Tutti gli esseri viventi comunicano e gli esseri umani, a differenza degli altri esseri viventi, hanno sviluppato la comunicazione verbale che da sola però non è sufficiente a realizzare un rapporto relazionale completo. La comunicazione, infatti, si avvale di una componente non verbale e paraverbale (ossia intonazione, ritmo, durata, accento) e di tratti più propriamente paralinguistici (come il tipo di voce e il timbro utilizzato); tutti questi aspetti incidono sul messaggio che viene comunicato verbalmente.
La comunicazione perciò si sviluppa su due piani: il piano del contenuto e il piano della relazione. Nello specifico, le modalità della comunicazione non verbale sono definite dallo sguardo, l’espressione del volto, la gestualità, i movimenti del corpo, la postura, il contatto corporeo, il comportamento spaziale, gli abiti e l’aspetto esteriore. Le modalità di espressione della comunicazione paraverbale sono determinate dalle vocalizzazioni non verbali, dal tono della voce, dal ritmo, dai sospiri, dalle pause, dai silenzi.
La comunicazione non verbale e paraverbale rappresenta il principale mezzo per esprimere e comunicare le emozioni (gioia, rabbia, paura, tristezza, disgusto, disprezzo, interesse, sorpresa, tenerezza, vergogna, colpa). Si stima che la comunicazione non verbale e paraverbale sia determinante in almeno il 70% del messaggio trasmesso.
La comunicazione non verbale include un processo di codifica e decodifica che può essere consapevole e inconsapevole. Quello che è certo è che il comportamento non verbale è più difficile da controllare rispetto alle parole.
Il linguaggio non verbale aiuta in diversi scopi: rinforzare o modificare quello che viene detto a parole; veicolare informazioni sullo stato emotivo; definire la relazione tra due persone; dare feedback all'altra persona; regolare i turni nella comunicazione
In questo scenario è necessario considerare la cultura di provenienza delle persone. Alcuni gesti, infatti, cambiano completamente significato da un Paese all'altro: per alcune culture è normale stare a delle distanze gli uni dagli altri (prossemica) mentre in altri posti magari ciò viene percepito come invasione del proprio spazio personale.
L'espressione facciale delle emozioni, invece, è uno dei pochi aspetti non verbali che la ricerca ha definito come universale. Un giapponese e un americano, però, non mostrano le emozioni in maniera identica. Questo perché hanno imparato diverse regole sociali su come mostrare o non mostrare alcune emozioni.
I gesti sono un altro importante aiuto nella comunicazione; essi possono essere utilizzati per sottolineare il messaggio verbale ma possono anche avere un loro significato.
Un altro importante indizio nella comunicazione non verbale è il contatto oculare: lo sguardo gioca un ruolo di rilevo, ti indica dove una persona presta attenzione, ma ti aiuta anche a regolare i turni nella comunicazione e può veicolare diverse emozioni.
Consigli per leggere il comportamento non verbale
Infine, fai sempre attenzione al contesto. Il comportamento non verbale dev'essere letto nel suo contesto. Una persona che è in ansia per un colloquio di lavoro, potrà mostrare degli indizi di ansia legata alla situazione che possono essere letti come insicurezza generale come persona e poca fiducia nelle proprie capacità. Una persona che se ne sta rannicchiata con le braccia conserte potrebbe avere freddo se è inverno ed è all'aperto.
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