Andare a convivere è un passo importante per una coppia, un passo che può essere legato alla maturazione della relazione ma anche alla necessità: con gli affitti sempre più alti, condividere la casa con il partner sembra essere una scelta quasi obbligata per molte coppie.
Di solito il momento più giusto per andare a convivere è quando la coppia sente di aver raggiunto una solidità tale da poter fare fronte agli inevitabili imprevisti della vita in comune, tra spazzatura da gettare e calzini sporchi in giro: un affiatamento che consente di comunicare in maniera aperta e onesta i propri bisogni e le proprie aspettative, ma anche di condividere dubbi e disagi senza paura.
Eppure c’è chi non si sente ancora pronto a fare un passo del genere, nonostante il partner lo vorrebbe. Si crea allora una piccola spaccatura nella coppia che va compresa e affrontata.
Cosa si fa quando uno dei partner è pronto per andare a convivere e l’altro non lo è? Per prima cosa bisogna rendersi conto che un “no” o un “non adesso” non vanno interpretati come un rifiuto rivolto alla persona. Non si tratta di un “ti amo meno di quanto mi ami tu” ma spesso ci sono altre ragioni dietro. Quali ragioni? È importante creare uno spazio di condivisione per parlarne insieme.
Le motivazioni per non convivere possono essere tante: dai tempi personali, alla situazione economica, fino a un legittimo desiderio di indipendenza. Abbiamo parlato in un passato articolo dell’aumento delle coppie LAT (stabili e fisse ma non conviventi) e al giorno d’oggi sempre di più convivenza non fa necessariamente rima con amore. Ci sono poi le paure legate al convivere e queste possono essere sciolte solo attraverso il dialogo, per cui confrontarsi sul tema in coppia è assolutamente importante.
Rimandare la convivenza non significa necessariamente che una relazione sia destinata a finire. Anzi: discutere su un tema così importante e cercare di comprendersi con empatia potrebbe anche rafforzare il rapporto. Di sicuro, provare a convivere senza una reale convinzione di entrambi è dannoso: si rischiano di alimentare delle tensioni che potrebbero avere un influsso molto negativo sulla relazione e addirittura distruggerla. Come sempre, i cambiamenti importanti devono essere cercati e voluti da entrambi i membri della coppia.
Accettare che l’altra persona non sia pronta a convivere dunque è necessario, dandosi sempre un certo orizzonte temporale: se una persona ha il sogno di costruire una famiglia, per esempio, e l’altra no, sono le basi stesse della relazione che vengono messe a rischio. Tutto questo materiale emotivo e progettuale importante può venire fuori quando si tratta di scegliere se andare a convivere o meno ed è per questo che parlarne a cuore aperto è così importante.