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    I consigli di Gandhi per uscire vincitori da una discussione
    Nelle discussioni fra amici, partner o conoscenti oppure nel mondo del lavoro la cosa più importante, secondo gli insegnamenti del Mahatma, è condurre la conversazione in modo costruttivo e senza egoismi di parte.

    L’insegnamento di Gandhi, conosciuto e apprezzato in tutto il mondo, si basa su due grandi pilastri: la saggezza e la pazienza, virtù che consentirono a lui e al suo popolo di conquistare l’indipendenza senza ricorrere alle armi sotto l’egida della non violenza e del rispetto dell’avversario. Gandhi divenne un leader celeberrimo proprio perché seppe condurre le sue battaglie sulla base dei due principi etico-politici del non nuocere e della forza della verità.

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    Se il Mahatma guidò il suo popolo in una guerra senza armi, anche nei conflitti personali e nelle discussioni è possibile sostenere le proprie idee applicando una serie di principi, universalmente condivisi da chi ancora oggi si riconosce nei suoi insegnamenti.

    • Non essere egoista – non ci si deve focalizzare solo sulla propria posizione ma, cercando di immedesimarsi, comprendere anche le ragioni dell’altro. 
    • Avere argomentazioni solide e coerenti – negli argomenti da affrontare ci vogliono conoscenza e capacità di analisi per potersi porre in modo intelligente sia nei confronti di sé stessi che del punto di vista altrui. Dire la verità, insomma, è già una parziale garanzia che prima o poi si uscirà vincitori dalla discussione. 
    • Allenare il corpo – Gandhi era convinto che la mente fosse strettamente collegata al corpo e di conseguenza un sano esercizio fisico avrebbe avuto una ripercussione positiva su calma e lucidità mentali. Questa idea, di chiara matrice induista, è oggi sempre più diffusa anche in occidente, in una prospettiva di crescita olistica della persona. 
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    • Agire con pazienza – come afferma anche il proverbio nostrano “la pazienza è la virtù dei forti”, il valore della pazienza è forse il messaggio più importante che Gandhi ci ha lasciato, o almeno è quello più significativo in ambito relazionale e sociale. Saper dominare l’impulsività e saper ascoltare l’interlocutore sono armi vincenti in qualunque contesto. 
    • Parlare con semplicità – anche un concetto elaborato ma rappresentato con parole semplici è facilmente assimilabile e può favorire un confronto sereno se non addirittura una condivisione di vedute. 
    • Essere autosufficienti – è fondamentale non essere in una posizione di dipendenza dall’altro in modo tale da garantirsi libertà di pensiero e di espressione. 
    • Rispetto degli altri – il rispetto è il primo mattone di ogni convivenza civile e a maggior ragione in qualsiasi discussione è bandita ogni forma di prevaricazione sia verbale che, nemmeno a dirlo, fisica. 
    • Tenacia nel raggiungimento dell’obiettivo – come Gandhi impiegò una vita intera per vedere riconosciuta l’indipendenza al proprio paese, così non bisogna mai mollare di fronte agli obiettivi che più ci stanno a cuore. Tenacia e lealtà nel comportamento sono le due parallele che ci consentono di realizzare i nostri sogni. 
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    L’insegnamento di Gandhi è che il conflitto di per sé è fisiologico per l’essere umano e non è da condannare per definizione: dal confronto di due posizioni anche molto distanti può scaturire qualcosa di positivo, soluzioni alle quali prima non si sarebbe pensato minimamente. La cosa fondamentale è saper gestire la diversità di opinioni con rispetto e lungimiranza, non usare la prepotenza e il sopruso perché dal male di uno deriva il male di molti. Ogni guerra nella storia ne è stato e ne è tuttora un chiarissimo esempio.

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