Un tempo la figura del padre aveva un ruolo marginale nell'educazione dei figli. Oggi, la famiglia e la società sono in continuo cambiamento: abbiamo sempre più spesso genitori che si occupano entrambi, a tempo pieno, dei figli; il papà è sempre meno distante di un tempo, sia dal punto di vista della condivisione del tempo passato insieme, sia dal punto di vista affettivo, assumendo così una nuovaemaggiore consapevolezza del proprio compito e dei propri ruoli. Stiamo assistendo, infatti, a un coinvolgimento sempre più forte e precoce della figura del padre all’interno di un nucleo familiare, si veda ad esempio la sua partecipazione ai corsi pre-parto, la sua presenza durante il travaglio e la nascita. Si è diffusa l’idea che iniziare il più presto possibile un rapporto con proprio figlio sia un elemento importante per costruire la relazione con lui. Effettivamente, condividere con il padre questi delicati momenti (come le visite, il corso pre-parto e la nascita), rendono la coppia più affiatata e partecipe uno della vita dell’altro e, insieme, testimoni responsabili dell’affacciarsi di una nuova creatura, con tutte le aspettative e i sogni con cui ogni bambino nasce.
Il padre può offrire alla madre quella presenza accogliente e rassicurante che le consentirà di vivere quello che in psicologia è definita “regressione materna”, ossia la capacità della madre di mettersi nei “panni” del bambino per rispondergli efficacemente. Il padre che saprà prendersi cura della madre la aiuterà a sentirsi meno vulnerabile e capace di occuparsi del suo bambino con empatia.
I nostri bimbi, a differenza delle altre specie di cuccioli, hanno bisogno di cure più a lungo e con più continuità di qualsiasi altra specie. Per queste ragioni, i genitori si trovano con più assiduità, e per parecchi anni, a prendersi cura dei propri figli. Nella cultura psicologica, la figura del padre è stata associata alla sua funzione di condure il figlio fuori dal nido materno per imparare a stare con gli altri, affrontare le difficoltà e tirare fuori le proprie risorse. Questa importante funzione paterna si colloca come il ponte tra il bambino e il mondo, che lo sosterrà a rialzarsi dopo una caduta e a trovare modi creativi di fare da solo. La figura paterna è la persona che gioca con lui utilizzando il canale della fisicità, che gli sarà da esempio nello svolgere attività produttive e creative.
In una società ormai definita “industriale” o moderna, i ruoli tradizionali a favore della donna, che vede la sua apparizione nel mondo del lavoro, sono saltati e la società patriarcale non trova più posto. Il risultato di ciò è da ricercarsi sia nei contesti socio-culturali che individuali, nei quali viene identificato un padre provider-protector, in primis nella religione cristiana che, a suo modo, ha contribuito a diffondere questo modello familiare, considerando i ruoli genitoriali distinti e complementari: la madre, simbolo dell’amore e della tenerezza e il padre, simbolo della legge e dell’autorità (BADINTER, 1992).
Si è dimostrato come gli uomini siano cresciuti in un contesto che ha generato la credenza che accettare i propri bisogni significhi riconoscere le proprie debolezze (Seidier, 1989). A questa aspettativa dell’uomo, è collegata l’immaginario collettivo che i maschi debbano respingere i propri sentimenti o comportamenti femminei a favore di atteggiamenti basati sulla freddezza e indipendenza.
La sfida più ardua sarebbe considerare il padre come figura di attaccamento,non secondaria o marginale, ma equivalente a quella materna, con funzioni e coinvolgimenti specifici. Il padre, come “fattore di trasformazione nell’attaccamento infantile”, apporta un enorme progresso e interesse nel considerare il ruolo paterno in grado di travolgere positivamente lo sviluppo del figlio e di fungere da elemento peculiare nella formazione dei legami di attaccamento infantile.
La funzione del padre è da ricercarsi nella capacità di modificare i modelli operativi interni del bambino, ma anche della moglie, influenzandone i legami di coppia e la relazione madre - bambino. Il ruolo paterno può essere visto sotto un’ottica diversa, quello di costituire una funzione di “protezione”, fungendo come una risorsa da non sottovalutare, prendendo in considerazione che qualche volta, può esser la risposta a quei comportamenti disfunzionali messi in atto dal bambino.
A questo punto, non resta altro che concordare sulla fondamentale presenza di un padre all’interno della famiglia, essenziale non solo in tutte le fasi della crescita del figlio, ma anche nella costruzione della sua identità. Si ritiene, pertanto, che la sua funzione sia “diversa” nel rapporto con la femmina e con il maschio: l’assenza della figura paterna produce una ferita relazionale in una figlia ed una ferita d’identità in un figlio. Questo perché il padre, in entrambi i casi, contribuisce a creare stabilità, affettività e sicurezza.
Si è anche dimostrato come tale assenza, a livello psicologico, produce nella personalità del figlio una lacerazione del proprio sentimento di appartenenza e un vuoto nei processi di identificazione, così necessari per maturare. Da ciò, si deduce una certa emergenza nell’affrontare questioni delicate, sulla presenza e importanza della figura paterna, che non possono più esser prese con superficialità e banalità e ciò spiega quell’accelerata dei processi di sostegno e appoggio nei confronti di tale figura a cui oggi si assiste. Basti pensare alle diverse misure di sostegno genitoriali, pronte a promuovere una cultura di maggiore condivisione dei compiti di cura dei figli all’interno della coppia, come anche percorsi creativi svolti all’interno di scuole d’infanzia per riflettere sull’importanza del ruolo educativo del papà. Non solo, ma è nato anche il congedo obbligatorio per il padre, entro cinque mesi dalla nascita del figlio, a dimostrazione del fatto che, il padre c’è e ci deve essere, ed proprio per questo che non può esser considerato una figura secondaria.
Fortunatamente, la società si sta ribellando al vecchio modello di figura paterna, ritrovando una nuova identità non più legata all’informalità, all’assenza da casa o come detentore di verità assolute, che ne faceva un modello intoccabile e rispettabile, ma di un padre con dei sentimenti e responsabilità tali da esser considerato una colonna portante delle relazioni familiari.
E’ necessario però che il padre venga ritrovato non solo dal contesto sociale e familiare, ma anche dai mass media e dalle istituzioni, rimarcando quelle trasformazioni già in atto delle famiglie, e convenendo sul fatto che il padre è una risorsa, oltre che un elemento peculiare, nella gerarchia familiare.