La teoria delle cinque ferite, sviluppata da Lise Bourbeau, si fonda su un pensiero spirituale-religioso da un lato e su un approccio psicosomatico dall'altro. Non è una teoria scientifica, ma conoscerla è importante per trarre degli spunti di autoconoscenza e autoguarigione che possono guidarci nella vita.
Secondo la scrittrice francese, ognuno di noi viene al mondo con quattro ferite emotive già presenti nel corpo e nella mente; a queste, solo per alcune persone, se ne aggiunge anche una quinta. La famiglia in cui nasciamo non sarebbe casuale, ma scelta da Dio stesso che ci donerebbe dei genitori in grado di portare alla luce le nostre ferite e permetterci di affrontarle. Questo spiegherebbe anche i diversi atteggiamenti che i genitori di molti figli hanno con ciascuno di loro.
Le ferite non sono solo emotive ma anche fisiche o, per meglio dire, è possibile riconoscere le nostre ferite mentali osservando la forma del corpo. Secondo Bourbeau, poi, a ogni ferita corrisponde una determinata maschera, cioè un comportamento tipico di reazione.
Passiamo ora a riassumere le cinque ferite e le loro caratteristiche:
Ferita da rifiuto: è la più grave ed è provocata dal genitore dello stesso sesso, il quale in qualche modo non accetta il bambino, fin dal suo concepimento. È la ferita più profonda perché tocca l'esistenza stessa della persona.
Chi la porta con sé è estremamente critico verso se stesso, in qualche modo pensa di non meritare di esistere e si adegua, tentando di sparire. Sarà quindi una persona fisicamente molto piccola, magra e contratta nella parte superiore del corpo. Più il corpo si conforma a questo "stampo" più la ferita è profonda.
La maschera associata è quella del fuggitivo, autodistruttivo e propenso a dipendenze come alcool e droghe.
Ferita da ingiustizia: è associata a quella da rifiuto ma si risveglia più tardi, tra i quattro e i sei anni; anch'essa è provocata dal genitore dello stesso sesso ma, a differenza di quella da rifiuto, è marcata dalla collera. Si tratta della ferita di chi ha subito, o ha visto i genitori subire, trattamenti che avvertiva come ingiusti.
Chi ha forte in sé questa ferita è un perfezionista, ma a differenza del caso visto prima, non si critica sul piano dell'essere ma su quello del fare (quindi la situazione è meno grave). La persona-tipo è performante, attiva, riesce a seguire le diete, ama vestirsi bene, sopporta grandi carichi fisici e psichici. Il fisico è ben modellato e attraente.
La maschera è quella del rigido: il corpo non si muove morbidamente, piega poco le ginocchia nel camminare.
Ferita da abbandono: nasce intorno al primo, secondo anno di vita del bambino ed è provocata dal genitore di sesso opposto.
Questa ferita non riguarda l'esistenza, ma l'amore. Il bambino con questa ferita farebbe di tutto per essere amato dal genitore, ma sente di non esserlo.
Una volta diventate adulte, le persone con ferita da abbandono continueranno a cercare le attenzioni del sesso opposto, non in maniera sana, bensì attraverso il compiacimento. Per chi soffre di abbandono la difficoltà reale è coltivare un amore che non coincida con il sacrificio.
Fisicamente, sono persone snelle ma non toniche: il corpo è cadente, le spalle curve, questo perché la maschera che indossano è quella della vittima o, per dirla con Bourbeau, del dipendente (affettivo) deluso e depresso.
Ferita da tradimento: si risveglia tra i tre e i cinque anni a opera del genitore di sesso opposto ed è legata a doppio filo alla ferita da abbandono, ne è addirittura una possibile conseguenza: nasce nel bambino che, dopo aver tentato in ogni modo di compiacere il genitore evitante, si sente tradito e sviluppa la collera.
Il corpo delle persone con ferita da tradimento è un corpo forte, un corpo che sembra chiedere fiducia e promettere protezione. Per l'uomo, muscoli e spalle larghe, per la donna bacino e anche tonici e sviluppati.
La maschera della persona con ferita da tradimento è quella del controllante. Il controllo può esercitarsi in modo aggressivo ma anche più velato, ad esempio tenendo il broncio o operando il ricatto del silenzio quando qualcuno non fa ciò che ci si attende. Chi ha una ferita da tradimento continua a chiedere prove d'amore, domanda fiducia ma è portato a mentire.
Ferita da umiliazione: è l'unica che non hanno tutti. Se le prime quattro sono presenti, in varia misura, in tutti gli esseri umani, questa è legata a personalità particolari.
È una ferita molto legata al lato fisico della vita. Le persone che ce l'hanno amano la sensualità, la buona cucina e sono in generale edoniste. Non si concedono però di vivere questa loro propensione perché, in quanto esseri potentemente spirituali, si sentono giudicati da Dio e si vergognano.
Queste persone, da piccole, sono state rimproverate dal genitore che le curava di più; si sono sentite definire dei "maiali" perché assecondavano la loro propensione alla fisicità con atti definiti come sporchi.
Il segno fisico associato è la rotondità del corpo, che non è per forza sovrappeso. Dita, faccia, ventre o altro appaiono rotondi.
La maschera è quella del masochista. Si tratta di persone che hanno paura della libertà e fanno modo di essere sempre occupati in favore degli altri per evitare di godere del tempo della festa e delle gioie dei sensi.
Che farne, di queste ferite? Prima di tutto è importante conoscerle e analizzarle. Quando la maschera si attiva, cioè quando si reagisce alla ferita, la persona non è padrona della propria vita ma è vittima dell'ego. L'ego, per Lise Bourbeau, sembra essere una sorta di ombra che sovrasta la persona e non è completamente parte di lei: è in sostanza un principio negativo.
L'unico modo per guarire dalle proprie ferite è coltivare la spiritualità e l'amore autentico, evitando di agire secondo la propria maschera.
Per trasformare le ferite in risorse, diverse discipline che vanno dal couselling allo yoga hanno elaborato una serie di esercizi pratici. Uno di essi, volto ad aumentare la serenità, suggerisce di comprimere delicatamente certi punti del corpo per donare un po' di sollievo:
Chi fosse interessato ad approfondire l'argomento, che per ragioni di spazio è stato affrontato stringatamente, è invitato a rivolgersi a consulenti della salute psico-fisica come ad esempio i counsellor bioenergetici. La bioenergetica è una disciplina che ha un approccio simile a quello di Bourbeau ma è fondata su una psicologia più scientifica di quella della scrittrice francese, i cui libri sulle cinque ferite sono comunque una lettura utile.