«Tu chiamale, se vuoi, emozioni», cantava Lucio Battisti nella sua celebre canzone. Dietro questa parola si nascondono paura, rabbia, felicità, serenità, tutti sentimenti che ci accompagnano in ogni momento della nostra giornata e della nostra vita. Chiamiamo insensibili coloro che le vivono con superficialità, quasi come un fastidio, che non si abbandonano mai all'ira o a un riso liberatorio. Eppure, secondo un recente sondaggio, le emozioni ci influenzano nel profondo, nelle decisioni e atti di ogni giorno.
Queste sensazioni giocano un ruolo fondamentale nella vita di ognuno di noi, ma non per tutti hanno lo stesso peso. Esistono persone ritenute altamente sensibili, capaci di captare dei piccoli dettagli ambientali che sfuggono ai più, ma che possono fare la differenza. Il loro vocabolario emotivo è ampio e sono molto empatici. Elaine Aron, che le studiò insieme al marito Arthur Aron, le definì Highly Sensitive People (in italiano, Persona Altamente Sensibili o PAS). Bisogna però precisare una cosa. Non bisogna confondere l’alta sensibilità con l’ipersensibilità. La prima ha infatti natura biologica, mentre la seconda deriva da una necessità di adattamento.
Persone altamente sensibili: caratteristiche e problemi
Il primo passo per riconoscere una persona altamente sensibile è capire il grado di influenza che le emozioni hanno sulla vita quotidiana. In generale le persone altamente sensibili si trovano a dover gestire le proprie emozioni in molte più occasioni rispetto alla media. La loro percezione profonda dell’ambiente esterno e degli avvenimenti è un fattore determinante per l’andamento della giornata. Ma nono solo i PAS "subiscono" le proprie emozioni. Il 70% delle persone coinvolte in questa ricerca ha ammesso di essere influenzati in modo determinante da queste sensazioni nella routine quotidiana.
Un'altra caratteristica delle persone altamente sensibili è il forte grado di empatia. In certi casi diventa persino un limite per chi la prova perché innesca un coinvolgimento tale da far passare in secondo piano le esigenze e persino l'intera esigenza del soggetto. Desideri, obblighi, necessità e relazioni rischiano di essere danneggiate a causa del forte coinvolgimento emotivo nelle questioni altrui. Ma quando non è invalidante, l'empatia è una virtù molto importante da coltivare. Lo dimostra il fatto che il 65% degli intervistati sente le emozioni altrui come proprie.
Sentire "troppo" gli altri è un pericolo. Infatti le persone altamente sensibili subiscono le altre persone come una fonte di stress e di ansia da prestazione. Si teme di essere giudicati, di essere sempre sotto esame. Per questo, chi ha una spiccata sensibilità preferisce spesso isolarsi, per non essere sottoposto alla presenza, anche solo mentale, delle altre persone. Gli intervistati per il sondaggio, non PAS, affermando di non subire se non marginalmente il comportamento altrui.
Chi ha una sensibilità più elevata alle emozioni vive nella paura di sbagliare. Per molti è una vera e propria ossessione. Fare passi falsi o non soddisfare le aspettative degli altri è una preoccupazione terribile per molti. Si tratta di una situazione tipica, in cui il lato emotivo prende il sopravvento e può arrivare a compromettere la lucidità e le capacità operative. Di fatto il risultato finale di ogni missione quotidiana, se influenzata da questi sentimenti, potrebbe portare di fatto a un esito negativo. Una sorta di profezia che si autoavvera, insomma. Ma, se ben incanalata, questa tendenza alla perfezione, è spendibile nel mondo del lavoro. Infatti, è una garanzia di qualità e alte prestazioni.
Il tempo che passa e incombe sulle nostre decisioni ci opprime. Se si unisce un'agenda fitta di impegni e scadenze da portare a termine, il carico per molti (il 60% degli intervistati) diventa insostenibile. C'è quasi da invidiare chi dichiara di non conoscere situazioni di malessere simili (il 22% degli intervistati) e che, al contrario, queste persone riescono a tirare fuori il meglio di se stesse quando la data di scadenza si avvicina.
Consigli per persone altamente sensibili
Se le caratteristiche raccontate vi sembrano familiari, è probabile che anche voi siate persone altamente sensibili. Per fortuna può non essere una condizione invalidante, grazie ad alcuni piccoli accorgimenti. Il primo passo è sempre lo stesso: bisogna osservarsi. Notare le situazioni che producono un sovraccarico emotivo, magari annotando il tutto su un diario, può costituire un momento di riflessione prezioso, in cui mettere a fuoco ciò che non va bene.
Mettendo a fuoco ciò che sposta l'equilibrio da noi agli altri, danneggiandoci emotivamente, si potrà passare a una fase molto importante: accettare il proprio modo di essere e quella innegabile capacità di percepire l’ambiente circostante a un livello più profondo rispetto alla media. Ciò porta a coglierne i dettagli e a "leggere" luoghi e persone in modo diverso, più profondo. Ricordiamo che può essere un bene. Questa differenza non rende né migliori né peggiori, solo diversi.
Un'altra cosa da accettare è il fatto che per natura si provano emozioni in maniera molto intensa. Esercitiamoci dunque a immaginare come sarebbe se queste sensazioni fossero vissute con un livello di intensità minore. Poi possiamo provare a metterlo in pratica. Si tratta di un passaggio importante. Bisogna comprendere e immaginare, per poi mettere in pratica con successo.
La cosa più difficile per le persone altamente sensibili è dire no. Ecco, bisogna imparare a farlo e a concentrarsi su di sé. Un eccesso di empatia può portare a dire sempre di sì e a farsi carico dei problemi degli altri senza rendersi conto di trascurare i propri. Mettere un limite alle richieste che provengono dall'esterno è un modo per vivere meglio.
La consapevolezza può essere sviluppata anche attraverso lo yoga e altre attività di meditazione, che insegnano a rilassarsi e a concentrarci sulle nostre capacità psicofisiche. Una volta messe in piena luce le proprie caratteristiche, bisogna imparare a sfruttare le doti altamente sensibili a proprio vantaggio. Ad esempio, capacità come empatia e disponibilità verso gli altri possono dare il via a una carriera nell'ambito del sociale. Infine, non dimentichiamo la psicoterapia. Iniziare un percorso può aiutarci a conoscere al meglio le caratteristiche e le potenzialità del proprio essere, per raggiungere un benessere personale che nessuno deve portarci via.