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    Avere un lavoro e non avere un lavoro: due grandi fonti di ansia
    Due pressioni ugualmente difficili da gestire: l’angoscia di essere disoccupati e non avere mezzi sufficienti per sostentarsi e la fatica di chi invece convive con un mestiere usurante e malpagato.

    In Italia si discute molto sulla condizione dei cosiddetti lavoratori poveri: persone che pur avendo un mestiere non riescono ad arrivare a fine mese. Secondo alcuni osservatori sarebbero  tre milioni di persone, ma tra i vari analisti non c’è accordo sulle cifre.

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    In ogni caso la condizione di queste persone è preoccupante: nel nostro Paese è tristemente normale lavorare anche oltre le quaranta ore settimanali, in un ambiente soffocante e privo di garanzie, per ottenere molto meno di quello che si dovrebbe. Anche chi ha un lavoro che gli garantisce la tranquillità economica è sempre più fragile: si moltiplicano i casi di ansia legati all’ambiente lavorativo ed “esplodono” i burnout.

    Un altro fenomeno estremamente comune è quello dei lavoratori “troppo qualificati”, quelli che non riescono a trovare un impiego corrispondente alle loro capacità e ai loro studi e per questo vivono in uno stato di perenne frustrazione.

    Ma nel nostro Paese ci sono due “popoli”: quello dei lavoratori che non ce la fanno più e vorrebbero quasi mollare, e quello dei disoccupati che sentono di essere ancora più penalizzati e che per via della loro condizione spesso precipitano in disturbi depressivi o di ansia. Simone Weil diceva che la disoccupazione è “uno sradicamento alla seconda potenza”, illuminando con questa frase il senso di perdita di identità che spesso e volentieri accompagna chi non ha un’occupazione.

    Potremmo dire insomma che, lavoro o non lavoro, troppa gente soffre. Il rimedio dovrebbe essere politico, ma non è questo il nostro campo. Ciò che possiamo fare per reagire a queste pressioni opposte ma simili è prenderci cura di noi e imparare ad ascoltare i campanelli d’allarme della nostra mente.

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    Ecco alcuni consigli per chi è disoccupato:

    1. Mantenersi attivi: il problema della disoccupazione è che spesso induce alla depressione: si finisce per passare troppo tempo sul divano di casa e si perde l’interesse per attività che prima erano fonte di gioia. Mentre si cerca un lavoro è importante mantenersi attivi, dandosi uno schema di attività che possa in qualche modo riempire la giornata. Sforzarsi di fare sport o uscire a passeggio, continuare a vedere gli amici, fare dei lavori in casa sono tutte cose utili. 
    1. Non “fissarsi” sulla ricerca del lavoro: per quanto sia difficile tenere a bada l’ansia, cercare lavoro in modo continuo e ossessivo non fa bene. Anche in questo caso è utile fare un piano: mandare un tot di email al giorno, fare un tot di telefonate o colloqui a settimana, e poi fermarsi e dedicarsi ad altro. 
    1. Non giocare al ribasso pur di essere assunti: bisognerebbe sempre negoziare su un equo stipendio e non andare al ribasso sperando di aumentare la possibilità di essere assunti! Questo atteggiamento è dannoso per tutti coloro che cercano un lavoro perché induce chi assume a proporre condizioni sempre più svantaggianti. 
    1. Farsi seguire da uno psicologo: di solito chi è disoccupato non si può permettere un sostegno psicologico, ma in questa fase della vita è particolarmente importante. Consigliamo di informarsi sulle associazioni che, ormai in tutte le province d’Italia, offrono percorsi brevi in condizioni agevolate.

    Per chi invece ha un lavoro e si sente particolarmente “oberato”:

    1. Impostare limiti sani

    Uno dei primi passi per preservare la salute mentale al lavoro è impostare dei limiti sani. Questo può significare definire le proprie ore di lavoro e rispettarle, evitare di portare il lavoro a casa con sé, e prendersi delle pause durante la giornata. Impostare dei limiti sani è importante per evitare il burnout e per garantire un equilibrio tra la vita professionale e quella personale.

    1. Comunicare in modo efficace

    La comunicazione efficace è essenziale per la salute mentale al lavoro. Questo significa comunicare in modo chiaro e aperto con i colleghi e i superiori, ma anche ascoltare attentamente ciò che gli altri hanno da dire. La comunicazione efficace aiuta a prevenire conflitti, a risolvere problemi in modo collaborativo e a mantenere un ambiente di lavoro positivo.

    1. Prendersi cura del proprio benessere fisico

    Il benessere fisico è strettamente legato alla salute mentale. Prendersi cura del proprio corpo attraverso una dieta sana, l'esercizio fisico e il sonno adeguato può aiutare a mantenere la salute mentale al lavoro. Inoltre, fare pause durante la giornata per fare qualche esercizio di respirazione o meditazione può aiutare a ridurre lo stress e migliorare la concentrazione.

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    1. Imparare a gestire lo stress

    Lo stress è inevitabile al lavoro, ma imparare a gestirlo è fondamentale per preservare la salute mentale. Ci sono molte tecniche di gestione dello stress che possono aiutare, come la meditazione, lo yoga o l'attività fisica. La meditazione, in particolare, si è rivelata estremamente efficace per prevenire il sovraccarico emotivo.

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     Commenti (3)
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    1. cri_cri62, Udine (Friuli-Venezia Giulia)
      Io vorrei portare l'attenzione a un problema serio. Nelle città in cui si trova più facilmente lavoro, e mi viene in mente Milano l'unica vera città europea in Italia, possono gli affitti essere così esosi??!! Uno stipendio. medio di un ragazzo è allo stesso livello ovunque in Italia ma a Milano va a finire praticamente tutto in affitto. Non passeranno molti anni che, per forza di cose, l'hinterland verrà occupato da giganteschi campi nomadi abitati da persone che pur avendo un lavoro normale non potrà permettersi un appartamento. La balieu insegna!
    2. sud_salento, Lecce (Puglia)
      offro lavoro alla mia donna
    3. daniele78, Palermo (Sicilia)
      L’amore eleva lo spirito ma per raggiungere il paradiso bisogna amare lavorare e vivere con gli altri se volete essere amate aiutatemi a trovare lavoro e vi raggiungo ovunque siate per starvi accanto e amarvi
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