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    Come prendercela meno quando gli altri ci feriscono
    Ci sono alcuni pensieri saggi che possiamo fare nostri quando ci rendiamo conto che ce la prendiamo facilmente.

    Capita che un giorno inizi proprio col piede sbagliato: un collega si comporta male, il partner fa una scenata senza motivo, il conducente dell’autobus non si ferma per lasciarci salire. Al dolore di essere feriti dagli altri si associa spesso un altro motivo di malessere: l’autocolpevolizzazione per il fatto che non siamo capaci di “fregarcene” come si dovrebbe. Ma se pensiamo alla storia evolutiva dell’essere umano capiamo perché l’approvazione degli altri ha tanta importanza per noi: in un tempo molto lontano, chi era rifiutato dalla collettività del villaggio si ritrovava solo in un mondo ostile ed era condannato a morte praticamente certa. Ecco perché le persone riescono a ferirci così tanto con una mala parola o un gesto sgarbato. Vorremmo piacere a tutti, vorremmo essere importanti, e se questo non succede sentiamo che la nostra esistenza è in pericolo.

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    Comprendere questo non vuol dire però restare in balia del comportamento altrui! Dobbiamo imparare delle tecniche psicologiche che ci consentano di prendercela meno. Tutto parte dal ripetere a noi stessi i concetti giusti, allenandoci giorno dopo giorno a farne una pratica.

    • “Non devo prenderla sul personale”

    Capita di ricevere degli sgarbi che non sono realmente collegati alla nostra persona. Se ad esempio un collega ci tratta in modo scorbutico senza motivo, è probabile che abbia avuto una brutta giornata e non che ci prenda di mira. Se pensiamo che il mondo ce l'abbia con noi coltiveremo rabbia e angoscia e ci sentiremo “vittime” quando in realtà non lo siamo. Se ci rendiamo conto che certe cose succedono per caso, e sarebbero successe anche senza di noi, siamo più in grado di lasciar perdere.

    • “Non sono io il centro del mondo”

    Quello di ripeterci che non siamo il centro dell’universo è sempre un esercizio utile. Perché? Perché ci aiuta a considerare che siamo creature piccole e a moderare le nostre aspettative. Purtroppo il mondo non è fatto a nostra immagine e spesso, molto spesso, ci capita di dover mandare giù dei bocconi amari. Un esercizio di umiltà ci può indurre a considerare anche le nostre sventure quotidiane qualcosa di piccolo e di risolvibile piuttosto che una tragedia.

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    • “Non devo aver ragione per forza”

    Se ci fissiamo sull’aver ragione spianiamo la strada verso l’infelicità. Dobbiamo riconoscere che nel nostro mondo esistono molte, troppe cose ingiuste (bambini che muoiono, catastrofi naturali eccetera) e che non tutto può andare come dovrebbe. Pretendere di stare nel “giusto” ci mette nel ruolo della vittima sempre arrabbiata e triste, che incolpa la Terra perché non gira come dovrebbe. Saper mettere da parte la ricerca della giustizia a ogni costo non significa adottare un atteggiamento sempre rassegnato, ma riconoscere le battaglie che è giusto combattere. La consapevolezza della situazione ci aiuta a prendercela meno quando gli altri ci feriscono.

    • “Non devo aspettarmi troppo dalle persone”

    A volte idealizziamo gli altri, pensando che debbano comportarsi sempre in modo corretto e gentile. In realtà le persone sono per natura opportuniste e fanno quello che conviene piuttosto che quello che è giusto. Il fatto che una persona si sia comportata in modo meschino, che abbia mentito, che sia stata sgarbata non significa necessariamente che si tratti di un cattivo soggetto: evidenzia piuttosto la fragilità umana. Impariamo a non aspettarsi che la gente sia “santa”. Se sapremo vedere la realtà in modo oggettivo, anche con uno sguardo un po’ più indulgente, vivremo sicuramente meglio.

    • Riconoscimento delle proprie ferite interiori

    A volte diventiamo estremamente tristi per sgarbi di poca importanza, perché nel nostro passato siamo stati feriti ben più profondamente. C’è un trauma non risolto che ancora parla in noi e ci fa venire le lacrime agli occhi o ci porta a reagire con rabbia. Quando ce la prendiamo con gli altri, chiediamoci sempre profondamente perché lo stiamo facendo: le risposte potrebbero essere ben poco scontate. Affrontare gli scheletri dentro il nostro armadio è in assoluto la terapia migliore quando ci rendiamo conto che ogni cosa che gli altri fanno ci ferisce.

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     Commenti (1)
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    1. scrigno556, Napoli (Campania)
      Lo smartphone ci isola sempre + dal mondo intero, impedendoci di socializzare e ci fa chiudere sempre + in noi stessi. Purtroppo è troppo utile x rinunciarvi, ma ci si dovrebbe sforzare x farne un uso molto più limitato.
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