L'asessualità è definibile come la mancanza di attrazione sessuale per entrambi i generi biologici e più ampiamente come assenza interesse o desiderio per il sesso in quanto tale. In passato era definita una malattia mentale, ma oggi viene considerata dai ricercatori e dai sessuologi un orientamento sessuale a tutti gli effetti. Uno studio del dott. Anthony Bogaert, della Brock University di S.Catherines, Ontario, dopo aver preso in esame 18.000 casi ha riscontrato che l'1% di essi era definibile asessuale.
L'asessualità esiste anche tra gli animali: studi su arieti, criceti e topi hanno rilevato mancanza di interesse sessuale in una percentuale di soggetti sani che va dal 3 al 12 per cento, a seconda della specie.
Ma l'asessualità non è un monolite: si usa definire la sessualità umana come uno spettro. Ogni individuo occupa uno spazio del tutto personale tra i due estremi, massimo e minimo, della libido. Una fetta importante dello spettro asessuale è la cosiddetta demisessualità. Essa è definibile come l'orientamento, caratterizzato dalla persistenza nel tempo, di chi prova attrazione sessuale solo ed esclusivamente per individui coi quali ha un forte legame emotivo. Nulla a che vedere con la pudicizia e la castità volontarie: i demisessuali hanno in generale uno scarso interesse per il sesso, riuscendo a provare attrazione solo in subordine all'affettività.
Una ulteriore precisazione. La comunità asessuale tende a distinguere nettamente orientamento sessuale ed orientamento romantico. Gli asessuali infatti, pur non provando attrazione sessuale, possono provare attrazione romantica per uno o entrambi i generi. È così possibile incontrare asessuali etero, gay o bisex. Solo alcuni di loro si definiscono aromantici e non sperimentano mai sentimenti che vadano al di là dell'amicizia.
In quanto orientamento a tutti gli effetti, gli asessuali sono presenti nell’acronimo LGBTQIA: lesbiche, gay, bisessuali, transgender (o transessuali), queer, intersessuali e asessuali. I loro rapporti con la comunità LGBT, inizialmente osteggiati dai gruppi più grandi, si sono nel tempo sviluppati verso l'accettazione e la collaborazione.
Abbiamo per sommi capi definito cos'è l'asessualità. Ma cosa non è? Sfatiamo a questo punto alcuni miti.
Falso mito numero 1: gli asessuali non fanno sesso.
Il celibato è la condizione di chi per scelta, per motivi morali o per mancanza di partner si astenga dagli atti sessuali. I celibi non sono asessuali. Ciò che distingue questi ultimi è, piuttosto, il disinteresse verso tale dimensione dell'affettività. Ma è assolutamente possibile che un asessuale possa sperimentare la sessualità, per riguardo al partner o per motivi personali, pur non trovando in questo la sua dimensione.
Falso mito numero 2: gli asessuali hanno paura del sesso.
L'asessualità è un orientamento e non una patologia, e in questo si distingue nettamente dalle fobie e dai disturbi psicologici. Un individuo che presenti bassa libido o avversione sessuale ritiene che l'intimità fisica sia un elemento imprescindibile della vita, però lo teme. Un asessuale, di contro, non lo ritiene necessario o desiderabile.
Mito falso (ma non troppo) numero 3: è possibile che una persona che si definisce asessuale sia, in realtà, semplicemente non ancora matura psicologicamente o non pronta?
Questo, per alcuni, è certamente possibile. La scoperta del proprio orientamento sessuale è un percorso che richiede del tempo, non pochi ostacoli e tante divagazioni. Ognuno di noi è invitato a guardare profondamente dentro di sé e ad ascoltarsi con sincerità, ed è libero di identificarsi in un orientamento o in un altro in fasi diverse della vita.
L'incontro intimo, fisico, è generalmente un elemento molto importante nella vita di una coppia. Per questo molte persone asessuali incontrano difficoltà e incomprensioni quando vivono una storia d'amore con un "sessuale". La stabilità della coppia potrebbe essere fortemente compromessa da questo dislivello. Si tratta di mediare tra un forte bisogno, da un lato, e un disinteresse o addirittura una repulsione dall'altro. Si trovano in rete, nei gruppi e nei forum dedicati all'asessualità, moltissime discussioni intorno a questo tema. Ciò fa capire quanto la situazione sia frequente.
In un'intervista rilasciata alla Società Italiana di Psicologia, Alice Redaelli, rappresentante del movimento asessuale, affronta proprio questo argomento. La comunità degli asessuali italiani, molto attiva online, si sta impegnando sempre di più a fornire occasioni di incontro anche nella vita reale. Il progetto si incentra sulla creazione di raduni che permettano alle persone asessuali di conoscersi ed eventualmente intraprendere delle relazioni romantiche tra loro. La maggior parte dei rapporti sono, comunque, misti: e, come in qualsiasi tipo di coppia, l'unica chiave possibile è nella comunicazione.
Alcuni come compromesso usano le "arranged dates": giorni della settimana o del mese in cui si mettono d'accordo per fare l'amore. Altri concedono al partner la libertà di frequentare altre persone. Come si può intuire, si tratta di compromessi potenzialmente dolorosi per una coppia molto innamorata. Basta dare un'occhiata, però, ai diversi forum, alle dichiarazioni, alle interviste, per rendersi conto che molte coppie miste restano insieme a lungo, a volte per sempre.
Se sei innamorato di un asessuale, quindi, non scoraggiarti. Potrà sembrare banale, ma l'amore è molto, molto di più del solo contatto fisico. Le decine di storie raccolte nel tempo dai siti della comunità asessuale sono tutte testimonianze di grandi e profondi amori, a riprova del fatto che questa discrepanza si può superare.
L'importante, comunque, è che la relazione si svolga su un piano di parità: sarebbe totalmente fuori luogo svilire colui che, tra i due, prova desiderio. Il normale impulso sessuale è totalmente sano e che ha il diritto di essere esercitato, senza facili etichettature moralistiche. Provare desiderio non è né stupido, né bestiale, né futile. Importantissimo, quindi, che le esigenze di entrambi siano valutate con grande rispetto.