Non siamo mai soddisfatti del nostro aspetto estetico, rincorriamo continuamente la taglia perfetta, imposta dai canoni estetici dettati da una società sempre più vanitosa, che fa della bellezza assoluta e della perfezione irraggiungibile il suo must.
Prima di affrontare qualsiasi discorso sulle diete che non funzionano, è opportuno separare l'aspetto salutistico da quello estetico. In questo discorso ci concentreremo solo su quest'ultimo, perché l'immagine corporea per le persone è molto importante e tanti di noi sono disposti a fare sacrifici pazzeschi per la bellezza.
Partiamo da presupposto che il difetto di ogni dieta stia nel significato stesso che abbiamo dato a questo termine: un intervento momentaneo per risolvere un problema cronico. Non c'è da meravigliarsi, allora, se non funziona. Peraltro, ogni meccanismo restrittivo e punitivo, in una società in cui il cibo prima ancora di essere nutrimento è piacere, è destinato a durare poco e a fallire a lungo termine. Il vero problema sta altrove, nel rapporto da ricostruire tra noi e il cibo.
Nel corso della storia evolutiva della nostra specie il cibo è stato prima di tutto nutrimento e sopravvivenza e c'era poco spazio per ogni altra funzione legata al piacere se non quella di placare la sofferenza della fame. Nel mondo moderno, invece, dove il cibo è diventato un prodotto, mangiare significa soddisfare prima di tutto determinate condizioni emotive. Si mangia per nervosismo, stress, solitudine, tristezza, gioia dello stare assieme, prima che per fame. Mangiamo di più e mangiamo peggio. Questo, associato ad un proliferare di alimenti industriali creati a tavolino per essere irresistibili, ci ha fatto perdere il controllo. Da qui nasce l'epidemia di malattie metaboliche e di sovrappeso. Non dal problema metabolico di un singolo che va "messo a dieta”, ma da un problema comportamentale e sociale che va corretto alla radice.
Non si tratta di mancanza di motivazione o scarsa volontà. Le persone spesso si sentono in colpa perché non riescono a stare a dieta ma questo è proprio uno dei segnali che indicano che hanno bisogno di un aiuto diverso. Il senso di colpa associato al piacere del cibo è il più grosso ostacolo da superare. Ad esempio, se sei da sempre a dieta e se non ricordi un giorno - a partire dalla tua adolescenza - in cui non lo sei stata. Se ti senti in colpa dopo aver mangiato qualcosa che ti piace. Se alterni periodi in cui ti controlli tanto ad altri in cui non hai freni. Se, nonostante gli sforzi, il peso non scende ma può persino aumentare. Se pensi che l'attività fisica sia fatta per smaltire invece che per sentirti bene e cerchi di trascorrere ore in palestra per compensare gli "sgarri" alimentari.
La nozione di piacere è fondamentale. Si potrebbe pensare che consolarsi con il cibo non vada bene ma non è vero, perché tutti lo facciamo in un modo o nell'altro. Il cibo ha effettivamente anche una funzione consolatoria e di appagamento. Il vero problema è non riuscirci. Ad esempio, se io mi godo appieno e serenamente un pezzetto del mio dolce preferito e riesco ad esserne soddisfatto, probabilmente non cercherò altri sfoghi. Se invece non sono serena, mangiare un alimento confortante attiverà in me il senso di colpa che impedirà la gratificazione: a questo punto, nell'illusione di avere questa gratificazione, andrò avanti a mangiarlo. E’ un circolo vizioso: mi impongo delle regole ma più ne metto, più ne infrango.
Il criterio da seguire è ripristinare l'automatismo con cui mi fermo quando sono sazio. Questa capacità ce l'abbiamo tutti quando siamo piccoli ma, con la cultura e le regole sociali, tende a scemare. Il cibo viene associato a un premio o una punizione e ciò è profondamente errato perché esso è una funzione fisiologica e non un'arma di ricatto. Non esistono nemmeno cibi vietati, perché se superi il tuo fabbisogno energetico - che tu percepisci sotto forma di fame o sazietà - ingrassi sia con le patatine fritte sia con i finocchi.
