L’agenda 2030 europea si focalizza su due obiettivi: da un lato la riduzione delle emissioni di CO2, ma dall’altro anche la riduzione della povertà nei nostri territori. Non è dunque peregrino il calcolo realizzato dall’università di Friburgo, che si è chiesta di quante risorse abbia bisogno ogni singola persona ogni anno per non cadere nella povertà.
Sei tonnellate di “cose” tra cibo, carburante, vestiti e oggetti: ecco ciò che serve all’anno a ogni singolo europeo per avere il minimo indispensabile per sostenersi, o magari un poco di più. Visto così il calcolo fa quasi paura a chi si preoccupa per l’impatto ambientale dell’uomo moderno, ma c’è da dire che le classi più ricche sforano ampiamente questo limite.
Come sono arrivati i ricercatori di Friburgo a definire la quantità di “cose” necessarie? Il calcolo si è basato sull’indice comunitario degli standard di vita dignitosi (DLS) realizzato nel 2017. Tra questi standard rientra, per esempio, l’accesso a uno spazio abitabile di almeno 15 metri quadri, la disponibilità di almeno 2100 calorie al dì per ogni persona adulta, il possesso di elettrodomestici ormai praticamente indispensabili come una lavatrice o un piano cottura, il possesso di un mezzo per spostarsi e di un cellulare e un PC.
Nelle famose sei tonnellate rientra quindi anche il peso di infrastrutture necessarie e pubbliche come le strade, il peso di una casa da acquistare o prendere in affitto una volta nella vita, una macchina da cambiare ogni 10-15 anni, un frigorifero che “resta in servizio” per un decennio o due… ecco che già così la cifra non suona poi troppo esagerata.
Naturalmente bisogna aggiungere alla nostra bilancia il peso delle cose necessarie alla vita di ogni giorno, come il cibo, i vestiti e gli oggetti quali saponi, detersivi e altro.
Secondo i ricercatori tedeschi queste sei tonnellate rappresentano non solo il necessario, ma anche il desiderabile: se ognuna degli 8 miliardi di persone che popolano il pianeta “pesasse” in questo modo la presenza dell’uomo sulla Terra si considererebbe “sostenibile”.
Secondo un calcolo realizzato nel 2019, invece, sono proprio i super-ricchi i principali responsabili dell’inquinamento. Per dirla meglio, si è stabilito che l’1% della popolazione più agiata inquina quanto due terzi dell’intera umanità. Secondo gli ambientalisti questo 1% più ricco potrebbe essere considerato responsabile di 1,3 milioni di vittime del riscaldamento globale entro il 2030.
Nel 2019 i 77 milioni di super-ricchi della Terra hanno prodotto circa il 16% dell’inquinamento totale, un impatto che da solo è maggiore rispetto a quello di tutte le automobili circolanti nel mondo. L’agenzia Oxfam ha stabilito che “chi fa parte dell’1% più ricco per reddito inquina in media in 1 anno quanto inquinerebbe in 1.500 anni una persona appartenente al restante 99% dell’umanità”.
Vai a vedere che queste sei tonnellate di cose sono, probabilmente, un esercizio di sobrietà?