La parola empatia oggi è molto utilizzata, ma sappiamo davvero cos'è? Essa è la capacità di "mettersi nei panni dell'altro", ovvero di comprenderne le motivazioni e gli stati d'animo, senza però essere coinvolti emotivamente. Quest'ultima cosa è molto importante: l'empatia è una virtù intuitiva che consente di comunicare con gli altri esseri umani attraverso delle capacità di ascolto speciali, che possiamo rivolgere anche a chi non conosciamo.
Per questo, quando vediamo una persona che si muove o parla in un certo modo siamo in grado di afferrare le sue emozioni e le sue motivazioni, senza dover avere un legame amicale o sentimentale che ci fornirebbe una conoscenza "di abitudine".
L'empatia è una qualità molto importante nel mondo del lavoro, ma anche in tutte le altre relazioni interpersonali. Di solito questa capacità entra in gioco in modo molto maggiore quando avvertiamo una vicinanza con l'altro, una sua somiglianza con noi. Ecco perché possiamo versare fiumi di lacrime quando in un film muore un cagnolino ma non faremmo lo stesso per un coccodrillo (a meno che gli sceneggiatori non lo "umanizzino" a sufficienza) ed ecco perché, soprattutto, la sofferenza di un altro essere umano che percepiamo simile a un nostro figlio, amico o genitore ci suscita tanta impressione.
Tutti gli esseri umani sono empatici per natura, anche se qualcuno di noi ha una dote più evidente degli altri in questo senso.
Come si può riconoscere una persona particolarmente empatica? Ecco alcune caratteristiche tipiche:
Ricordiamoci sempre che l'empatia è una virtù che si può allenare, sforzandosi di entrare in dialogo con gli altri e di ascoltarli davvero. L'empatia non apre certo tutte le porte, non garantisce la serenità o il successo sociale, ma è un'abilità speciale perché alimenta la nostra capacità di creare connessioni non-verbali e arricchirci interiormente assorbendo l'esperienza degli altri e facendola nostra.