnarono a cucire, e a cui probabilmente si deve il soprannome di “Coco”, ‘bestiolina’.
Quanto a questo diminutivo, altre voci fanno invece riferimento alla breve carriera della giovanissima Coco nei club di Vichy e Moulins, dove veniva appunto chiamata “Coco” e si esibiva come cantante. Una terza ipotesi, infine, sostiene che Coco venga dall’abbreviazione di “cocotte”, la parola francese che indica una sorta di “prostituta privata”.
Coco cominciò la sua attività nel 1909 cucendo cappelli e già nel 1914 i suoi guadagni le permisero di aprire due negozi, uno a Parigi ed un altro a Deauville. Nel 1916 aprì un salone di alta moda a Biarritz, che nel 1920 trasferì a Parigi.
Le sue creazioni erano particolarmente in contrasto con quelle della Belle Époque: i suoi modelli erano minimalisti, informali e piuttosto mascolini-ad esempio, non prevedevano corsetti perché erano scomodissimi e, avendo lei “una clientela di donne attive, queste avevano bisogno di sentirsi a proprio agio nel vestito”.
Si dice che il suo stile sia nato dalla mancanza di mezzi economici, che le impediva di comprare i vestiti in voga durante il periodo della sua giovinezza; fu così che cominciò a cucirseli da sola, usando le giacche sportive e le cravatte che erano, fino a quel momento, l’abbigliamento maschile di tutti i giorni. La sua era una moda che tendeva a offuscare il lusso, piuttosto che ostentarlo, appropriandosi di stili, tessuti e articoli d’abbigliamento che prima di allora erano stati indossati solo dagli uomini: soprattutto si ispirò all’abbigliamento sportivo, che le donne ancora ignoravano. Lo stile Chanel contribuì, infatti, all’ emancipazione femminile, nella misura in cui permise la diffusione degli stili “garçon” e “soup kitchen”, con un look androgino, adatto alla donna dinamica.
I suoi primi capi includevano lana jersey, che era comoda e pratica, ma non veniva considerata elegante, il ‘vestitino nero’, lo stile unisex e la moda per lo sport. Gli accessori prevedevano perle e catene d’oro, gioielli veri accanto a bigiotteria di qualità, borsette imbottite con catene dorate che si indossavano sulle spalle, scarpe con due tonalità e gardenie. Chanel abbandona i colori pastello e sottolinea, con i suoi colori preferiti, i concetti di eleganza e semplicità.
Nel 1923 presenta il leggendario profumo Chanel No.5, il primo a portare il nome di uno stilista. Questa fragranza rivoluzionò il mondo olfattivo dell’epoca; per la prima volta venne fatto uso di molecole di sintesi, chiamate Aldeidi, in grado di rendere il profumo vibrante e persistente. Nel concepimento di questa leggenda, Coco pensò ad una landa ghiacciata dove si arrivava per ammirare l’aurora dopo un viaggio rocambolesco.
Le iconiche doppie C incrociate, che diventeranno il simbolo della Maison e dello stile Chanel, vengono prese in prestito dalle vetrate dell’abbazia di Obazine, dove Coco trascorse la sua infanzia.
Chanel è stata anche la prima donna a pensare all’abbronzatura come strumento di bellezza, prima di allora il fattore estetico era infatti associato al candore e quindi ad una pelle bianca. Questa tendenza è nata quando Chanel, in vacanza a Juan-les-Pins, si espose al sole assumendo un vivace incarnato, venendo poi imitata da tutte le altre donne influenti.
Coco divenne ricca e cominciò a frequentare uomini facoltosi. Le piaceva ricevere in dono dei gioielli costosissimi, che poi lei prese a copiare, per farne della bigiotteria da abbinare ai suoi modelli. Nei primi anni ’30 ebbe una relazione con uno degli uomini più ricchi d’Europa, il Duca di Westminster, che le chiese di sposarlo ma lei rifiutò.
Nel 1939 fu costretta a chiudere il proprio atelier, quando la Francia dichiarò guerra alla Germania. Durante la guerra ebbe una storia d’amore con un ufficiale nazista che le fece perdere il successo e la simpatia dei francesi. Si trattava del barone Hans Gunther von Dincklage, detto “Spatz”, ufficiale nazista, che le permise di vivere, durante gli anni dell’occupazione tedesca in Francia, al settimo piano del Ritz di Parigi.
Con la fine della guerra, Coco venne arrestata perché accusata di essere una spia nazista, ma fu liberata, poche ore dopo, grazie all’intervento diretto dell’amico Winston Churchill. Dopo la guerra la creatrice di moda negò di essere stata una spia nazista e si trasferì in Svizzera, per essere dimenticata.
Il 1954 vide il suo grandioso ritorno sulle scene della moda mondiale. Non si sposò mai. Del resto, non aveva un buon concetto degli uomini, che riteneva dei semplici accessori nella vita di una donna. Morì il 10 gennaio del 1971, all’età di 87 anni, nei suoi appartamenti personali all’Hotel Ritz di Parigi, mentre stava preparando la collezione di quello stesso anno. È sepolta a Losanna sotto cinque teste di leone (il suo numero e il suo segno), scolpite nel marmo.