Chiamiamo partner evitanti le persone che pur trovandosi all’interno di una relazione stabile sembrano sempre pronte a fuggire: un giorno chiedono più intimità, il giorno dopo sembrano fredde come il marmo; un giorno dicono di essere fiduciose, il giorno dopo sono diffidenti. Queste persone così sfuggenti sembrano a volte dotate di una vera calamita: attraggono perché sono fonte inesauribile di mistero e allo stesso tempo stancano e frustrano perché non si lasciano mai afferrare.
Quando si ha di fronte una persona così è importante capire se il suo atteggiamento è strumentale all’ottenimento di vantaggi precisi oppure se si tratta di una vera e propria tipologia di personalità patologica. Il DSM (manuale diagnostico per le malattie mentali) inserisce infatti la categoria “evitante” nel quadro dei disturbi della personalità.
Gli evitanti “patologici” sono dal 3 al 5% della popolazione, quindi non è così frequente incontrarli. Sono caratterizzati da un atteggiamento sfuggente per via di una profonda insicurezza. Per questo tendono ad allontanarsi da ogni contesto che non li faccia sentire del tutto al sicuro. Le relazioni d’amore, se ci pensiamo bene, sono proprio il tipo di contatto umano che scatena maggiore insicurezza, tra la paura di essere feriti e quella di perdere se stessi. Ecco perché gli evitanti “patologici” fanno tanta, tantissima fatica a lasciarsi andare anche se sono fortemente attratti da una persona.
Se si è innamorati di un “vero” evitante non si può fare altro che aiutarlo a riconoscere di avere un problema e indirizzarlo verso il supporto di una figura professionale competente. Che fare, invece, quando il partner evitante ha tutta l’aria di mettere in atto certe strategie solo per assumere una posizione di potere?
La risposta è piuttosto scontata: gettare la spugna e allontanarsi, come si farebbe da qualsiasi rapporto tossico. A volte la freddezza e il distacco hanno l’effetto di far sentire chi subisce insicuro e difettoso, a volte creano rapporti apparentemente “indipendenti” che a ben guardare sono fondati su una profonda infelicità.
Nel caso si voglia dare al partner evitante una possibilità, è bene essere molto chiari: in un rapporto non è accettabile un atteggiamento del tipo “oggi ci sono, domani no” perché l’affettività si fonda sulla fiducia e sulla presenza. La persona evitante deve prendere coscienza del fatto che il suo allontanamento causa dei problemi a chi gli sta intorno, quindi non è un atteggiamento neutro come a volte può apparire. A volte non ci si rende conto che quando ci si ritira in se stessi si sta lasciando solo qualcun altro.
Solo se il partner evitante si impegna concretamente a modificare il suo atteggiamento e accetta di mettersi in gioco dal punto di vista della crescita personale il rapporto di coppia può avere un futuro.