La scienza ci dice che ci sono due principali ragioni per le quali dormiamo: una, per permettere alle nostre connessioni neurali di riorganizzarsi, in altre parole apprendere; l'altra, per ripararsi. Durante le ore di veglia, infatti, il cervello viene logorato dal flusso sanguigno e dalla produzione di sostanze chimiche nocive e il sonno ha la funzione di "ripulirlo".
Il sonno si divide in due fasi principali: la REM (dall'inglese random eye movement), una fase caratterizzata da movimenti rapidi degli occhi, e la non-REM, composta da fasi di sonno leggero alternate a periodi di sonno profondo. Durante la fase REM, prevalente nei primi anni di sviluppo del nostro corpo, il nostro cervello si riorganizza; la fase non-REM, invece, caratterizza il resto della nostra vita e serve a riparare i "danni" arrecati al cervello durante il giorno.
I ricercatori hanno osservato che poco prima dei due anni e mezzo di età il nostro sonno cambia radicalmente, passando da essere maggioritariamente di tipo REM a non-REM. In altre parole, crescendo non abbiamo più bisogno di dormire per riorganizzare le connessioni neurali e imparare, ma riposiamo per riparare ai danni causati durante il giorno e "azzerare" lo stress accumulato.
In realtà ogni giorno siamo soggetti a continui cambiamenti del nostro organismo: la durata del giorno e della notte, le condizioni climatiche e le situazioni che affrontiamo quotidianamente, mutano in continuazione, seppur in alcuni casi in modo impercettibile. Ciononostante il nostro organismo, e di conseguenza la qualità del nostro riposo, ne risentono.
Man mano che si cresce, infatti, vanno diminuendo i pisolini giornalieri, a beneficio di un sempre più lungo sonno concentrato nelle ore notturne. I giovani ad esempio tendono a non sentire la necessità di dormire fino ad orari più tardi, ma di contro, l’orario di alzata per andare a scuola è sicuramente precedente a quello di sveglia naturale. È qui che quindi cominciano a presentarsi i primi disturbi legato al sonno.
Durante la terza età il nostro orologio interno altera nuovamente il ciclo sonno-veglia e, al contrario dell’adolescenza, lo anticipa un po’ in avanti. Per questo motivo le persone anziane tendono ad andare a dormire prima la sera e svegliarsi presto la mattina.
Esiste una leggenda secondo la quale le persone più anziane hanno bisogno di dormire meno. Questo non è affatto vero. Tutti gli adulti necessitano dalle sette alle nove ore di sonno ogni notte.
Per una serie di motivi, le persone più anziane fanno fatica ad addormentarsi e a rimanere addormentate. Man mano che invecchiamo, possiamo notare alcune delle seguenti condizioni:
Invecchiando, il nostro corpo cambia. Questi cambiamenti influiscono sulla durata e sulla qualità del nostro sonno. A seconda della propria situazione, uno o più di questi fattori possono entrare in gioco:
Ormoni: Con l’avanzare dell’età, il nostro corpo secerne minori quantità dei due importanti ormoni del sonno: la melatonina e l’ormone della crescita. La melatonina è importante perché i cambiamenti dei livelli di questo ormone controllano il nostro ciclo del sonno. Con meno melatonina, molti adulti fanno più fatica ad addormentarsi.
L’ormone della crescita è ciò che fa dormire i bambini così profondamente. Con l’avanzare dell’età, il nostro corpo secerne minori quantità di questo ormone e il sonno profondo diventa più difficoltoso.
La menopausa provoca molti cambiamenti ormonali nelle donne, dando talvolta luogo a sudorazione notturna e altri sintomi che interferiscono con il sonno.
Patologie: Le patologie possono ostacolare il sonno. Invecchiando, è più probabile sviluppare una malattia cronica. Queste malattie portano a cambiamenti nel nostro corpo che interferiscono con il sonno normale. Alcune patologie (come l’artrite) causano dolore, quindi diventa difficile addormentarsi. Altre patologie (come il diabete o l’ingrossamento della prostata) possono indurre ad andare frequentemente in bagno durante la notte, interrompendo il sonno profondo. Le cardiopatie, l’ipertensione e altre malattie cardiovascolari possono comportare risvegli improvvisi dovuti a difficoltà respiratorie o a cambiamenti del battito cardiaco. Il morbo di Parkinson, il morbo di Alzheimer e le malattie mentali possono causare ansia che ostacola il sonno.
Cambiamenti dello Stile di vita: Con l’avanzare dell’età, la nostra routine quotidiana cambia. Questi cambiamenti possono influenzare il nostro sonno. Aumentando l’attività fisica e il tempo trascorso all’aperto e riducendo i pisolini, migliorerai sia la durata che la qualità del sonno.
Cambiamenti di vita: Le persone più anziane fanno meno attività fisica. Assicurati di parlarne con il tuo medico e pratica una sana dose di esercizio quotidiano.
Luce solare: La luce del sole aiuta l’organismo a produrre melatonina, che regola il ciclo del sonno. Prova ad esporti alla luce intensa per almeno due ore al giorno. Se uscire all’aperto ti risulta difficile, valuta l’utilizzo di una luce full-spectrum in casa.
Sonnecchiare: Se da un lato fare un sonnellino può essere ottimale, schiacciare un pisolino per più di 20 minuti al giorno potrebbe interferire con il sonno.
Alcool, caffeina e nicotina: Questi tre responsabili porteranno scompiglio al tuo sonno. Se stai riscontrando dei problemi, riducine l’assunzione e assicurati di non farne uso tre ore prima di andare a dormire.
Farmaci: Con l’avanzare dell’età, è più probabile assumere uno o più farmaci. Questi medicinali possono spesso interferire con il sonno. Il medico potrebbe riuscire a sostituire un farmaco con un altro che non fa perdere il sonno, o eventualmente cambiare l’ora del giorno in cui si assume quel medicinale.
Cosa fare allora per migliorare il proprio sonno?
In genere è possibile migliorare notevolmente il proprio sonno identificando la causa scatenante e apportando dei cambiamenti. Se la tua mancanza di sonno è dovuta a una malattia o a un medicinale, parla con il tuo medico della possibilità di cambiare il farmaco o l’ora del giorno in cui lo assumi. Ricordati di fare attività fisica e di prendere un po’ di sole ogni giorno. Esistono anche numerosi integratori alimentari che possono aiutarti a migliorare il sonno.
Le patologie che impediscono a una persona di addormentarsi sono tante, se ne soffri parlane col tuo medico, potrà sicuramente aiutarti a curare questi disturbi.
Infine, prova a modificare le tue abitudini di vita e del sonno. Qualunque cosa tu faccia, non accettare di essere stanco come parte dell’invecchiamento ma reagisci: sicuramente la qualità della tua vita migliorerà sensibilmente.
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