Lucio Battisti e Mogol (nome d’arte di Giulio Rapetti) nel lontano 1970 pubblicarono una canzone che ha fatto la storia della musica leggera italiana e che, assieme ad altri brani famosissimi come “Fiori rosa fiori di pesco” e “Mi ritorni in mente”, confluì nell’album “Emozioni”, il terzo pubblicato dal cantante, il quale si piazzò al quarto posto fra gli album più venduti in Italia nel 1971.
Il sodalizio fra Battisti e Mogol fu una pagina importante nel panorama musicale italiano e produsse successi intramontabili, laddove il primo era compositore ed esecutore, il secondo paroliere. Mogol dichiarò successivamente, all’interno del libro scritto in onore del cantante, di aver scritto il testo in due momenti separati e che la seconda parte gli venne in mente in macchina, mentre guidava, e proprio per questo dovette rimasticarla nella sua testa per tutto il viaggio, fino a quando ebbe la possibilità di scriverla.
Ma quale fu la genesi del testo? Battisti e Mogol nel 1970 intrapresero un viaggio a cavallo da Milano a Roma e fu in questa occasione che il cantante compose la musica che poi venne incisa su nastro e consegnata a Mogol per la scrittura del testo. Il brano, prima di confluire nell’album, venne pubblicato come 45 giri il 15 ottobre 1970 e fu subito un evento.
Ascoltando la canzone ci si proietta in un “paesaggio bucolico” dove la natura fa da specchio, in un certo senso, alle emozioni del protagonista le quali sono esattamente in linea con l’ambiente circostante: l’airone che vola sopra il fiume come sinonimo di libertà – lo sdraiarsi nell’erba come sinonimo di unione tra uomo e terra – la neve impalpabile che rappresenta il silenzio dell’anima – la brughiera nebbiosa come solitudine e desiderio di ritrovare se stesso – la strada nella notte come desiderio inespresso di mettere fine ai tormenti esistenziali..
Protagonista assoluto del brano è la tristezza, la sofferenza per un amore incompreso e non corrisposto, e pure la rabbia, le quali lasciano però intravvedere una qualche fiducia nel futuro; molto bella l’immagine della piantina verde ricoperta di terra affinchè possa diventare un giorno uno splendido fiore. La grandezza della canzone risiede nel fatto che tanto la musica quanto il testo proiettano decise emozioni su chi ascolta; esse diventano palpabili perché è come se si fosse lì, a soffrire insieme al protagonista. Il ruolo della natura in questo è fondamentale: è lei che fa sgorgare dall’anima la malinconia e il rimpianto.
Possiamo sostenere, senza tema di smentita, che Emozioni è pura poesia e come tale senza spazio e senza tempo, così come lo sono le tematiche e i sentimenti presentati: il senso di frustrazione nei confronti di un fallimento amoroso, il dolore verso chi non coglie la grandezza del sentimento, la rabbia che l’incomprensione genera sono sentimenti universali che permeano l’animo umano dalla notte dei tempi.
Nel 2019 le canzoni di Battisti sono state inserite su spotify e solo nelle prime due settimane sotto la voce "Lucio Battisti" si sono radunati 263.000 follower; oltre 630.000 ascoltatori hanno scelto le sue canzoni nel loro primo mese di presenza. Segno che la musica italiana degli anni '70 è ancora di là dall'essere tramontata.
E allora tanti auguri, Emozioni!
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