Come uscire da questo circolo vizioso?
Nessuno di noi può vivere a lungo in una condizione in cui il cibo è solo sacrificio e rinuncia. Occorre allora ritrovare un equilibrio tra la necessità di nutrirsi in modo corretto per il corpo e quella di appagare il meccanismo del piacere, in modo da evitare che prenda violentemente il controllo dei nostri comportamenti.
Il discorso è molto complesso e lungo, ma possiamo perlomeno citare alcune strategie di base da adottare per ricostruire un rapporto più equilibrato con il cibo:
Se hai dei problemi di peso, ricordati che la prima cosa che va corretta è il tuo rapporto con il cibo. Se riesci in questo percorso e semplicemente impari quali ingredienti utilizzare nella vita quotidiana e come inserire qualche eccezione appagante, avrai vinto la battaglia per sempre e non avrai mai più bisogno di metterti a dieta.
Ricordati che la dieta non funziona se prevede troppe rinunce. Molti di noi sono convinti che il miglior modo per dimagrire sia quello di dare un drastico taglio ai propri cibi preferiti, ma una nuova ricerca condotta dagli studiosi della Baylor University ha dimostrato che non è così. Spesso, infatti, questa si rivela una strategia completamente sbagliata che nel lungo termine non aiuta né a perdere peso né a mantenere i risultati già raggiunti. I ricercatori sono giunti alla conclusioni che l’approccio tradizionale alla dieta “fai da te”, che elimina totalmente e improvvisamente dei cibi calorici che ci piacciono e consumiamo abitualmente, non è certo la più efficace. Piuttosto che rinunciare totalmente ai nostri cibi preferiti (dolci, fritti, formaggi, alcolici, ecc…), sostituendoli magari con alimenti insipidi e poveri di nutrienti, è molto più efficace aumentare il consumo di alimenti più salutari come frutta, verdura e cibi integrali continuando a consumare, in misura minore, anche quelli che più amiamo.
Prova a pensare a quali sono i cibi che ti piacciono ma che mangi raramente o che non consumi mai. O anche a quelli che non hai proprio mai assaggiato, magari legati al preconcetto che di sicuro non ti piaceranno. Stila la tua lista di cibi, comprali, assaggiali, guarda nuove ricette su internet con questi ingredienti, cerca nuove cose in supermercati diversi. Quando scopri qualcosa che ti piace davvero e che ha meno calorie dei tuoi cibi preferiti mettilo nel tuo carrello della spesa e prendi l’abitudine di consumarlo abitualmente. Questo ti porterà in maniera naturale a mangiare meno dei tuoi cibi preferiti (e spesso assai calorici) perché assumere molti nuovi alimenti ti darà un maggiore senso di sazietà e appagamento.
I risultati sperimentali confermano che questo è l’approccio giusto per perdere peso gradualmente e mantenerlo nel tempo, senza troppa fatica e soprattutto senza drastiche rinunce.
Diffida dunque delle diete miracolose e dell'industria delle diete che promettono risultati eclatanti in breve tempo. Non escludere nessuna categoria di alimento o di cibo, non privarti di niente. Mentre le diete funzionano sempre e solo sul breve termine, lo scopo è ritrovare il tuo peso naturale ascoltando i segnali che ti manda il corpo. Il peso naturale è quello che si ottiene rispettando le sensazioni di fame o sazietà; è il peso per cui è programmato il tuo corpo non la taglia che vorresti avere. Il peso ideale, per motivi genetici, può aumentare e le diete che portano al famoso effetto yo-yo possono addirittura spostare verso l'alto questo peso naturale.
Prima di andare da qualcuno, perciò, rimetti in questione l'idea stessa di stare a dieta, fai sport per sentirti soddisfatto o rilassato e non privarti delle cose che ti fanno stare bene, eliminando il senso di colpa.
La dieta è un’abitudine, uno stile di vita, non un sacrificio!