San Nicola, colui che è ben noto come il capostipite di Babbo Natale (che nei paesi anglosassoni si chiama, infatti, Santa Claus) è una figura storica realmente esistita. Egli fu vescovo in Licia, nell'odierna Turchia, che era la sua patria, durante il tardo impero romano: visse infatti tra il III e il IV secolo d.C. e fu tra i partecipanti al famoso concilio di Nicea.
Della sua vita non si sa quasi nulla, e i biografi antichi costruirono la sua storia su basi puramente ideali. Ciò che è alla base di tutte le leggende fiorite intorno al santo è però una caratteristica molto precisa: la generosità.
San Nicola, infatti, è sempre descritto come un uomo buono che salva la sua comunità attraverso i regali: dalle sue reliquie si diceva sgorgasse un olio miracoloso dai poteri taumaturgici. Una leggenda famosa narra che Nicola salvò tre ragazze povere, il cui padre non aveva altra scelta se non mandarle a prostituirsi, regalando loro la dote per potersi invece sposare. La leggenda dice che egli donò alle ragazze dei sacchi d'oro, rappresentati nell'iconografia medievale come palle d'oro. Il santo guadagnò insomma, grazie a questa leggenda datata XI secolo, la fama di portatore di doni e protettore della fertilità.
Ancora non era nato, però, un legame tra la figura di San Nicola e i bambini.
Ma più tardi nel medioevo cominciò a circolare un'altra storia: una volta dei bambini si persero in un bosco e chiesero ospitalità nella capanna di un oste. Questi, niente affatto generoso, dopo averli accolti decise di ucciderli, farli a pezzi e metterli in salamoia, in modo da riempirsi la dispensa. Non appena l'oste ebbe finito di sigillare i vasetti, la leggenda narra che bussò alla sua porta proprio San Nicola. Egli costrinse l'oste a condurlo in cucina, aprì i vasetti e ne tirò fuori i bambini vivi e integri.
Nel medioevo si era soliti festeggiare, il 28 dicembre, la festa dei santi innocenti. Questa festa ricordava un truce episodio biblico: la strage degli innocenti bimbi di Betlemme. Nella pratica, era però più gaiamente la "festa dei bambini", una sorta di carnevale invernale scandito da doni, lazzi e scherzi; questa tradizione è ancora viva in alcuni luoghi d'Italia e Spagna.
Ebbene, grazie alla leggenda dei bambini fatti a pezzi e salvati da San Nicola, a partire dal XIII si cominciò a ricordare il santo e a impersonarlo: ogni anno veniva eletto un "vescovo Nicola" che faceva scherzi e portava i doni ai bambini. Durante il rinascimento, la festa degli innocenti e San Nicola raggiunsero l'apice della popolarità, tanto che la Chiesa tentò inutilmente di vietare questo culto dall'aria un po' pagana.
In Italia, San Nicola era particolarmente amato a Venezia e a Bari, città che possedevano le sue reliquie trafugate dalla turchia. Nicola era, in particolare, il protettore della flotta della Serenissima.
Quindi: San Nicola è stato venerato per secoli come un santo buono, difensore dei bambini e portatore di regali, e anche come "vescovello" scherzoso della festa degli innocenti. La sua festa ufficiale, il 6 dicembre, è festeggiata con scambi di doni in molte parti d'Europa. In particolare in Austria e nelle zone d'Italia ex dominii austriaci, come Bolzano, il santo viene festeggiato in un modo che ricorda molto le carnevalate medioevali: San Nicola sfila per la città portando dolci e frutta, ma i bambini cattivi devono prima vedersela con i suoi cattivi servitori, i Krampus, fuggendo dai loro scherzi e dalle loro botte.
Ma il Babbo Natale che conosciamo oggi? Si tratta, nei fatti, di una creazione letteraria. La sua origine per come lo conosciamo, infatti, si situa negli Stati Uniti. Lì, nel 1822, lo scrittore Clement C. Moore descrisse il vecchio San Nicola come un personaggio con barba e abito rosso, all'interno di una poesia divenuta poi famosa: "A Visit from St. Nicholas". Il Santo, la notte di Natale, si calava dal camino per portare i suoi regali.
La poesia, una delle più lette al mondo, fu il vero nodo di congiunzione tra il santo cristiano e la moderna figura di fantasia, diventata poi così famosa soprattutto grazie alle sue potenzialità commerciali.
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