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    Frasi che scambi per gentilezza ma che rivelano ferite interiori
    Tutti noi siamo stati educati alla gentilezza nei confronti degli altri, ma quando questa è eccessiva ci potrebbe essere una ferita nascosta.

    Oggi ti presentiamo un elenco di frasi che spesso vengono scambiate per gentilezza, ma che in realtà possono rivelare profonde ferite della psiche. Magari hai usato queste frasi in famiglia o con il tuo partner, per evitare conflitti o discussioni; magari hai rivolto queste parole anche a te stesso, nel tentativo di giustificare ciò che non era giustificabile. Prova a leggere questo elenco e a vedere se dici spesso qualcuna di queste parole:

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    • “Scusa” (anche quando non c’è niente di cui scusarsi)

    Ci sono persone che si scusano per qualsiasi cosa e no, non è un eccesso di educazione. Scusarsi senza motivo può rivelare il fatto che non ci si stima abbastanza: anche semplicemente esistendo ci si sente un peso per gli altri. Dal punto di vista psicologico, questa parola detta ripetutamente evidenzia il fatto che la persona crede di poter essere accettata solo annullandosi. È molto presente, in questo caso, la paura del rifiuto.

    • “Ho sbagliato” (anche se non ci sono colpe)

    Dire di avere sbagliato, assumersi la colpa anche quando non c’è, è il segnale di una ferita aperta. Le persone che dicono così stanno disperatamente cercando di controllare la loro realtà: infatti, assumendosi la colpa, ritengono di poter evitare lo stesso evento doloroso la prossima volta. Questo atteggiamento è legato a grandi paure, tra tutte quella di soffrire, e rivela anche un senso di colpa interiorizzato.

    • “Sicuro che non ti ho dato fastidio?”

    Anche questa frase sembra gentile, ma in realtà nasconde una forte paura, quella di non essere accettati. Si mettono davanti a tutto i bisogni degli altri, fino a scomparire. Si arriva a pensare di essere d’ostacolo semplicemente con la propria presenza.

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    • “Me la cavo da solo”

    Quella che sembra estrema autonomia a volte è in realtà un grido di dolore. Le persone che cercano di cavarsela sempre da sole non si fidano più degli altri perché nel loro passato non hanno trovato persone disposte a sostenerle nei loro bisogni. Dietro alla corazza si nasconde spesso un cuore spezzato.

    • “Mi dispiace di essere come sono”

    Chi pronuncia questa frase in un momento di intimità e vulnerabilità potrebbe essere cresciuto in un ambiente dove le emozioni non erano accettate, ma anzi ridicolizzate e negate. Questo chiedere perdono per il fatto di essere umani rivela un senso di colpa profondo e antico, un nodo al cuore difficile da sciogliere.

    • “Non succederà più” (anche se non c’è stato alcun errore)

    Chi da piccolo è stato abbandonato o ha subito punizioni eccessive può arrivare a temere il conflitto per paura che le sue ferite si riaprano. Tenderà quindi ad assumersi la colpa, scusandosi per comportamenti che in realtà non costituiscono errore. Si tratta di una forma estrema di sottomissione generata dalla paura ed è molto difficile che queste persone si aprano veramente in un rapporto.

    • “Non voglio essere un peso per te”

    Questa frase, che sembra nobile e quasi eroica, nasconde in realtà una ferita profonda. La persona non riesce a chiedere aiuto, ritenendo che i suoi problemi non siano risolvibili e quindi non valga la pena nemmeno di provarci. La disillusione è totale e la persona che pronuncia queste parole si abbandona completamente al proprio malessere, convinta che il futuro per lei sia soltanto nero. Tra l’altro, anche questa frase può nascondere un intima paura del rifiuto, dell’aiuto negato.

    • “Sto bene” (anche se non è vero)

    Chi dice di stare bene quando non è vero potrebbe essere stato un bambino che non piangeva per non pesare sui genitori. Alcune persone dicono di stare bene perché non riescono a riconoscere il proprio malessere, ma la maggior parte di chi pronuncia questa frase lo fa per tenere gli altri fuori dal suo mondo. Ancora una volta la ferita sottostante è quella dell’umiliazione per aver espresso i propri bisogni.

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    Se ti riconosci in qualcuno di questi ritratti e se pronunci spesso queste frasi, è il tempo di rimetterti di nuovo al centro; è il tempo di riconoscere le tue ferite e di fare per la prima volta un gesto gentile rivolto a te stesso; è il tempo di curarti, di abbracciarti, di rialzarti; è il tempo di dire al mondo, a testa alta, chi sei; è il tempo di fidarti di chi ti sta accanto, abbandonando un po’ del tuo caro vecchio controllo e capendo che il tuo triste passato può essere riscattato.

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     Commenti (3)
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    1. omegasei5248, Catania (Sicilia)
      Ti do fastidio, oppure ti disturbo, me la cavo da sola sono frasi che spesso uso,è vero che ho un disagio interiore, paura di non farcela per esempio a guidare, ma salendo in macchina la paura va via, devo avere più stima di me come donna, e. quel grazie che uso spesso dovrei regolarlo,è vero il mio cuore è a pezzi ma devo farcela!
    2. ottimista1967, Monza (Lombardia)
      ' me la cavo da solo ' è probabilmente la frase che sento più vicina a me. Stando così le cose, il suggerimento finale, fidati degli altri ... è un po' assurdo ( no ???)...🤪
    3. candy0121, Roma (Lazio)
      Il "me la cavo da sola..." Purtroppo non mi è per niente nuovo😔
    Grazie per aver immmesso il tuo commento!
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