La felicità è un tema complesso da affrontare. È davvero possibile essere felici? Forse sì, ma non nel modo in cui siamo abituati a pensare. La felicità è più uno stato di equilibrio che una sensazione continua di euforia. Per essere felici dobbiamo eliminare tutte le zavorre mentali che danneggiano il nostro equilibrio e ci costringono a procedere a zigzag invece che camminare liberi. Ecco dunque 9 idee molto comuni che ostacolano la nostra felicità: conoscerle ci può aiutare a liberarcene.
Pensa a quanti grandi artisti sono stati rivalutati dopo la morte: diresti mai che Van Gogh non era un bravo pittore? L’opinione degli altri conta quel che conta! Anche se un feedback negativo sul tuo carattere o sul tuo lavoro può insegnarti qualcosa, ricorda sempre che pure il tuo giudice è umano e può sbagliare – talvolta clamorosamente.
Nulla di nuovo si scopre senza errori. Quante volte Edison ha sbagliato prima di realizzare la lampadina? Si stima che abbia fatto circa 1200 esperimenti. E la cosa meravigliosa è che non si è mai arreso, anzi, ha preso ogni fallimento come un’opportunità. Un errore, anche importante, non è qualcosa di terribile: è qualcosa che accade normalmente e permette di imparare.
Non puoi pretendere che il mondo si diriga dove vorresti. La maturità è comprendere e accettare il mondo per come è, non per come dovrebbe essere. Non è poi detto che le cose che non faresti tu siano sbagliate in assoluto: l’apertura mentale consiste nell’indagare anche le ragioni degli altri.
È normale, quando succede qualcosa di indesiderato, eleggere un capro espiatorio. È normale, abbiamo detto, ma non è certo funzionale. Anziché cercare qualcuno a cui dare la colpa, perché non concentrarsi sulla soluzione del problema?
Una strana superstizione sostiene che se ci si preoccupa le proprie performance miglioreranno. Ma la preoccupazione non è un filtro magico che ha la possibilità di cambiare i risultati delle proprie azioni. A che serve andare in ansia per un impegno da assolvere, per un esame, per un colloquio di lavoro? Può servire, casomai, a peggiorare il quadro. È vero che un pizzico di preoccupazione può essere uno stimolo per agire in modo più attento, ma non vediamo comunque il motivo di richiamare quest’ansia in modo artificiale.
In realtà per ogni problema esistono tante possibili soluzioni. L’idea di dover cercare la risposta perfetta a una situazione difficile è un blocco per l’azione, spinge insomma a non darsi mai da fare per cambiare le cose. La risposta migliore quando sorge un problema è mettersi subito a lavorare per risolverlo, senza perdersi in troppe elucubrazioni e senza manie di perfezionismo.
Nella vita adulta le responsabilità non si possono evitare. Ricordiamo che, per quanti sforzi facciamo in senso contrario, la realtà vince sempre. Per essere felici bisogna mettere al bando ogni pensiero o tentazione che ci allontana dalla verità dei fatti. E allora, meglio prendersi carico delle proprie responsabilità e affrontarle piuttosto che cercare di fuggire!
Partiamo dal presupposto che il dolore è ineliminabile. Come diceva Buddha, “la vita è sofferenza”, non nel senso che siamo condannati a soffrire in perpetuo ma nel senso che una parte del nostro dolore non andrà mai via. La via per la felicità non consiste nel disperarsi nel tentativo folle di eliminare ogni fonte di sofferenza ma nel concentrarci maggiormente su ciò che ci provoca piacere e soddisfazione.
L’orgoglio può essere un grande ostacolo alla felicità. A volte non c’è una sola ragione ma ce ne sono diverse. Comprendere le ragioni degli altri e avere il coraggio di accettarle pur senza essere d’accordo è un grande esercizio di maturità.