La risata è un linguaggio umano universale: se nel mondo esistono tra le 6000 e le 7000 lingue, completate da espressioni mimiche con significati diversi, il modo in cui si ride è invece quasi uguale per tutte le persone del mondo.
Il riso è il modo più naturale che abbiamo per esprimere le nostre emozioni più intense, principalmente legate al divertimento e alla gioia, ma anche utili per scaricare ansia, nervosismo o rabbia. Sembra, secondo gli scienziati, che ridere sia una sorta di pratica auto-terapeutica, utile per dilatare i vasi sanguigni e migliorare la circolazione. Ridere inoltre libera le endorfine, donandoci una sensazione di piacere e benessere, riducendo così lo stress; sembra inoltre che ridere spesso stimoli il sistema immunitario a farsi più forte. Insomma, il divertimento fa bene alla salute!
Ma quanto ridiamo ogni giorno, e quando impariamo a farlo?
Recentemente i ricercatori hanno scoperto che i neonati iniziano a ridere, a modo loro, già a diciassette giorni di vita! Fino a poco fa si credeva, invece, che le prime risa arrivassero intorno ai quattro mesi. Sembra proprio che questa attività, insomma, sia una delle primissime nella vita di una persona: arriva molto prima della parola ed è presente anche nei bambini che nascono privi della vista o dell'udito.
I bambini ridono presto e moltissimo: circa trecento volte al giorno, secondo le stime. E gli adulti? Molto, molto meno: in media, solo quindici volte al dì. La serietà che subentra con la crescita smorza pian piano la curiosità, lo stupore e la capacità di emozionarsi in questo modo così genuino ed immediato.
Ma ricordarci che ridere è bello e ci fa bene è decisamente importante. Per questo, dall'India, arrivano pratiche curiose come lo Yoga della risata. A inventarlo è stato il medico Madan Kataria, convinto che ridere facesse talmente bene da dover diventare un'abitudine quotidiana, svincolata dagli stimoli esterni. Lo Yoga della risata, che di solito si fa in compagnia ma può essere praticato anche da soli in casa propria, insegna le tecniche per stimolare il riso o almeno simularlo, cogliendone così i benefici. I praticanti suggeriscono di ridere almeno dieci minuti al giorno, preferibilmente al mattino.
La gamma di risi che si sperimentano con lo yoga della risata è abbastanza ampia: si passa dal risolino timido, alla risata "sguaiata" che si esegue pronunciando delle vocali, fino alla risata silenziosa. La scommessa di Kataria è riprodurre artificialmente la fisiologia della risata, senza essere divertiti, per rilassarsi progressivamente e giungere a un vero riso divertito. Dal corpo, questo stimolo positivo dovrebbe arrivare alla mente e coinvolgerla, donando un senso di buonumore.
Anche se da adulti seri e responsabili troviamo talvolta sconveniente lasciarci andare al riso, dovremmo fare in modo di giudicarci un po' meno e mantenere viva la fiamma della fanciullezza. Il divertimento deve essere rivalutato perché è naturale e perché rende la vita più bella!