L’etimologia della parola segreto è piuttosto complicata. Secondo alcuni si riconduce al verbo latino cernere, che significa “passare al setaccio”. In ambito agricolo si aggiungeva il prefisso se- e il risultato era secernere, ossia “separare la pula dal grano”. Il risultato finale era il secretum, la parte buona del cereale, qualcosa di estremamente prezioso. Capiamo quindi che il segreto è un bene da custodire con grande attenzione.
Esistono segreti personali, qualcosa che non vogliamo rivelare a nessuno, ed esistono segreti condivisi, che hanno a che fare con la relazione. Rivelare un segreto a una persona cementa il rapporto, dà un senso di intimità e di appartenenza. Il segreto costituisce inoltre una conoscenza superiore, che si distingue dall’ignoranza di chi non sa, e in qualche caso può trasformarsi in un vero e proprio potere invisibile esercitato sugli altri.
Questo aspetto positivo del segreto si realizza quando un piccolo gruppo di persone condivide qualcosa di nascosto agli estranei. Si crea in questo modo una forte dinamica di gruppo, che può far sentire i membri uniti e appagati. Allo stesso tempo, però, si può generare un meccanismo di esclusione che rende il gruppo chiuso, benché compatto.
Un altro conto sono i segreti familiari, soprattutto quando un figlio o un genitore viene tenuto all’oscuro di qualcosa di importante. Uno dei più frequenti segreti è il nascondimento di una grave malattia, che viene scoperta solo quando è in fase avanzata. Il segreto viene mantenuto da chi sa perché si considera il destinatario troppo fragile, ma questo occultamento può generare dinamiche squilibrate e provocare grande dolore quando, alla fine, la rivelazione arriva.
In ogni caso, secondo alcune statistiche, il 97% delle persone ha almeno un segreto da custodire. E questo è un bene: non è sempre conveniente rivelare a tutti qualcosa che potrebbe metterci in una condizione di fragilità. Il problema del segreto sta nel mantenerlo: nascondere qualcosa può costituire un grande peso mentale.
Secondo gli esperti, il peso principale del segreto consiste nella ruminazione. Quando ci si trova in una situazione sociale e si deve nascondere qualcosa di importante è normale sentirsi un po’tesi. Ma il problema è che molto spesso, secondo le ricerche, le persone pensano ai loro segreti troppo spesso, anche quando sono da sole.
Avere un segreto può affaticare la mente, dando la sensazione di essere sempre stanchi. Anche la concentrazione può calare, rendendo difficile svolgere compiti difficili. Inoltre si può creare un senso di isolamento, come se ci fosse una barriera invisibile che separa chi sa da chi non sa.
In questo senso forse i più “pesanti” sono i segreti personali, quelli che non si sono mai rivelati a nessuno. La mancanza di un supporto sociale, di un gruppo di persone consapevoli, aumenta il senso di solitudine e l’affaticamento.
La scelta di rivelare informazioni personali è del tutto individuale e dipende molto dal contesto. Ci sono segreti che è meglio non raccontare mai. È anche vero, però, che un minimo supporto (anche una sola persona che sa) può alleggerire molto il peso di un segreto.
E voi? Avete mai avuto un segreto importante? Lo avete confidato a qualcuno?
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