D’estate si trascorre più tempo a piedi nudi e molti sperimentano una sensazione di libertà e piacevolezza che induce a riflettere: quanto è bello sentire il piede “libero” a contatto con il terreno, mentre la maggior parte del tempo lo si tiene stretto in vario modo dalla forma delle scarpe?
I creatori delle scarpe barefoot, di cui ci accingiamo a parlare, hanno notato proprio questo: quando il piede è libero le dita si presentano allargate e distese, mentre per l’abitudine di calzare scarpe dall’estremità ristretta osserviamo spesso che esse si rattrappiscono in modo innaturale. Anche le suole, spesso rigide o modellate da tacchi e deformazioni, non rendono giustizia al modo “reale” di camminare. Da qui l’esigenza di creare scarpe in una forma che rispetti la naturale anatomia del piede.
Le scarpe barefoot (in inglese: “a piedi nudi”) sono calzature minimaliste progettate per avvicinarsi il più possibile alla sensazione di camminare o correre senza supporti. A differenza delle scarpe tradizionali, che spesso presentano suole rigide e forme strette, le scarpe barefoot sono caratterizzate da:
Secondo i promotori delle calzature barefoot, queste consentirebbero di vivere tutto l’anno la salutare esperienza estiva della camminata a piedi nudi. I benefici sarebbero vari, e includerebbero una maggiore stimolazione sensoriale delle estremità, un miglioramento della forza del piede, una naturale distensione delle dita che dolorerebbero meno, addirittura una prevenzione delle patologie podologiche.
Spesso le scarpe barefoot sono prodotte con materiali Veg e sostenibili, diventando a loro modo simbolo di un approccio più rispettoso della natura sia umana che vegetale e animale.
Le diatribe principali sulle scarpe barefoot si registrano principalmente nel mondo dei runner, diviso tra i sostenitori delle calzature ammortizzate e i partigiani della “corsa naturale”. Secondo i primi, correre a lungo senza una ammortizzazione adeguata potrebbe provocare danni posturali, mentre i secondi sostengono che le popolazioni antiche e primitive abbiano sempre corso con calzature che oggi considereremmo barefoot, o più spesso senza.
Gli studiosi sono intervenuti sottolineando che, a livello ideale, le scarpe barefoot non darebbero nessun problema, se non fosse che viviamo in una società dai “piedi addormentati”: abituati fin da piccoli a calzare scarpe molto strutturate, abbiamo perso la naturale sensibilità e mobilità delle estremità. Ecco perché approcciarsi al mondo del barefoot è un percorso già per chi vuole solo camminarci, e per i runner è una scelta tutto sommato sconsigliabile.