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    Lasciarsi guidare dai sentimenti significa non essere razionali?
    Quando si tratta di prendere decisioni importanti la nostra società tende a privilegiare il ruolo della ragione svalutando la componente emotiva. Invece prendere decisioni “di pancia” non significa essere irrazionali o avventati. La scienza ci conferma che esiste una intelligenza emotiva, importante ed efficace quanto quella razionale.

    Prendere una decisione sulla scia dell’emozione può essere inquietante. È infatti opinione comune che per prendere una decisione occorra soppesare ogni fattore con l’aiuto della ragione e solo dopo agire, a mente fredda.

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    A soccorso degli emotivi, tradizionalmente considerati avventati, arrivano però i ritrovati della scienza: in realtà, dicono i ricercatori, esiste anche una intelligenza emotiva. Questo vuol dire che non bisogna sottovalutare le emozioni e relegarle sempre nella sfera dell’irrazionale: anch’esse hanno una loro logica.

    Uno tra gli esempi più comuni di scelta guidata dai sentimenti è la decisione di abbandonare un lavoro sicuro per cambiare carriera e stile di vita, anche se questo significa restare per un periodo senza reddito o fondare un’impresa autonoma che non dà certezza di guadagno.  Questa decisione può essere giudicata irrazionale, “stupida”, ma spesso è motivata da ragioni ben precise, come il desiderio di seguire una passione personale o di avere più tempo per la famiglia. Quindi è sì una decisione sentimentale, ma non è certo priva di intelligenza.

    A confermarlo è anche una ricerca della Medical Alert Buyers Guide, secondo la quale chi si fa guidare dal “cuore” nel prendere decisioni è mediamente più felice della propria carriera, ma anche della propria vita privata.

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    Alcuni analisti pensano che la nostra società dia semplicemente troppa importanza al ragionamento logico a freddo e rintracciano l’origine di questa tendenza nel pensiero di Cartesio. Questo filosofo seicentesco, autore del celebre motto “penso dunque sono”, è visto come il capostipite di una corrente di pensiero che riduce l’importanza delle emozioni ed esalta invece la dimensione razionale, concepita come unica vera prerogativa umana opposta all’animalità dell’istinto.

    Ma la cosiddetta intelligenza emotiva non consiste semplicemente nel diventare burattini del nostro istinto, bensì di avvertire fino in fondo le emozioni, conoscerle, trasformarle in energia creativa. Un individuo guidato dalle emozioni, quando le sa vivere con consapevolezza, è l’opposto di uno sbandato in balia di forze incontrollabili.

    Naturalmente, non tutte le decisioni sono uguali e bisogna sempre andare a vedere il contesto. L’esperienza, il consiglio delle persone più esperte, la logica e la proiezione verso il futuro sono elementi che contano molto per prendere le decisioni più difficili. In realtà la nostra mente non funziona mai in modo estremo, bianco o nero, tutto con la ragione o tutto con l’istinto: c’è sempre una compenetrazione di questi fattori. Potremmo ipotizzare che il miglior modo di decidere sia soppesare razionalmente i pro e i contro e poi affidarsi al fattore emotivo come peso in grado di spostare l’ago della bilancia da una parte o dall’altra.

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    Quello che speriamo sia passato da questo breve articolo è il concetto che essere emotivi non significa necessariamente essere irrazionali ma anzi, significa applicare una logica “parallela” che è comunque efficace.

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     Commenti (1)
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    1. cri_cri62, Udine (Friuli-Venezia Giulia)
      Pur essendo. molto emotiva nelle scelte, quelle importanti, sempre stata "cartesiana" e devo dire che, finora, non mi sono trovata male. Cogito ergo sum! E avanti così...
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