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    Paragoni con gli altri: ci sono due modi di farli (e uno è dannoso)
    Paragonarsi agli altri è un'attività naturale che compiamo quasi quotidianamente, in una vasta gamma di situazioni. Dobbiamo però stare attenti, affinché il confronto non diventi parte di un meccanismo distruttivo.

    Confrontare la nostra fisicità, i nostri risultati e la nostra situazione finanziaria con quelli degli altri è un meccanismo assolutamente naturale e, oseremmo dire, indispensabile: attraverso il confronto conosciamo sempre meglio noi stessi; senza la coscienza delle differenze non sarebbe possibile imparare, fin da piccoli, a scegliere tra ciò che è giusto e cosa è sbagliato, cosa è sano e cosa è pericoloso, e non sarebbe nemmeno possibile imparare a migliorarsi.

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    Insomma, il paragone con gli altri è continuo, inevitabile e utile: ma quando diventa, invece, pericoloso? La risposta è semplice: se il confronto è sempre "in perdita", diventa deleterio.

    Vedete gli altri sempre più belli, più bravi e più felici? Probabilmente il confronto che state facendo ha smesso di essere trasparente, onesto e realistico: ci sono altre forze in gioco, che vi fanno percepire una realtà distorta e che hanno il solo obiettivo di abbattervi e di tarpare le vostre ali.

    Quali sono queste forze? Un determinato tipo di educazione rigido e orientato alla competitività, da una parte, e una mancanza di autostima dall'altra.

    In particolare, una delle trappole mentali che tengono in piedi il circolo vizioso dei paragoni negativi consiste nello scegliere le persone sbagliate con cui confrontarsi: ad esempio, se si è giovani, paragonare i propri risultati lavorativi a quelli di una persona più grande può deformare l'idea che si ha di sé stessi; simile errore è il paragonare la propria vita a quella di persone che conosciamo poco e che dall'esterno appaiono bellissime e felicissime, ma delle quali non conosciamo né il percorso, né i problemi nascosti, né i sacrifici quotidiani.

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    Come distinguere i paragoni buoni da quelli cattivi? Il discrimine è interiore: i paragoni buoni sono quelli che ci aiutano a crescere e migliorarci; i paragoni cattivi sono quelli che ci inducono alla tristezza e allo scoramento, senza portare utilità di sorta.

    È importante, perciò, scegliere a chi e come paragonarci considerando che la storia di ciascuno è unica, che i talenti e la storia di ogni persona sulla terra sono diversi e non possono essere messi quasi mai sullo stesso piano. Infine, ricordiamo che l'unico traguardo da tagliare nella vita è quello che ci poniamo noi: la gara è sempre "con" noi stessi e "contro" noi stessi.

    È stupefacente notare che spesso gli amici che consideriamo più "avanti" pensano lo stesso di noi, invidiandoci per qualche cosa che ci sembra scontata e banale proprio perché la possediamo; questo ci fa riflettere su quanto sia soggettiva e incalcolabile l'idea del posizionamento (più su, più giù) nella scala della vita e su quanto ciò che abbiamo tenda sempre ad apparirci scontato.

    D'altronde, recita il proverbio: "l'erba del vicino è sempre più verde". I bambini, nel modo che hanno di desiderare, mostrano già il germe di questo atteggiamento tutto umano: vogliono arditamente conquistare i giochi che stanno nelle mani degli altri, ma perdono interesse per gli stessi giochi, quando giacciono disponibili e abbandonati in un angolo dell'asilo o del parco giochi.

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    Insomma:

    • Non smettiamo di paragonarci agli altri, ma facciamolo solo in maniera "positiva", prendendo il confronto come stimolo alla crescita.
    • Per ogni cosa che invidiamo agli altri ce ne sarà una che qualcun altro invidierà a noi.
    • Capacità individuali più o meno allineate con la massa, momento storico più o meno favorevole, condizione sociale di partenza più o meno agiata, percorsi caratterizzati da più o meno fortuna: le variabili che determinano il successo sono davvero troppe per essere oggetto di paragoni che ci sviliscono. Le grandi figure di successo nel nostro campo possono essere stimoli da cui trarre spunto; spunto, non paragone.
    • Ricordiamo di non comportarci come i bambini con i giocattoli: lottiamo per ciò che ci piace davvero e non facciamoci influenzare dal fatto che, nelle mani degli altri, tutto può sembrare meraviglioso.
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     Commenti (1)
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    1. soleil1960, Cosenza (Calabria)
      Non posso commentare per il momento prima devo provare avere una relazione giusta con la persona giusta per la prima volta nella mia vita perché sento un forte desiderio essere con una donna che eccola non ho trovato io cerco il vero amore
    Grazie per aver immmesso il tuo commento!
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