Il self talk (in italiano “dialogo interno”) è una tecnica psicologica utile nella vita di tutti i giorni ma utilizzata in particolar modo dagli sportivi per incrementare la concentrazione sulla performance. A ciascuno di noi può capitare di rivolgersi a se stesso, ad alta voce oppure no, dandosi ad esempio una esortazione in un momento di smarrimento. La tecnica del self talk non lascia nulla al caso e rappresenta una strutturazione del curioso istinto di parlare da soli.
Gli atleti di successo effettivamente parlano a se stessi prima e durante la performance sportiva, secondo regole strutturate che impediscono alla mente di vagare od orientarsi su ruminazioni non costruttive. Perché il self talk sia efficace deve entrare nel modus pensandi dello sportivo, che si addestra a parlare con sé esattamente come si allena nel nuoto, nella corsa o nel calcio. Quella del self talk è ad oggi una tecnica di psicologia dello sport ben radicata, al pari del training autogeno e dei processi di visualizzazione.
Imparare dagli sportivi può essere molto interessante per ciascuno di noi e può migliorare il modo con cui approcciamo i problemi. Se ci pensiamo, gli sportivi si allenano per anni ogni giorno, eppure è nel momento della gara che devono dare il meglio. Non possiamo aspettarci che uno sportivo si comporti come un liceale che, al momento della verifica, si fa prendere dall’emozione e dà risposte grossolane. Gli sportivi ottengono ciò attraverso le infinite ripetizioni degli stessi gesti, ma anche con un dialogo interno focalizzato sulla positività.
Pensare ai problemi in quanto tali, o rimuginare sui propri difetti, ha l’inevitabile effetto di bloccare l’azione. Se invece ci si allena a pensare con positività, a privilegiare le occasioni a discapito degli ostacoli, ad alimentare la consapevolezza delle proprie doti si è spinti ad agire con più efficacia. Il buon dialogo interiore deve agire, inoltre, in contrasto con i poli opposti dell’apatia rinunciataria e dell’attivazione o eccitazione eccessiva. L’idea è acquisire una forma di dominio di sé che porta a raggiungere un equilibrio psichico funzionale alla miglior performance.
L’atleta deve imparare a focalizzare tutta la sua attenzione sull’obiettivo, senza chiudersi alla ricezione degli stimoli esterni ma consentendo di entrare nella sua mente solo a quelli utili. Molti sportivi, poi, stabiliscono delle frasi positive da ripetere interiormente come un mantra per darsi coraggio. Un’altra cosa che fanno i campioni è stare attenti alla forma con cui intessono il loro dialogo interno, usando solo frasi positive. Una frase come “non devo distrarmi”, negativa, è meno efficace rispetto alla forma positiva “devo concentrarmi”.
Le espressioni del self talk devono essere brevi e chiare, quasi come i comandi che si danno agli animali in addestramento: meglio imprimersi nella mente una singola parola piuttosto che una catena di frasi. La forma con cui si parla a sé utilizza la seconda persona (“tu…”) e ha la forma di un consiglio piuttosto che di un comando autoritario.
Ogni atleta, man mano che diventa esperto, impara ad adottare il self talk più funzionale a se stesso. Con l’aiuto del suo coach dà forma a sedute quasi psicologiche nelle quali analizza “che cosa si è detto” nelle peggiori e nelle migliori performance affinando sempre più la sua forza interiore.
Che cosa possiamo prendere di utile per noi da questa dissertazione? Certamente l’idea che i pensieri sono importanti, così come è importante il modo in cui li formuliamo. Anziché pensare che parlare a se stessi sia una forma di sottile pazzia, dovremmo imparare a sfruttare le potenzialità del dialogo interno quando ci sentiamo in ansia e abbiamo bisogno di puntare sulla forza della nostra mente.