Chi di noi non ha mai provato, dopo il primo elettrizzante incontro con una nuova fiamma, quella sorta di preoccupazione palpitante che induce a dirsi o a dire: “Tornerai anche domani”?
Questa domanda spesso non è formulata in via diretta, ma si avverte comunque molto chiaramente negli atteggiamenti: dal ricercare la persona interessata con chiamate e messaggi al manifestare preoccupazione e desiderio di maggiore vicinanza dopo il primo tenero avvicinamento.
Un bel componimento del filosofo Kierkegaard chiarisce perfettamente il problema di cui stiamo parlando, in modo profondo ed evocativo. Ecco lo stralcio:
“Se una fanciulla dicesse all'innamorato
venuto la sera a trovarla:
Tornerai anche domani?
nel suo amore ci sarebbe
una vena di preoccupazione.
Se invece, senza parlare del domani,
gli gettasse le braccia al collo esclamando:
Grazie d'essere venuto oggi!
vorrebbe dire che non sta in ansia
per il giorno seguente.
Per spiegarmi meglio:
fra due ragazze delle quali l'una
domandasse: Tornerai anche domani?
e l'altra esclamasse: Grazie d'essere venuto oggi!
chi di loro sarebbe più sicura che l'innamorato
si rifarà vivo anche il giorno dopo?”
Ora, non c’è assolutamente nulla di male nel desiderio di rassicurarsi che un nuovo incontro si trasformerà in qualcosa di più solido. Lo stato di ansia e preoccupazione che vela di tristezza una bella giornata, però, si riflette in modo negativo sia su chi lo prova sia sul destinatario. È triste dirlo, ma spesso l’effetto collaterale è una “morte dell’attrazione”.
I primi incontri sono sempre momenti molto delicati e a volte risultano decisivi nel determinare se una relazione proseguirà o meno. Nel primo incontro si inaugura anche una dinamica che impatterà sul periodo successivo. Mettersi in una posizione di ricerca di conferma è piuttosto pericoloso, in quanto si tende a destare nell’altro un senso di allarme con desiderio di fuga, oppure lo spinge a prendere le redini del gioco con la potenzialità di diventare prevaricatore. Noi esseri umani siamo estremamente sensibili ai segnali non verbali e un atteggiamento di ansia viene subito letto dall’inconscio.
Di solito il desiderio di conferme di chi chiede: “Tornerai domani?” è dato da una scarsa autostima e da una forte paura dell’abbandono. A volte ci si dimentica di assaporare la gioia di un bel momento perché travolti dalla paura di perdere tutto.
La radice più profonda della domanda: “Tornerai?” è: “Mi consideri degno/a di amore? Perché non ne sono così sicuro/a”.
Per quanto sia difficile attivare la razionalità quando si vive in una forte emozione, sforziamoci di analizzare la forza che ci spinge ad attaccarci al collo dell’altro, metaforicamente o no, e a chiedere conferme per paura di perdere una felicità appena iniziata. Sforziamoci di capire cosa succede dentro di noi e di scambiare un atteggiamento potenzialmente deleterio con qualcosa di più positivo.
Abituiamoci, semplicemente, a ringraziare l’altro di esserci stato, di esserci qui e ora, e non saltiamo subito al domani. Sostituiamo l’attendere con l’assaporare e i nostri primi incontri saranno solo begli incontri vissuti fino in fondo.