Non prendere mai una decisione che puoi far prendere a qualcun altro.
(Arthur Bloch)
La vita è fatta di decisioni, grandi e piccole. Ogni mattina decidi di alzarti al suono della sveglia o di posporla; scegli le scarpe e i vestiti che indosserai, la strada migliore da prendere per raggiungere la tua destinazione. E per quanto la forza dell'abitudine pesi, se l'impegno di stamattina è particolarmente importante non posporrai la sveglia; se il vestito che volevi mettere ha una macchia ne sceglierai un altro; se la solita strada è interrotta per lavori la cambierai. Perché in amore dovrebbe essere diverso?
Le decisioni in amore sono più complesse, naturalmente, della scelta di un paio di scarpe. L'amore, per usare una parola tratta dalla medicina, è multifattoriale. Sarebbe così semplice capire il da farsi, se solo si potesse isolare in vitro, se fosse composto di una cosa sola! Invece pesano la storia tua e quella dell'altro, le paure di entrambi, le difficoltà comunicative e la fuggevolezza stessa dei sentimenti.
Ho usato non a caso la parola "multifattoriale", un termine che si associa di norma alle malattie. Sì, perché l'amore può avere un decorso benigno (continuo appagamento, figli, casa, progetti a due) ma diviene spesso una palla al piede. Un peso granitico, in questo senso, è costituito proprio dall'indecisione di uno dei due partner. Che si tratti di scegliere tra una persona e un'altra, tra libertà e impegno o tra una qualsiasi tra le opzioni binarie che si presentano in ogni momento della relazione, l'uomo e la donna indecisi possono provocare a se stessi e a noi diversi danni.
A tal proposito, desidero prendere spunto dalle storie di due miei cari amici.
Da una parte abbiamo una ragazza giovane, bella e vivace. È attraente, fa un lavoro interessante ed è molto intelligente. Chissà perché, però, le sue relazioni sono sempre state segnate da grandi delusioni. Tende a innamorarsi di persone sfuggenti, propense all'abbandono, uomini apparentemente forti e affascinanti ma che non vogliono nulla di serio.
Da qualche tempo è impegnata con un uomo sensibile, gentile, innamorato. Nonostante lei lo ricambi, non riesce ad essere serena: cerca mille scuse per lamentarsi, senza trovarle; è quasi tentata di lasciarlo.
Questa ragazza è il classico prototipo della persona propensa a ricercare relazioni infelici, una vera cacciatrice di indecisi. Questo è il modo, doloroso e paradossale, in cui si protegge dalla paura di essere veramente amata, veramente vista.
Secondo caso: un uomo di cinquant'anni che, nonostante la lunga esperienza di vita e la brillante carriera, non riesce ad ammettere a se stesso di essere omosessuale. Intrattiene con le sue partner relazioni tortuose, piene di indecisioni e dubbi, e spesso ha a che fare con più di una donna contemporaneamente; alla prima occasione, e spesso in modo rocambolesco, fugge.
Il problema, in questo caso, non sono i gusti sessuali, ma il fatto che egli stia reprimendo fortemente se stesso, raggelato com'è dalla paura di essere amato, di essere visto e apprezzato nella sua vera sessualità. Ma queste cose non le ho già dette poco sopra?
Mi sembra di poter dire che l'atteggiamento mentale dei due non sia, in fondo, così diverso. Il ruolo di chi cerca e di chi fugge sembra essere fluido rispetto alle circostanze, come se non fosse un carattere vero e proprio della persona ma una strategia mutevole. Ricordate l'Orlando Innamorato del Boiardo?
Nella selva dell'Ardenna, Rinaldo beve un'acqua magica che gli ispira odio per Angelica, mentre Angelica beve ad una fonte che la fa innamorare di lui. Per la maggior parte del poema, quindi, Angelica inseguirà Rinaldo ed egli fuggirà da lei.
Dopo molte avventure, Angelica torna nella selva e l'incantesimo si ripete: solo che, questa volta, Rinaldo berrà un'acqua che lo farà innamorare di Angelica e alla donna succederà il contrario. La fuga riprenderà capovolta.
L'indeciso e l'inseguitore non sono tipi fissi, ma possono all'occorrenza scambiarsi di ruolo.
Ciò che i due casi menzionati prima hanno in comune è una grande paura nei confronti del mondo.
Chiunque può confermare che spesso abbiamo più paura di essere amati che di amare, più paura di vivere che di morire.
Ma cosa puoi fare tu, innamorato e desiderante, con questi eterni dubbiosi? Decidere tu.
Se una persona è bloccata dalla paura è inutile sprecare le tue energie a stimolarla: resterà ferma perché la paura è un sentimento atavico che si attiva in casi di "pericolo mortale" e, quando c'è, l'amore purtroppo non può nulla.
Se il partner non prende decisioni, non si impegna, temporeggia, tu non puoi fare altro che lasciarlo perdere. Questo non vuol dire abbandonarlo, vuol dire semplicemente smettere di inseguirlo. Prenditi i tuoi spazi, esci con gli amici, dedicati alle tue passioni, evita di tartassarlo di messaggi e di proporgli situazioni romantiche. Richiuditi nel tuo guscio e lui o lei, sentendosi tranquilli, usciranno finalmente allo scoperto. Allora anche tu potrai saltare di nuovo fuori e l'incontro sarà reale e profondo. Se ciò non avvenisse, avrai comunque evitato di perdere tempo in una situazione che non sarebbe mai maturata.
Ricordati che chi ha paura di vivere non vive mai.
Tu sei una persona che vale e che merita relazioni stimolanti, e non puoi permetterti di passare mesi o anni nell'attesa di un pauroso, eterno indeciso! Soprattutto, non pensare di guarirlo dal terrore con i cerotti del tuo tempo, del tuo sudore, delle tue lacrime e dei tuoi sogni.
Comportati da Angelica, questa volta. Vedrai, funzionerà.