La TV italiana spegne 70 candeline! Nel nostro Paese, infatti, le trasmissioni sono iniziate il 3 gennaio 1954. Già dagli anni ’30 erano iniziate le prime sperimentazioni, sulla scia di altre nazioni che hanno iniziato a vedere la TV ben prima di noi: nel ’32 erano iniziati i programmi sperimentali della BBC, nel ’35 c’era stata la prima trasmissione televisiva regolare in Germania.
Ciò non toglie che quel fatidico 1954 sia stato un anno da ricordare in Italia! Ad annunciare il primo programma L’attrice Fulvia Colombo, mentre alla regia c’era il 24enne Vito Molinari. La nascita della TV italiana, nel suo primo giorno, fu principalmente un susseguirsi di discorsi di autorità, musica classica, teatro e sport. Dopo la fine delle trasmissioni, un “buco” di diverse ore che ancora tante persone ricordano: la TV non trasmetteva 24 ore al giorno come oggi.
In soli 4 anni la TV italiana raggiunse circa un milione di abbonati, che ancora in molti casi erano locali pubblici dove riunirsi per guardare le trasmissioni in compagnia di amici e sconosciuti. La TV degli inizi aveva una missione “sociale”: dato che ancora oltre il 10% della popolazione era analfabeta, la RAI si proponeva di realizzare programmi culturali ed educativi.
Famosissimo, tra questi, il programma “Non è mai troppo tardi”(1960-68) con l’indimenticabile maestro Alberto Manzi: in diretta si insegnava a leggere e scrivere a chi da adulto ancora non lo sapeva fare. Si pensa che, grazie a queste lezioni a distanza, quasi un milione e mezzo di persone sia riuscito a conseguire la licenza elementare.
Ma oltre all’educazione, era centrale anche l’intrattenimento: celeberrimo il programma “Lascia o Raddoppia?” condotto da Mike Bongiorno e iniziato nel novembre ’55.
Fino al 1975 la RAI radiotelevisione italiana ebbe il monopolio assoluto sulla TV italiana: solo in quell’anno fu stabilita la possibilità di aprire reti televisive private. Dagli anni ’80 il colosso Mediaset costituirà infatti un feroce concorrente. Nel 1977 arriva la prima TV a colori.
Nel corso degli anni i programmi hanno cambiato veste per adattarsi a una società in movimento: restano i telegiornali, i quiz e i programmi educativi, ma arrivano anche forme di intrattenimento più nuove come i talent show e i reality show. I canali si moltiplicano differenziando la loro offerta, fino a che i social e le piattaforme di streaming non mettono in severa crisi il predominio mediatico della TV, usata oggi da molti solo come apparecchio per guardare con buona risoluzione film e serie “on demand”.
In ogni caso la TV è una amica degli italiani che merita il giusto festeggiamento: nonostante intellettuali di grosso calibro come Pasolini abbiano condotto in passato contro di lei attacchi al vetriolo, c’è da dire che questo apparecchio ha contribuito non poco a creare una lingua italiana “standard” e ha cementato più di molte altre cose l’unità nazionale.
Si festeggia allora, unendo programmi nuovi ma nostalgici come “Rischiatutto 70” e “Appresso alla musica”, programma di Renzo Arbore. Sono poi previsti per il 2024 nuovi programmi come “Colpo di luna” su RAI1, il quiz “The floor” su RAI2 e “Nuovo presente” su Rete4.