Apparso per la prima volta su un social network nel 2018, la parola doomscrolling si è ormai diffusa in tutti coloro che hanno accesso alle nuove tecnologie e, soprattutto, ai social.
Nel linguaggio comune, la parola doom connota oscurità e male, riferendosi al proprio destino; allo stesso modo, la parola scrolling si riferisce allo scorrere del testo, delle immagini, ecc.
Il termine "doomscrolling" ha guadagnato popolarità specie durante la pandemia COVID-19 e ne ha scritto Brian X. Chen sul New York Times, osservando come, secondo alcuni dati raccolti da ricercatori, durante il lockdown il nostro tempo davanti allo schermo del telefono è aumentato di almeno il 50 per cento. «Ti svegli alle 6 e inizi a leggere. Cattive notizie seguono cattive notizie. I casi di Coronavirus continuano, così come i decessi. Le persone stanno perdendo il lavoro. È tutto terribile. Il mondo come lo ricordiamo è finito. Quando riemergi sono le 9 del mattino. Non sei ancora uscito dalla tua fossa di disperazione per fare la doccia. Ripeti questo esercizio masochistico durante la pausa pranzo – e ancora mentre ti prepari per andare a letto», così il giornalista descrive la drammatica esperienza del doomscrolling, che combinato con la dipendenza dallo schermo, potrebbe avere un impatto significativo sul nostro benessere mentale e fisico, rendendoci ansiosi, depressi, improduttivi e meno connessi con i nostri cari e noi stessi.
Ora, se è vero che le notizie su quello che accade nel mondo e nel nostro Paese sono una parte indispensabile della nostra vita quotidiana, è altrettanto vero che, proprio come accade col cibo, se mangiamo troppo e male otteniamo l’effetto contrario. Invece di un alleato, che ci fornisce energia, il cibo diventa un nemico, in grado di causare problemi psicologici e fisici a breve e lungo termine. Per resistere a questa sorta di overdose da informazioni bisogna creare una specie di “dieta”, un piano per controllare l’introito di news negative che assumiamo quotidianamente, proprio nello stesso modo in cui si crea un programma alimentare per perdere peso.
Mai come in quest’ultimo periodo è facile sentirsi sopraffatti da un senso di instabilità, incertezza e vulnerabilità che ci porta di contrasto a voler ristabilire un certo grado di controllo sul nostro vissuto.
In questo senso informarsi, ricercare attivamente o scorrere passivamente notizie su giornali, riviste, siti internet e social media ci aiuta in un primo momento a placare l’ansia derivante da questa indeterminatezza da cui sentiamo istintivamente la necessità di proteggerci. Allo stesso tempo, però, questa sete di informazioni ci costringe in un circolo vizioso di negatività che invece di placare alimenta ancora di più le nostre angosce.
Gli eventi negativi hanno un impatto maggiore rispetto a quelli buoni. Alcuni studiosi osservano che gli esseri umani sono "tutti programmati per vedere il negativo ed esserne attratti”: il doomscrolling può essere quindi il risultato di un meccanismo evolutivo in cui gli esseri umani sono "cablati per schermare e anticipare il pericolo". Monitorando frequentemente gli eventi che circondano i titoli negativi, rimanere informati può dare la sensazione di essere meglio preparati; tuttavia, lo scorrimento prolungato può anche portare a un peggioramento dell'umore e della salute mentale poiché le paure personali potrebbero sembrare aumentate.
Il nostro cervello, nello specifico il giro frontale inferiore (IFG), gioca un ruolo importante nell'elaborazione delle informazioni e nell'integrazione di nuove informazioni nelle convinzioni sulla realtà. Nell'IFG, esso "filtra selettivamente le cattive notizie" quando viene presentato con nuove informazioni mentre aggiorna le convinzioni. Quando una persona intraprende il doomscrolling, il cervello può sentirsi minacciato e in risposta spegne il "filtro delle cattive notizie".
Lo studio suggerisce anche che il cervello filtra selettivamente le informazioni e aggiorna le convinzioni in un modo che riduce lo stress e l'ansia elaborando le buone notizie con maggiore considerazione (vedi pregiudizio ottimistico). L'aumento del doomscrolling espone il cervello a maggiori quantità di notizie sfavorevoli e può limitare la capacità del cervello di accogliere buone notizie e scartare cattive notizie; questo può provocare emozioni negative che ti fanno sentire ansioso, depresso e isolato.
Gli operatori sanitari hanno avvertito che un eccessivo scrollo del giudizio può avere un impatto negativo sui problemi di salute mentale esistenti. Mentre l'impatto complessivo che il doomscrolling ha sulle persone può variare, può spesso far sentire ansiosi, stressati, paurosi, depressi e isolati. Gli individui che soffrono di distorsione cognitiva possono sperimentare un aumento del pensiero ruminativo e attacchi di panico a causa del doomscrolling. Gli studi suggeriscono anche una connessione tra il consumo di cattive notizie con livelli più elevati di ansia, depressione, stress e persino sintomi simili al disturbo da stress post-traumatico.
Come uscire da questo circolo di negatività e proteggerci?
Un consiglio pratico da seguire è quello di iniziare a programmare e controllare l’accesso che abbiamo a queste notizie, quindi pianificare quanto tempo dedicarvi e deciderne anticipatamente le modalità di fruizione.
Questo vuol dire imparare a ritagliarsi intervalli di tempo prestabiliti nei quali dedicarsi all’informazione, limitare le ore passate davanti allo schermo e controllare la validità delle fonti a cui ci affidiamo, per evitare inutili allarmismi.
Un altro consiglio utile è quello di limitare o bloccare determinati account o profili che generano questo tipo di contenuti, grazie ai filtri che alcuni social network mettono a disposizione degli utenti, che ci offrono la possibilità di controllare in maniera più attiva i contenuti a nostra disposizione.