Quale coppia ha più chance di durare: quella in cui i partner sono molto simili per carattere e abitudini o quella in cui sono presenti delle diversità “importanti”? In molti hanno provato a dare una loro risposta, esprimendo teorie dissimili tra loro. Chiaramente ogni coppia fa storia a sé, eppure ci sono dei pro e dei contro ben definiti in questi due tipi di relazione. Vediamoli.
I pro e i contro delle coppie “uguali”
Le coppie che condividono le stesse passioni, gli stessi orari e magari anche lo stesso tipo di lavoro sono facilitate in molti passaggi della vita relazionale, primo tra tutti l’andare a convivere. Trovare un’armonia è facile, così come lo è pensare a delle attività da svolgere insieme nei momenti di svago. I contro di questo tipo di relazione sono da ricercarsi più che altro sul lungo periodo, con il pericolo di trovare scontato il partner e di provare noia.
I pro e i contro delle coppie “diverse”
Le coppie composte da persone con retaggi culturali, valori, passioni, tipi di lavoro o filosofie di vita diversi tra loro sono speciali, perché permettono a ciascuno dei partner di esplorare nuove esperienze, accogliere nuove idee e visioni, uscire dalla propria comfort zone. Allo stesso tempo, però, una relazione di questo tipo è molto impegnativa: la minaccia delle incomprensioni è dietro l’angolo e la convivenza potrebbe rivelarsi difficile. Inoltre, c’è il rischio che la troppa diversità anziché dare luogo a momenti di confronto autentico cancelli la possibilità di dialogo: ognuno potrebbe restare fisso sulla propria posizione e non riuscire a entrare nei panni dell’altro. Questo vale principalmente per le coppie che si dividono su principi religiosi o etici.
In definitiva, però, quale delle due tipologie di coppia sembra avere maggiore possibilità di durare e di garantire la felicità a entrambi i partner? Glenn Wilson, docente di psicologia al Gresham college di Londra, sostiene che le coppie più stabili e soddisfatte siano quelle i cui partner sono più simili. Wilson ha condotto uno studio, elaborando un test per misurare il “quoziente di compatibilità” tra i partner e sottoponendolo a più di duemila coppie. È risultato che chi aveva un quoziente di compatibilità più alto faceva parte di una coppia più stabile ed era anche più soddisfatto della propria relazione.
C’è anche la possibilità – ci viene da suggerire – che se le coppie più longeve sono anche le più simili, non è detto che questa fosse la loro condizione di partenza; forse quando hanno iniziato la relazione i partner condividevano solo alcuni aspetti del carattere, ma frequentandosi sono cresciuti insieme, si sono armonizzati tra loro, hanno scoperto un sé diverso da quello che credevano di possedere. Non tutte le differenze sono conciliabili, è vero, ma l’amore è una forza che unisce, non che divide: probabilmente un sentimento vero e un impegno autentico possono disseppellire le somiglianze nascoste anche tra persone apparentemente molto diverse.