I social forse sono nati, a loro tempo, come qualcosa di puro e innocente, ma oggi non lo sono più, se non per gli utenti in cerca di ispirazione e intrattenimento che restano ignari della mercificazione della realtà cui assistono tramite lo schermo. Instagram e Tiktok riescono a edificare vere e proprie estetiche, come vengono chiamate scientificamente, ossia dei piccoli-grandi movimenti di persone che si riconoscono nelle foto e nei video postati e che basano su di essi gusti e scelte di vita.
C’è per esempio l’estetica “cottagecore”, cresciuta esponenzialmente durante la pandemia, che predica il ritorno alla semplicità della vita nei campi ma soprattutto riporta in voga abiti e grembiuli del diciannovesimo secolo che tornano trendy; l’estetica “dark academia” tutta giocata sui maglioncini a collo alto e sulle statue greche… anche la vita insieme a un animale diventa estetica, con feed riempiti di zampine di gatti, di cuccioli ma soprattutto di animali abbigliati in modo ridicolo. Sono tutti legittimi movimenti di gusto che si traducono però anche in acquisti a diversi zeri.
Il capolavoro dei social è però compiuto fino in fondo quando ci rendiamo conto che sono riusciti a rendere “trendy” perfino le stagioni! È il caso della fall aesthetic, l’estetica dell’autunno, chiamata più comunemente “spooky season”, la stagione tenebrosa. Allo scoccare della mezzanotte del primo settembre già iniziano i primi richiami all’autunno, i feed si tingono di arancione e il rituale ha inizio.
La “spooky season” dà il destro a molti trend, come fotografarsi con tazze colorate intenti a sorseggiare un tè, posare in un bosco autunnale con un libro in mano, passeggiare per un campo di zucche, bere un “pumpkin latte”, vestirsi da fata, accarezzare gatti neri e coprirsi di lenzuoli per mascherarsi da fantasmi. Già con questi accenni capiamo la potenzialità commerciale dietro a questa estetica: aumentano le vendite di lucine evocative, di tazze, Starbucks incassa come non mai per le sue famose bevande alla zucca. Tutto per inquadrare la propria esistenza dentro una estetica che dovrebbe diventare stile di vita.
Ma qual è la differenza tra movimento ed estetica? I movimenti, anche quando paiono puramente “visuali”, partivano in passato da spinte ideali: pensiamo ai provocatori dandy di un tempo, ai figli dei fiori o ai punk, tutti segnati da un rifiuto delle idee e dei gusti vigenti. Oggi, per i fenomeni social, si preferisce parlare di estetiche perché spesso manca proprio la spinta ideale e contestatrice originaria, non ce n’è una. Chi ama la “fall aesthetic” ama un mondo solo d’immagine, non segue dei dettami ideali.
Eppure, se guardiamo a tutto ciò con un occhio un po’ più gentile, non possiamo non dire che per scattare le belle foto nei boschi autunnali che vediamo riproposte dalle varie influencer un giro per i sentieri bisogna almeno farlo. Anche se chi cerca di replicare sul proprio feed le immagini della “spooky season” lo fa per motivi discutibili ed è destinato spesso solo all’illusione di una vita diversa, può mettere in atto piccole azioni che lo aiutino ad avvicinarsi a ciò che desidera, quantomeno vivendolo per un giorno.
Il messaggio “collaterale” che passa attraverso le tante immagini che seguono le estetiche social è proprio la stanchezza per una modernità usurante e il desiderio di tornare alla semplicità. Questa potrebbe essere una conseguenza “sana” delle mode di oggi.