Lo scrittore tedesco Johann Wolfgang von Goethe, vissuto duecento anni fa, ha scritto un libro sull’amore che ancora oggi fa discutere. Questo libro si chiama Le affinità elettive (1809). Secondo Goethe tra le persone accade talvolta qualcosa di simile al fenomeno scientifico dell’affinità chimica. Alcuni elementi chimici sono per natura più affini ad altri e quindi, quando in un composto all’apparenza stabile si aggiunge un elemento nuovo, il componente a lui affine abbandonerà il vecchio “compagno” e si legherà a lui.
Già da come è posta la questione capiamo che il dibattito sulle affinità elettive, se esistono o non esistono, ha molto a che fare con il nostro giudizio sulle relazioni amorose e, soprattutto, sul tradimento. Se è vero che esiste questa attrazione fatale, naturale e invincibile, sarebbe scusabile che una persona lasci il compagno o la compagna della vita per correre incontro a un nuovo arrivato, prima sconosciuto, la sua vera anima gemella (o almeno, ciò che per il momento appare più vicino ad essa).
Per molti il discorso sulle affinità elettive è solo una scusa, una tra le tante giustificazioni per qualcosa di moralmente sbagliato come l’abbandono e il tradimento. Per qualcun altro invece questa forza invisibile ma fortissima è la vera spiegazione della natura dell’amore, misteriosa ma pura nel suo essere. Non possiamo prendere parte alla discussione perché in realtà il tema è molto personale, e d’altra parte sull’amore crediamo di sapere tutto quando invece dobbiamo ammettere che ne sappiamo troppo poco: il meccanismo che governa i sentimenti è in gran parte misterioso, inspiegabile tanto per la scienza chimica e matematica quanto per quella psicologica.
Molte persone però ammettono di aver sperimentato le affinità elettive nella loro vita (o colpi di fulmine, come si chiamano di solito). E c’è da dire che non sempre i legami che ne nascono durano nel tempo, anzi: alcuni si rivelano dei fuochi di paglia, altri vengono superati da affinità ancora più grandi. Troveremo mai un “elemento” così perfettamente consono con noi da superare per affinità tutti gli altri, tanto che non riusciremo mai a staccarcene e ogni nuovo arrivato ci sarà indifferente? Può essere di sì, può essere di no.
Alla fine, ciò che conta davvero non è scegliere con chi andarsene ma capire con chi si vuole restare. Che si voglia credere o no nelle affinità elettive, anche la ragione ha una sua parte nelle relazioni di coppia e sarà sempre lei, prima o poi, a farci dire: “ho trovato in te quello che cercavo e non voglio di più”.