Il fenomeno in crescita della street art, ormai sponsorizzata e finanziata anche dalle istituzioni, apre il mondo dell'arte e del turismo a pratiche prima impensate. Mentre le periferie più degradate delle grandi città d'Europa e non solo rinascono grazie a colori e pennelli di artisti famosi, consacrati autori di grandi opere a cielo aperto, e mentre il Coronavirus mette a rischio l'apertura dei musei tradizionali, ecco esplodere il nuovo fenomeno del turismo culturale "street", con guide turistiche che accompagnano i visitatori alla scoperta dei murali più belli all'interno di quartieri forse prima sconosciuti.
Perché la street art piace tanto? In primo luogo, per la sua naturale "instagrammibilità": le immagini sembrano talvolta fatte apposta per essere fotografate e condivise sui social, e anche la più piccola scritta lasciata sul margine di un lampione o di un muro può aspirare a diventare virale, e quindi mondiale, grazie all'occhio e alla lente di chi la fotografa e diffonde. Un turismo "social" dunque, e forse non nel senso migliore del termine.
Gli street art tour piacciono particolarmente alla clientela radical chic, abituata ad empatizzare con luoghi insoliti e con il cosiddetto "spirito delle periferie". Queste aree degradate rinascono così e si gentrificano, divenendo nuovi poli di un turismo diffuso: dove le istituzioni non arrivano, arriva la borghesia dotata di smartphone dual camera e in perenne cerca di emozioni. E dove arrivano loro, arrivano anche i soldi. Ecco perché l'arte di strada si trasforma per molti quartieri e comunità in una vera e propria opera di riqualificazione.
Per fortuna, anche quando l'operazione sembra diretta dall'alto, le immagini e gli artisti non perdono di genuinità e cercano sempre di mantenersi fedeli allo spirito dei luoghi. Così ad esempio a Roma, con il progetto MURO (Museo di Urban Art di Roma) che dal 2010 anima i quartieri Quadraro e Torpignattara con opere sempre pensate per essere community-specific, cioè adatte alla comunità dove nascono. Ed è così che una delle città più turistiche al mondo ha iniziato ad offrire agli stranieri, stanchi dei soliti tour organizzati, percorsi in zone periferiche e mai prima battute, per ammirare lo splendore della locale street art.
Iniziative simili, con lo stesso grado di entusiasmo, si ritrovano a Torino, con lo streetart tourino organizzato dall'ass.ne Pigmenti, e a Milano, dove dal 2014 sono attivi tour e ciclotour dedicati alla pittura a cielo aperto.
Ma la street art non è solo cittadina: particolarmente meritevole di attenzione è il progetto siciliano Transumanza, pensato per concepire opere e percorsi non in centri densamente popolati, bensì in borghi in via di abbandono. In questo modo l'arte contemporanea si occupa di rileggere la memoria dei luoghi creando un mix interessantissimo tra la giovane pittura emergente e le architetture del passato. Le sette tappe del percorso Transumanza sono sia fisiche che multimediali e sono state pensate per essere condivise in rete; ma non si sa mai che non fungano da impulso per la riscoperta di altre zone, altri mondi, altri passati ancora poco conosciuti.