Avere avuto un’infanzia difficile non significa necessariamente aver subito abusi “riconoscibili”. La peggior piaga, anzi, quella che nel tempo ha fatto decisamente più vittime, è di certo la trascuratezza emotiva. I bambini cresciuti in un ambiente dove le loro emozioni non sono state capite, accolte e abbracciate portano un marchio invisibile dentro di sé, il quale si riflette anche nella loro vita da adulti. Alcuni atteggiamenti e frasi tipiche possono aiutare a portare alla luce questo tipo di vissuti.
Chi cerca sempre di cavarsela da solo e si ritira nel momento in cui ha maggior bisogno potrebbe avere avuto degli abusi emotivi nell’infanzia, o potrebbe essere stato trascurato. Il bambino è caratterizzato, in ogni fase dello sviluppo, da un grande bisogno di aiuto e vicinanza da parte dei genitori. Quando essi lo lasciano da solo a fare i conti con problemi troppo grandi per lui o addirittura si prendono gioco dei suoi bisogni punendolo, il bambino impara a risolvere i suoi problemi da solo. Sembra una responsabilizzazione che potrebbe risultare positiva, ma non è così, perché è un’autosufficienza che nasce da una mancanza profonda e spesso si rivela deleteria.
L’incapacità di riconoscere e raccontare i propri stati d’animo denota il mancato apprendimento di un vocabolario emotivo nell’infanzia: questo è un segno molto evidente di un passato di trascuratezza emotiva. È chiaro che al bambino non è stata prestata adeguata attenzione nei suoi momenti di attivazione, che si sia trattato di gioia, rabbia o tristezza, non gli è stato insegnato a riconoscere i segnali delle emozioni né a gestirli.
Molto spesso chi ha avuto un’infanzia caratterizzata dall’abbandono, reale o emotivo, è guidato da un forte senso di colpa. Quando il bambino viene trascurato dalle sue figure di riferimento, si convince facilmente di avere la colpa di ciò. Questa convinzione può essere rinforzata da atteggiamenti educativi sbagliati, tra cui il ricatto emotivo.
Chi mostra evidenti segni di una scarsa autostima probabilmente non è stato sorretto a sufficienza nella propria infanzia, anzi, può avere alle spalle un vissuto di umiliazione da parte delle figure di riferimento. I bambini vissuti in un ambiente emotivamente carente non hanno avuto la possibilità di sentirsi al sicuro e quindi di esplorare le proprie capacità: è mancata quella naturale costruzione dell’autostima che può avvenire solo in un ambiente domestico sicuro e accogliente.
I bisogni infantili insoddisfatti non terminano quando finisce l’età dello sviluppo, ma continuano a ripresentarsi nel corso della vita. Chi non ha potuto avere uno sviluppo armonico è spesso un adulto inquieto, che sente sempre una sorta di vuoto interiore e cerca di colmarlo in modo a volte malsano.
Questa confessione può venire da persone che hanno subito terribili abusi durante l’infanzia, ad esempio violenze sessuali poi rimosse. Ma non è l’unica possibilità. Anche un altro tipo di trauma, più invisibile, può essere all’origine di questo senso di smarrimento e di paura nel guardare al proprio passato.