Oggi, 13 novembre, è la Giornata Mondiale della gentilezza! Non solo una giornata, a dire il vero, ma il culmine di una Settimana Mondiale durante la quale i vari organi di stampa e di governo riflettono sul tema e lo pongono all'attenzione dei cittadini.
Questa Giornata nasce intorno al 1988 in Giappone, voluta dal "Movimento Giapponese per la Gentilezza" creatosi in quegli anni e propagatosi poi nel mondo.
Essere gentili, di fatto, significa prendersi cura degli altri. I gesti della gentilezza sono esteriori, ma hanno una radice interiore profonda e potente: la persona gentile ha uno sguardo, infatti, proteso al mondo e al suo miglioramento. Per questo la gentilezza può anche tradursi in una virtù civile, non solo spirituale.
La gentilezza ha molti vantaggi e, cosa curiosa, esistono persino dei corsi per insegnarli! Si occupa di questo l'associazione italiana Gentletude, che organizza corsi gestiti da volontari che si occupano di "far propaganda alla gentilezza" spiegando tutti i vantaggi che offre, soprattutto in tempo di grandi crisi.
La gentilezza può davvero migliorare lo stato dell'umore e della salute di chi la esercita: questo vuol dire anche essere cordiali con il barista che ci serve il caffè al mattino, quando siamo stanchi e nervosi, o (cosa assai più difficile) con gli operatori dei call center che ci chiamano a qualsiasi ora.
Sforzarsi di essere gentili con tutti è un ottimo esercizio di benessere perché in fondo è relativamente facile, rispetto a imprese più ardite quali superare la rabbia o la delusione per amici e persone amate. Essere gentili richiede spesso pochissimo sforzo, ma aiuta incredibilmente a rinforzare l'autostima e il benessere generale, sia il nostro che di chi riceve il nostro atto gentile.
La gentilezza, in un clima di emergenza sanitaria come quello che stiamo vivendo, passa anche per un gesto a molti odioso come l'uso della mascherina. Molte persone vorrebbero evitare di indossarla e in alcune occasioni si rifiutano di farlo, dicendo di non avere paura del contagio; una caratteristica davvero particolare della mascherina, però, è che essa non serve a proteggere noi stessi, ma gli altri. Per quanto fragile possa essere questo tipo di protezione, non va dimenticato che indossarla genera tranquillità psicologica in chi ci sta vicino, che è meno portato a sentirsi a disagio o a provare paura (cosa normalissima in una situazione di emergenza che ci ha sfinito). Questo è il meccanismo della gentilezza: anche se io non ho paura di ammalarmi, anche se forse non sono convinto che questa protezione serva, la indosso per riguardo a chi mi sta vicino.
Un altro possibile "obiettivo di gentilezza" per il 2020 è anche migliorare la netiquette sui social network, i quali assumono sempre più il ruolo di cloaca delle frustrazioni personali, facendo nascere nuove presenze negative come i "leoni da tastiera". Questi leoni sono persone che utilizzano un linguaggio duro e diffamatorio nei confronti degli altri sui social, quando nella vita normale mai lo farebbero: chissà se per paura o perché credono che il virtuale non abbia poi, in ultima analisi, effetti anche sul reale.
In ogni caso, una riduzione di queste presenze velenose in rete, nonché dei commenti oltraggiosi sui social che possono "scappare" più o meno a tutti (potremmo provare, solo per oggi, a contare fino a dieci prima di attaccare), migliorerebbe sicuramente il benessere della nostra società.