A volte, senza rendercene conto, nutriamo pensieri che ci danneggiano. Che si tratti di convinzioni personali errate o di semplice abitudine a vedere solo un determinato lato del reale, questi pensieri sono piuttosto pervasivi e possono farci perdere tante occasioni di godere e sorridere, oltre che di fare qualcosa per migliorare la nostra condizione.
I tre pensieri negativi e inconsapevoli più frequenti possono essere riassunti in frasi come "non sono all'altezza", "mi va sempre tutto male" e "sono sempre una vittima". Vediamoli insieme più nel dettaglio.
Secondo gli esperti, al giorno d'oggi coltivare complessi di inferiorità è molto più facile che in passato. Perché? Perché tra canali di informazione digitale e social network siamo costantemente bombardati dall'autoesaltazione e dall'autopromozione altrui. Facile, allora, vedere gli altri sempre sulla cresta dell'onda, bravi e acclamati, e sentirci non all'altezza.
Questa però è una distorsione della realtà. La rete amplifica la gioia e la fortuna altrui, ha il potere di rendere sfavillante anche il più piccolo dei successi; ma se solo potessi guardare le cose come stanno, dal vivo, in diretta, ti accorgeresti che il 90% del fascino che hai avvertito era falso.
Allo stesso tempo, negli ultimi decenni il sistema educativo si è fatto sempre più esigente e competitivo. I ragazzini di oggi imparano subito l'arte del contendere, spinti da genitori che desiderano il meglio per loro, ma peccano d'orgoglio. La società dell'informazione ha reso accessibili i volti, le storie e i successi di persone che vivono ai quattro angoli del mondo; l'asticella della competizione si alza quindi, in ogni campo, potenzialmente all'infinito. Ma non essere i più bravi del mondo non significa non essere abbastanza.
Se ti sorprendi a dire "non sono all'altezza", non alimentare questo pensiero, ma combattilo. Tutti vorremmo essere migliori, ma non otterremo questo risultato bocciandoci a priori. Sostituisci questo concetto con: "in cosa posso migliorare oggi"?
Questo tipo di pensiero catastrofico ha, come pochi, la capacità di ammazzare tutte le nostre energie vitali. Se anche fosse vero che a te va sempre tutto male, crogiolarsi in questo tipo di riflessione ha il solo effetto di lasciarti inerme ed arreso. Chi pensa di non avere speranza, di fatto, ha smesso di combattere.
Il pensiero che tutto ciò che intraprendiamo andrà a finire malamente può impedirci di afferrare i nostri sogni, di scegliere un lavoro migliore, di trovare l'amore della nostra vita. Vedere il futuro in nero è per molti un'abitudine, ma occorre combatterla per poter finalmente ottenere successo.
Come diceva il filosofo cinese Sun Tzu, il vincitore spesso non ha bisogno di dare battaglia; chi dispera del futuro si fa facilmente schiacciare da lui, proprio perché non combatte.
Molto spesso siamo vittime degli altri, e il mondo è effettivamente pieno di traditori e truffatori, inutile negarlo. Ma il pensiero vittimista va combattuto a spada tratta; perché?
Perché se pensi sempre a te stesso come vittima ti poni automaticamente in un ruolo di passività. La vittima non è, per continuare a usare metafore guerresche, un combattente che ha perso, ma una persona passiva in balia degli altri. Perciò la vittima non ha scelta, non ha possibilità di riscatto.
Il pensiero vittimista è molto simile al pensiero catastrofico di cui abbiamo parlato prima: vuole indurti a smettere di lottare per te stesso, consegnandoti alla volontà di qualcuno che deciderà per te. Ma tu sei più forte di così, e devi ricordartelo ogni giorno. Non devi mai smettere di lottare per i tuoi sogni.