Di stereotipi sul maschile, il femminile e le loro differenze siamo talmente imbevuti da perdere di vista, alle volte, la realtà. La cultura e la tradizione che abbiamo ereditato ci fanno, in effetti, vedere il mondo con “occhiali” ben precisi. Oggi si insiste molto sulla rottura degli stereotipi e sul fatto che una donna, ad esempio, non debba essere per forza delicata e ipersensibile, mentre un uomo non debba essere necessariamente forte e risoluto. Ma le differenze, oltre che nella tradizione, stanno anche nella realtà biologica degli esseri umani?
Sembra proprio di sì: tra uomo e donna ci sono delle differenze nella valutazione del bello, nel modo di innamorarsi e anche nel modo di vivere la sessualità (non solo in senso fisico). Vediamo le differenze principali, tratte da studi scientifici condotti in tutto il mondo.
Uomini e donne hanno un senso del bello differente. Questo perché quando guardano un’opera d’arte oppure un/a potenziale partner i due sessi attivano aree diverse del cervello. Nelle donne ad accendersi sono le due aree parietali del cervello, destra e sinistra, mentre gli uomini usano solo la destra. Perciò, ad esempio, la propensione a notare i piccoli particolari è diversa tra uomini e donne.
Uno studio spagnolo ha reso noto che gli uomini sono molto più propensi alle fantasie sessuali rispetto alle donne. Sul campione preso in esame, il 71% dei maschi ha regolarmente delle fantasie, contro il 48% dell’altro sesso.
A quanto emerge da un recente studio argentino, buona parte degli uomini e delle donne (intorno al 30% del campione) ritiene che l’eros sia la spinta fondamentale nelle proprie relazioni. Tra coloro che si sentono più propensi ad amori “platonici”, profondi e disinteressati, ci sono in prevalenza gli uomini: il 16% del campione, contro l’8% delle donne. Un dato in contrasto con la tradizione, che vedrebbe le donne come più idealiste rispetto agli uomini.
La questione dei preliminari è prevalentemente un fatto culturale, più che biologico. Ma anche in questo, gli uomini e le donne differiscono. Secondo una ricerca condotta dallo psichiatra francese Philippe Brenot il 56% degli uomini si dedica regolarmente ai preliminari ma sostiene di farlo principalmente per il piacere della propria compagna. Quindi questa parte dell’intimità è più necessaria a “lei” che a “lui”.
Secondo uno studio statunitense, in media sono gli uomini i primi a dire il fatidico “ti amo”. Anche questa differenza, però, come la precedente, potrebbe essere figlia delle consuetudini e non della biologia. In ogni caso è in contraddizione con gli stereotipi più diffusi, secondo i quali è la donna la prima a innamorarsi.
Per gli uomini l’apice del piacere dura meno che per le donne: per “lui” si parla di circa 3-10 secondi, per “lei” in media 30.
Il cervello femminile è più bravo ad elaborare le emozioni rispetto a quello maschile. Per questo motivo le donne sono, in media, anche più brave nella comunicazione interpersonale. Per loro potrebbe essere più facile esprimere desideri e aspettative, e anche incoraggiare il partner a esprimersi.
Oltre a quelle che abbiamo esposto, ci sono innumerevoli altre piccole e grandi differenze. Nessuna di queste categorizzazioni, però, toglie nulla all’unicità delle persone, che hanno capacità comunicative ed empatiche diverse, come diverse sono le storie di ognuno.