Ultracrepidario non è una parola ufficialmente riconosciuta nella nostra lingua, ma è interessante per via della sua storia. In generale con questo termine si indica chi critica aspramente qualcuno sapendone meno di lui, o non avendo una vera conoscenza di ciò su cui va dissertando. Insomma, un tipo di persone da cui siamo letteralmente circondati, a giudicare da quanto si vede ogni giorno sui social! Ma vediamo da dove deriva questa strana parola.
Si narra che Apelle di Colofone, uno dei più grandi pittori dell'antica Grecia, fosse solito esporre le sue opere in piazza per vedere se incontravano il gradimento del popolo, per raccogliere osservazioni e correggere eventuali difetti: insomma, si trattava di un artista in grado di esporsi ed ascoltare chi aveva di fronte. Quando un giorno un calzolaio venne a criticare un suo dipinto, asserendo che Apelle avesse dipinto dei sandali con una forma sbagliata, il bravo pittore accolse l'osservazione, tornò a casa e corresse il dettaglio. Il giorno dopo tornò a esporre il quadro in piazza. Il calzolaio vide che il suo consiglio era stato ascoltato e, verosimilmente riscaldato dalla cosa, si avvicinò di nuovo ad Apelle ed espresse una critica su un altro aspetto del quadro. Al che il pittore disse: "non giudicare nulla che non siano i sandali". In latino, la lingua con cui la favola è stata tramandata, la frase suona così: "ne supra crepidam sutor iudicaret". Da qui l'espressione ultracrepidario per indicare chi va oltre i sandali, cioè si spinge a giudicare oltre quel che sa.
Prima abbiamo menzionato il mondo dei social, che sono nati apposta per permettere a tutti di esprimere opinioni: sembra che su Facebook chiunque sia un ultracrepidario. In realtà esprimere un'opinione personale, a prescindere da quanto si sappia su una determinata cosa, è sempre lecito e non dovrebbe far male a nessuno. Come si distingue allora una semplice opinione da una critica ultracrepidaria?
Di solito, il "tuttologo" non esprime la sua opinione per aiutare l'altro ma soltanto per dimostrare la propria superiorità; proprio per questo, critica senza esporsi a critiche a sua volta, e cioè presenta ciò che dice come la verità assoluta. Di solito, oltre a questo tipo di visione in bianco e nero e a questa aria di saccenza, le critiche ultracrepidarie sono spesso veementi e hanno il risultato di umiliare o ferire qualcuno.
Molto spesso, quando si scrive su internet, si diventa ultracrepidari senza saperlo! Infatti, spesso il desiderio di esprimere la propria opinione è forte, dà un senso di partecipazione e di inclusione e il meccanismo dei social sembra fatto apposta per indurci a esprimerci in modo immediato e leggero. L'importante è sempre chiedersi se quello che scriviamo, prima di postarlo, sia detto in buona fede e non rischi di danneggiare qualcuno. Allo stesso tempo, sapere chi sono gli ultracrepidari ci dà qualche arma critica per difenderci quando li incontriamo: se una persona si presenta come giudice supremo dalla sapienza infinita, impariamo a lasciar correre e a non dargli l'autorità che cerca. Spesso rispondere in modo piccato non serve altro che a stimolarlo nelle sue "sparate".