• Feed
  • Magazine
  • Online ora
  • Ricerca
  • Email
  • Chat
  • Visite
  • Voti
  • Amici
  • Lista nera
  • Nuovi iscritti
  • Ultimi accessi

  • Accesso Aree Riservate
  • Mia Area
  • Aree altri utenti

  • Mio Profilo
  • I miei post
  • La mia scheda
  • Mie foto pubbliche
  • Mie foto riservate
  • Mio partner ideale
  • Miei avvisi
  • Mio account

  •  
  • Condividi Nirvam
  • Esci


  • Contattaci
    Consigli utili
    Condizioni d'uso
    Privacy Policy
    Cookie Policy

Chiudi
Annulla Confermo
Notifiche ai Post
    Sindrome dell’anatra galleggiante: perché fingiamo che tutto vada bene quando in realtà non è così?
    Restare a galla richiede tanta fatica. Per le anatre, certo, ma anche per le persone.

    Vi è mai capitato di osservare un’anatra nuotare in un laghetto? A guardarla da fuori è così aggraziata, sembra scivolare sul pelo dell’acqua. Ma se potessimo osservare cosa accade sotto la superficie, vedremmo che nuotare le costa un grande sforzo: le zampe si muovono freneticamente per permetterle di restare a galla.

    Link sponsorizzato

    Lo stesso accade a molte persone che in apparenza sono calme e tranquille, mentre in realtà stanno attraversando un periodo di forte stress e tumulti interiori. È quella che gli studiosi della Standford University hanno descritto come “sindrome dell’anatra galleggiante”.

    Inizialmente questa definizione veniva applicata agli studenti universitari che si sforzavano di mantenere un’immagine rilassata mentre in realtà erano sottoposti a duri sforzi. È però possibile allargarla a un’enorme platea di persone, che dietro una facciata serena nascondono sofferenze e difficoltà.

    Mantenere un aspetto tranquillo e positivo potrebbe essere interpretato come un atto di resilienza, un modo per affrontare i problemi cercando di restare a galla, proprio come un’anatra in un lago. Tuttavia questo sforzo ha un prezzo. Ecco quali sono le possibili conseguenze della “sindrome dell’anatra galleggiante”:

    1. Esaurimento emotivo

    Fingere che tutto vada bene non è affatto semplice. Comporta infatti un enorme sforzo a livello emotivo. Controllare la propria postura, i propri atteggiamenti, le proprie espressioni facciali e le proprie parole pone la persona in uno stato di tensione costante, il quale comporta una stanchezza che nemmeno il riposo riesce ad alleviare.

    1. Ansia

    Le persone che soffrono della “sindrome dell’anatra galleggiante” vivono nella paura di essere scoperte. Hanno paura che confessare il loro dolore le metta in una posizione di inferiorità, le renda vulnerabili. Questo tentativo di interpretare un ruolo che non appartiene loro genera ansia.

    1. Frustrazione

    Secondo uno studio dell’università di Cambridge le persone che soffrono della “sindrome dell’anatra galleggiante” sviluppano una profonda frustrazione. Si aspettano che i loro sforzi per apparire sicure di sé portino dei risultati a livello professionale e sentimentale, e se questo non avviene precipitano nello sconforto.

    Link sponsorizzato
    1. Autostima fragile

    Quando ci si convince che il proprio valore dipenda da quanto si riesce a reggere la facciata, ogni errore mina la stabilità emotiva. Ogni cedimento al dolore, allo stress e alla frustrazione mette in discussione l’immagine di sé. Ecco allora che l’autostima traballa.

    1. Disconnessione emotiva

    Le persone che fingono di stare bene si disconnettono dalle proprie emozioni. Perdono col tempo la capacità di riconoscerle e affrontarle, e quindi sono sempre meno in grado di gestire il loro disagio.

    Come si affronta la “sindrome dell’anatra galleggiante”? Cambiando mentalità: perché esprimere il dolore dovrebbe essere una colpa? Perché restare connessi alle proprie emozioni dovrebbe minare l’autostima? È vero che viviamo in un mondo di squali, pronti ad approfittare della debolezza altrui, ma se non cominciamo in prima persona a rivendicare la legittimità del dolore non andremo da nessuna parte. È possibile chiedere aiuto. È possibile permettersi di piangere. È possibile aggrapparsi ad amici, famiglia e al partner quando tutto sembra crollare. Gli sforzi che il vivere comporta sono già abbastanza, ed è profondamente ingiusto caricarsi di pesi ulteriori. Siamo sicuri che, dismettendo la facciata allegra, si guadagnerà in autenticità (e magari si scoprirà di avere molti più sostegni di quanto immaginato).

    ARTICOLO GIORNO
    PRECEDENTE
    ARTICOLO GIORNO
    SUCCESSIVO
    RACCOMANDATI PER TE
    Negging, ovvero quando un complimento non lo è. Come riconoscerlo e difendersi
    Non dovresti chiedere scusa troppo spesso!
    Voler andare d’accordo non sempre è la cosa giusta


     Commenti
    Accedi o Registrati per inserire commenti e valutazioni.
    Replica:
    Per piacere inserisci un commento
    Grazie per aver immmesso il tuo commento!
    Il commento verrà validato dai moderatori e poi pubblicato
    Grazie per aver immmesso il tuo commento!
    Il commento verrà validato dai moderatori e poi pubblicato
    Vai ad inizio pagina