Se gli occhi sono lo specchio dell’anima è sicuramente grazie allo sguardo. Con esso trasmettiamo in maniera immediata le nostre emozioni, le nostre paure e le nostre sfumature emotive più intime. Nessuna parola potrebbe esprimere l’essenza di uno sguardo, a cui è riconosciuta quasi una specie di linguaggio universale e che in molti hanno cercato di interpretare. Ma spesso ciò che leggiamo negli occhi di qualcuno non ha bisogno di interpretazione, è il nostro istinto a leggerne il vero significato.
Il contatto visivo, infatti, è uno dei più potenti mezzi di comunicazione non verbale, assieme al sorriso, le mani e le spalle. Mediante gli sguardi inviamo, più o meno inconsapevolmente, continui messaggi che esercitano una grande influenza su qualsiasi tipo di incontro. Fanno parte di quella comunicazione indiretta tipica della mutua percezione. Proprio così: attraverso gli occhi, attraverso lo sguardo, possiamo far capire agli altri come ci sentiamo, sia fisicamente sia emotivamente. Ma c’è di più: grazie al contatto visivo, possiamo creare un legame più stretto con la persona con cui stiamo parlando, facendola sentire più a suo agio o, al contrario, minacciata.
Lo sguardo è costituito da comportamenti involontari (battito delle palpebre, dilatazione pupille, ecc.) e da elementi volontari. Nelle culture occidentali esso occupa la quota preponderante di una conversazione e serve per inviare e raccogliere informazioni, nonché per acquisire il feedback dell’interlocutore. Strumento efficace per gestire la regolazione dei turni, lo sguardo rappresenta un segnale tra due persone che si mostrano disposte a iniziare un’interazione. Può assumere un’importante funzione di sincronizzazione (che consente di evitare le sovrapposizioni per gestire l’avvicendamento dei turni) e di gestione dei processi di feedback, oltre che di monitoraggio, dato che permette di verificare il livello di coinvolgimento e l’interazione con l’interlocutore. Infine, lo sguardo assolve una funzione di segnalazione, poiché offre la possibilità di manifestare le intenzioni (ad es. con lo sguardo si può comunicare sia affetto che sfida).
Il contatto oculare è molto importante, consente di rinforzare il contenuto di un messaggio ma attenzione, esso è pur sempre legato alla cultura di appartenenza e funziona in modo diverso in base alla situazione in cui sono coinvolte le persone. Ad esempio, lo sguardo si fa più intenso e prolungato in una conversazione tra solo due persone, ma in un gruppo, gli interlocutori che si scambiano sguardi, lo fanno dopo massimo tre o cinque secondi. Allo stesso modo, durante una conversazione, si può stabilire quanto tempo si passa a guardare una persona e quanto, invece, non la si guarda affatto. Di solito, si conta un 30% di contatto visivo e un 60% di mancato contatto visivo, pur ascoltando quello che l’altro dice. Se si guarda l’interlocutore per meno tempo, potrebbe sembrare che non ci interessi molto la conversazione ma se, invece, lo si guarda più a lungo, allora è sintomo di un grande interesse. Di fatto, è dimostrato che se ci piace qualcuno, lo guardiamo di più negli occhi rispetto ad altre persone che non ci interessano.
Il contatto visivo non ha la medesima funzione né lo stesso significato in tutti i luoghi del mondo. In alcune culture, infatti, gli sguardi intensi possono anche arrecare fastidio. Ad esempio, i giapponesi ritengono che non guardare negli occhi sia un segno di rispetto verso gli altri. Tuttavia, per la maggior parte degli occidentali, è proprio l’opposto, ovvero può significare diffidenza o disprezzo.
Un altro fattore chiave nella comunicazione è la durata del contatto visivo: la sua assenza totale in una conversazione indica una mancanza di controllo su ciò che si prova; in chi si interfaccia, invece, provoca una sensazione di imbarazzo e diffidenza. Al polo opposto troviamo chi tiene a lungo lo sguardo fisso e non lo distoglie mai. Questo tipo di contatto suggerisce che vi è un desiderio di strumentalizzare l’altro.
Tutti gli sguardi trasmettono un sentimento, persino quando sono molto poco espressivi; tuttavia, non è sempre facile decodificarlo. A tale proposito, sono stati effettuati alcuni studi sul linguaggio del corpo che hanno identificato vari codici criptati in un contatto visivo.
Queste sono alcune delle interpretazioni più comuni:
Gli sguardi giocano un ruolo molto importante anche durante la seduzione. Sono spesso l’inizio di quello che poi si trasforma in un vincolo amoroso. Anche nel caso in cui il contatto avvenga per mezzo telefonico, gli occhi delle persone coinvolte riflettono un certo interesse amoroso. Ad esempio, è comune che brillino di più, che la pupilla sia più dilatata e che rimandino maggiore dolcezza.
Secondo gli esperti del linguaggio del corpo, l’interesse per un’altra persona si misura così:
Attenzione ad alcuni luoghi comuni che vanno sfatati, quello cioè che i bugiardi evitino il contatto visivo. Niente di più lontano dalla verità! Ogni volta che un bugiardo mente, infatti, fissa lo sguardo sul viso del suo interlocutore per vedere se cede a quello che dice. Inoltre, è un modo per guadagnarsi la sua fiducia e ottenere credibilità.
Anche gli animali sono sensibili allo sguardo umano. Se sono arrabbiati, interpretano lo sguardo fisso come una sfida. Distogliere lo sguardo è un modo per ridurre la possibilità che vi attacchino.
Come abbiamo visto, il contatto visivo racchiude un mondo di infinite possibilità. Un modo di comunicare che dice molto di noi e che vale la pena di saper interpretare.