Gli addetti ai lavori del mondo del cinema hanno osservato che un evento pur seguitissimo come la notte degli Oscar, negli ultimi quindici anni, ha cambiato di significato. Un tempo i film premiati erano scelti tra i maggiori successi di pubblico, mentre oggi si tratta di pellicole che hanno visto relativamente in pochi. Questo si traduce anche in un calo di ascolti della relativa trasmissione televisiva.
Dal punto di vista dello share televisivo, infatti, la notte degli Oscar 2022 è stata tra le peggiori della storia, seconda solo all’edizione 2021. Per capirci, se dieci anni fa gli ascolti gravitavano intorno ai 40 milioni, nel 2022 sono stati in poco più di 16 milioni a seguire gli Oscar in TV. Vedremo che cosa avverrà per l’edizione 2023, prevista per il 12 marzo, ma di sicuro quella a cui stiamo assistendo è una tendenza e non un caso.
All’epoca di Via col vento, di Tutti insieme appassionatamente, de Il padrino e soprattutto di Titanic, la regola era che i film più premiati fossero anche i più visti (non sempre i migliori dal punto di vista della qualità) mentre ultimamente si è osservata una prevalenza di film di budget più basso, di produzione indipendente e anche di scarsa circolazione. In un certo senso potrebbero essere considerati film più artistici, ad esempio il “piccolo” The Hurt Locker che nel 2009 batté una produzione monumentale come Avatar.
Nessuno dei film vincitori delle ultime edizioni è riuscito a diventare ciò che per i criteri statunitensi è definibile un vero grande successo, ossia un incasso di oltre cento milioni di dollari. E Hollywood non ama questo cambiamento, tanto che ha spesso giudicato “grave” la situazione e troppo “elitaria” la manifestazione degli Oscar. Qualcuno ha detto, sprezzantemente, che se la tendenza deve continuare tanto vale consegnare i premi dentro una tenda.
Quest’anno i candidati al titolo di miglior film sono:
Tra questi ci sono dei film, come Avatar, che sono dei veri e propri successi commerciali e fanno ben sperare gli operatori dell’industria, ma non sembra probabile che possano salire sul podio. Gli unici candidati italiani, per quest’anno, sono Alice Rohwacher per i “corti” e Aldo Signoretti per il trucco, con una certa delusione tra chi avrebbe voluto veder correre a questo titolo maestri come Mario Martone.
Staremo a vedere cosa succederà; di sicuro indagare la composizione delle nomination all’Oscar è sempre un interessante barometro della società degli spettatori, dove i film di maggior incasso non coincidono con i migliori e dove l’offerta si diversifica dividendo il pubblico tra le sale (sempre più vuote) e le piattaforme di streaming a casa.
Questa situazione potrebbe essere un monito per l’industria, spingendola a produrre, come un tempo accadeva più di frequente, dei film popolari che siano però anche abbastanza rilevanti dal punto di vista dell’arte.