L'amore è come l’ossigeno, è una cosa meravigliosa, che ci innalza verso il cielo, ma può anche trasformarsi in un incubo morboso, causando dolori e sofferenze. Quando si trasforma in ossessione che domina la mente, in dipendenza dall’altro vissuta come condizione unica, indispensabile e necessaria per la propria esistenza allora esso diventa una vera e propria condizione patologica, una situazione relazionale negativa che tende a creare malessere psicologico e/o fisico. Il bisogno d'amore e di attenzioni diventa così forte da trasformare la storia d'amore in una rincorsa affannosa, disperata del partner, che non è più un semplice oggetto del desiderio, ma la droga da cui dipende la nostra felicità e per la quale siamo disposti a fare qualsiasi cosa per averne anche una piccola dose.
Quali sono i sintomi della dipendenza affettiva?
Uno degli elementi comuni agli amori morbosi è l'eccesso: pulsioni normali come il voler sedurre, un pizzico di gelosia, l'attaccamento e l'istinto di protezione nei confronti del partner vengono portate all'estremo, rendendo la relazione distruttiva e vampirizzante, ben lontana dall'ideale della coppia sana, costruttiva, fonte di gioia e di energie. Chi ne è affetto ha un forte bisogno di un legame nei confronti di una persona dalla quale dipende totalmente e sulla quale investe tutte le proprie energie. Vive costantemente nell’ansia di poterla perdere e ha bisogno di continue rassicurazioni. Di solito ha difficoltà nell’identificare in modo consapevole i propri bisogni ed obiettivi, se non in presenza di una figura di supporto o di un contesto che svolga questa funzione.
Un altro modo con cui si manifesta la dipendenza affettiva è quello di stimare l'altro più di se stesso: una strada che porta a dimenticarsi dei propri desideri, per piegarsi sempre alla volontà dell'altro. Il senso di indipendenza e libertà viene meno, lasciando posto ad un impoverimento che sfocia nella paura di non poterci staccare dall'altro. Si teme l'abbandono e la solitudine, si scambia per affetto qualsiasi gesto provenga dall'altro, lo si asseconda pur di non farlo scappare. In una parola, si perde l'autonomia offrendo il posto alla dipendenza.
Cosa accade nella dinamica di coppia?
La scelta da parte del soggetto dipendente di un partner con determinate caratteristiche non è casuale. Il dipendente ha spesso una percezione di sé come una persona non meritevole d’amore. Di conseguenza tenderà a scegliere inconsapevolmente partner problematici, anaffettivi che andranno a confermare l’immagine negativa che il dipendente ha di sé. La dipendenza affettiva quindi non è un fenomeno che riguarda una sola persona, ma è una dinamica a due. A volte il partner del “dipendente affettivo” è un soggetto problematico e/o narcisista. Altre volte la persona amata è rifiutante, sfuggente o irraggiungibile. Il dipendente dedica tutto se stesso all’altro, sapendo come renderlo felice e soddisfacendo i suoi bisogni, fino a che non sentirà un sovraccarico o una coercizione che può portare alla ribellione. In questo caso o sentirà un grande senso di colpa e cercherà di recuperare subito la relazione o, ancora, se l’altro lo allontanerà, si metterà in cerca di una nuova relazione, per non sentirsi completamente vuoto e inesistente.
Quali sono le cause della dipendenza affettiva?
Come spiega lo psicologo bolognese, Roberto Pani, alla base della dipendenza affettiva c'è spesso “una storia deludente di incontri emotivi ed esperienze affettive che affonda le radici nel passato più remoto, cioè quando si era bambine e adolescenti. È probabile che i primi incontri con le figure affettive importanti siano stati vissuti come non soddisfacenti: ad esempio, un padre freddo, una madre evitante, un ambiente socio-familiare in genere poco coerente tra i modelli educativi trasmessi a voce e i comportamenti messi in pratica”. In questi casi, il normale bisogno di essere amato, che nell'infanzia è vitale, è come se restasse congelato, per manifestarsi da adulti in tutta la sua urgenza: è lì pronto ad essere soddisfatto, senza troppi ragionamenti o valutazioni di chi si ha di fronte. Succede quindi che la dipendente affettiva, spinta dal bisogno di compensare un'antica ferita d'amore, proietti nell'altro un'immagine spesso non corrispondente alla realtà. Vede un principe salvatore dove c'è una persona normalissima che inevitabilmente la deluderà, ma che non riuscirà a lasciare per paura di essere sola.
Come si manifesta la dipendenza affettiva?
Inseguire l'altro che non ci vuole, temere che senza di lui non valiamo nulla, accettare tutto anche i soprusi, assecondarlo in ogni comportamento, senza mai dire ciò che desideriamo: questi sono i tipici comportamenti di chi soffre di dipendenza affettiva. Chi ha fame d'amore, al punto da esserne dipendente, spesso non ha la capacità di riconoscere ciò che desidera da ciò di cui ha bisogno, anzi, spesso è prigioniero dei bisogni, tanto che proietta nell'altro aspettative d'amore che inevitabilmente saranno deluse. Con l'andare nel tempo e con la quotidianità del rapporto, ci si accorge che l'altro non è come ci si aspettava. Questo equivoco trasforma l'amore in una situazione dolorosa, deludente e distruttiva: si instaura perciò un circolo perverso in cui chi ama troppo stabilisce una dipendenza, dalla quale sembra di non poter uscire.
Qual è l'identikit delle persone più colpite?
Ancora una volta a rispondere è Roberto Pani: Si tratta di quelle persone che “hanno avuto delle esperienze primarie, a cominciare dalla famiglia e scuola, che non sono state in grado di dare convincimenti e chiarezze sulla propria fiducia di base; quelle che non si sono sentite amate, sono state ingannate e tradite”.
Va specificato che non tutte le delusioni portano alla dipendenza affettiva. Non dimentichiamo che esse sono inevitabili per tutti e che spesso danno l'impulso a conoscerci e a capire cosa è giusto per noi in futuro. Superare una delusione, capendo l'insegnamento che ci ha fornito, rafforza la fiducia in se stessi ed instaura un circuito positivo, per il quale si comincia a darsi valore e ad andare verso amori sani, anche attraverso la strada dei tentativi ed errori.
Come uscire dalla dipendenza affettiva?
Per uscire dalla dipendenza affettiva il primo passo è sicuramente la consapevolezza del proprio funzionamento e dei propri schemi. Il confronto con gli altri, l’ascolto dei propri reali bisogni può essere un ulteriore punto di partenza.
Successivamente è fondamentale comprendere che la propria dignità viene al primo posto per smettere di essere sopraffatti dall'altro, trovando delle alternative alla relazione, curando i propri interessi e le proprie amicizie.
Nei casi più severi di dipendenza affettiva, ci si può far aiutare da uno psicoterapeuta che aiuti la “vittima” a capire quale sia la motivazione sottostante la sua dipendenza, a modificare i legami di attaccamento insicuro e rielaborare le esperienze negative per permettergli l’instaurarsi di legami significativi e soddisfacenti, lavorando sui propri schemi.
Solo così si potrà porre fine al vortice di sofferenza e dolore da cui queste persone sono pervase.