Il “sesto senso” non è una leggenda, ma una realtà: secondo alcuni esso avrebbe sede, come gli altri cinque, nella ghiandola pineale o epifisi, una ghiandola endocrina grande come una nocciola, presente nel nostro cervello, al centro del cranio. Nel ‘600 il filosofo Cartesio sosteneva che, essendo l’unica parte del cervello a non essere doppia, la ghiandola pineale può essere definita il nostro terzo occhio, inteso come punto d’incontro fra corpo e mente; venne considerata infatti, dal suo tempo in poi, la sede dell’anima.
Varie sono state le ricerche scientifiche volte a dimostrare la reale esistenza di in sesto senso e da esse, partendo dai tempi nostri a ritroso, sono scaturiti due ambiti nei quali collocarlo: il sesto senso magnetorecettivo e il sesto senso psicologico.
Il sesto senso magnetorecettivo si riferisce alla capacità degli esseri umani di percepire il campo magnetico terrestre, al pari di molti animali che sono in grado di orientarsi, ad esempio durante le migrazioni; in questo scenario il sesto senso non avrebbe alcunché di straordinario, ma sarebbe da vedersi come una sorta di bussola interna simile a quella che posseggono gli uccelli migratori o gli orsi.
Alcuni ricercatori americani hanno sottoposto ad esperimento un campione ristretto di persone esponendole a un campo magnetico puro, ossia senza altri stimoli, e analizzandole attraverso encefalogramma. Ebbene, il cervello si è dimostrato sensibile al campo magnetico in quanto è in grado di riconoscere le informazioni geomagnetiche che non riconosce come naturali; per esempio, quando il campo magnetico ruotava in senso antiorario, gli strumenti medici registravano un calo di onde alfa che indicava un'elaborazione da parte del cervello. I recettori del cervello interessati a questa funzione si trovano vicino al nervo trigemino; essi funzionano come l’ago di una bussola e, muovendosi, aprono e chiudono i circuiti neurali. Tale caratteristica del cervello deve aver consentito ai nostri antenati di percepire in anticipo certi avvenimenti, spostare l’attenzione e difendersi così da eventuali pericoli non intercettabili dai cinque sensi ordinari.
Il sesto senso psicologico viene collegato scientificamente alla teoria della sincronicità di Carl Gustav Jung secondo la quale nessun avvenimento è un fatto casuale ma un mix di relazioni che vedono interagire ambiente, relazioni e persone. Secondo la teoria junghiana, il sesto senso non ci manda solo segnali neuronali, ma veri e propri messaggi; ogni evento sincronico porta alla superficie ciò che altrimenti sarebbe rimasto sepolto nell’inconscio. Jung sosteneva quindi che l’intuizione è presente in tutti gli esseri umani poiché ciascuno è connesso agli altri e all’ambiente circostante e quindi essa può essere ulteriormente sviluppata stimolando le aree del cervello interessate.
Si parla spesso anche di sesto senso in amore, quello che guida nella ricerca del partner o porta a cogliere in profondità il non-detto di un’altra persona. Anche questo tipo di “senso” è stato oggetto di studi e ricerche, volte a dimostrare come i pensieri e le attività delle persone innamorate siano assolutamente sintonizzate. I pensieri degli innamorati, viaggiando sullo stesso tracciato, consentono ai partner di leggere nel cervello dell’altro in maniera profonda. Questo dipende dallo sviluppo dell’empatia che è possibile riscontrare in soggetti legati da affetto e che vivono gran parte della loro vita insieme.
Infine, che dire del cosiddetto sesto senso femminile? Si tratta di una realtà o di una leggenda?Sembra effettivamente che le donne abbiano più predisposizione alle emozioni e all’intuizione, ma la scienza sostiene che questo non dipende da presunte basi biologiche, bensì soltanto da motivi sociologici. In effetti l’intuizione è una qualità trasversale ai due generi e le donne, nei secoli, l’avrebbero sviluppata di più per via del loro ruolo nella società, un ruolo legato esclusivamente all’accudimento e al compiacimento dei familiari.
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